ESCLUSIVA TLP - Arezzo, Capuano: "Con me nessun biennale, altro che pensione... Peccato per quei tre minuti finali"

Il carisma Ezio Capuano ce l'ha nel sangue. Lo dimostra il fatto che il mister dell'Arezzo sia uno dei pochi allenatori italiani che amino condurre in prima persona le trattative di mercato, quest'anno direttamente all'ATA Hotel di Milano. Ed infatti quest'anno tante ore per concludere trattative in entrata ed uscita anche nell'ultimo giorno di calciomercato. Perché? TuttoLegaPro.com glielo ha chiesto in un'intervista esclusiva, dove si è anche parlato del ruolo dell'allenatore, del suo rapporto con la società e degli obiettivi presenti e futuri dell'Arezzo.
Mister, lei è famoso per condurre il mercato in prima persona, perché?
"Per il mercato c’è una squadra, della quale fa parte anche il direttore sportivo Adriano Ciardullo, una mia creatura si può dire. Siamo in prima linea perché noi abbiamo una nostra filosofia particolare. La adotto da anni e a quanto pare piace anche ai presidenti, perché alleno da più di trent’anni senza mai una pausa. Noi di favori non ne facciamo a nessuno. Lavoriamo solo per il bene dell’Arezzo e lo facciamo al nostro meglio".
Crede che questo metodo debba essere adottato anche dagli altri allenatori?
"Se guardiamo all’Inghilterra, dove calcisticamente sono molto avanti, è consuetudine da anni. Io credo che in Italia gli allenatori debbano avere un po’ meno paura. A qualcuno potrà non piacere ma noi lavoriamo così. Ho visto cacciarne tanti, è giusto che gli allenatori si prendano le proprie responsabilità in sede di mercato".
È quindi soddisfatto del mercato di gennaio dell’Arezzo?
"Voglio puntualizzare una cosa: abbiamo messo in piedi una squadra che non potrà più essere dimenticata. Ripescati alla terza giornata, senza organico abbiamo preso giocatori qui e lì, sbagliando poco. Inoltre, tra i professionisti, probabilmente siamo gli unici che non ha fatto un contratto biennale a nessuno. Noi abbiamo un modo di fare calcio tutto nostro, ci basiamo sulle motivazioni. Tutti i giocatori ci devono mettere il cuore e dimostrare il loro valore quotidianamente. Chi viene da noi non deve pensare che lo fa per prendere la pensione. Questo ci ha portato ad avere 30 punti da ripescati. Un piccolo capolavoro. E aggiungo una cosa: a comprare giocatori son bravi tutti, il difficile è venderli. Noi siamo riusciti anche in questo".
Poteva arrivarne uno in più, Dall’Oglio.
"Un giocatore fortissimo e di prospetto. Il rammarico è che ci è scappato per tre minuti di ritardo, altrimenti il nostro mercato sarebbe stato un autentico capolavoro".
Tante ore in piedi all’ATA Hotel, ha avuto modo di fermarsi qualche minuto?
"Io arrivo alle 7:30 in sede e vado via la sera tardi. Quando non avrò più questa adrenalina smetterò di fare l’allenatore perché posso permettermi di farlo. La libertà di pensiero è il sentimento più alto che dovrebbe albergare nell’essere umano".
Dove può arrivare questo Arezzo?
"Salvarsi in queste condizioni è come vincere il campionato. Nel futuro mi auguro di poter puntare al salto di categoria".
Si augura quindi di passare tanti anni nella società amaranto?
"L’Arezzo non è una società, è una famiglia. Il rapporto tra me e il presidente Ferretti va al di là del calcio".
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore Responsabile: Ivan Cardia
© 2025 tuttoc.com - Tutti i diritti riservati