Intervista TC

Millesi: "Avellino coraggioso, si è affidato a un giovane invece che ai soliti noti"

Millesi: "Avellino coraggioso, si è affidato a un giovane invece che ai soliti noti"TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca
martedì 22 aprile 2025, 21:30Interviste TC
di Raffaella Bon

L'ex centrocampista Francesco Millesi, intervenuto ai microfoni di TuttoC.com, ha commentato la promozione in Serie B dell'Avellino, squadra in cui ha giocato per sette stagioni negli anni 2000 e '10: "Finalmente l'Avellino è tornato nelle categorie che gli competono e spero che possano salire ancora più su perché, per blasone, meritano di più. Sono tornati in cadetteria anche in ritardo, ma la Lega Pro non è facile, è come finire nelle sabbie mobili ed è difficile tirarsi fuori nell'immediato. Faccio i complimenti alla società e alla piazza, che è stata sempre vicina alla squadra".

Una promozione arrivata con una stagione particolare
"C'è stata una piccola crisi con la gestione Pazienza ma l'organico non è mai stato messo in discussione ed era quello più forte del campionato. A gennaio si sono ulteriormente rinforzati, ma il lavoro di Perinetti e Condò nessuno lo aveva messo in discussione. La società ha lavorato bene e ha fatto una mossa fantastica, affidando una squadra così forte ad un allenatore giovane come Biancolino. Non so quanti altri presidenti avrebbero avuto lo stesso coraggio, soprattutto in una piazza del genere, dove l'obiettivo era la vittoria del campionato. Non si sono affidati al solito allenatore esperto ma hanno scelto un giovane per cambiare rotta. Ormai il calcio si è evoluto, è diverso rispetto a prima e si aggiorna in continuazione. In Lega Pro e in Serie D, quasi tutti gli allenatori vanno a lavorare e il pomeriggio vanno in campo ad allenarsi. Questo toglie tempo e spazio ai giovani che cercano di evolversi e proporre un calcio moderno. Biancolino farà tanta strada, è un mio carissimo amico e ha dimostrato che è il momento di cambiare e affidarsi a nuovi allenatori, preparati invece di dare sempre spazio ad allenatori rimasti agli anni ottanta".

Perché le società hanno ancora timore a proporre nuovi allenatori?
"Non c'è coraggio da parte dei direttori perché non c'è più competenza. Si cerca solo l'allenatore che ha una carriera alle spalle, ma il curriculum non è sufficiente perché il calcio è in continua evoluzione. I direttori devono andare a vedere il lavoro settimanale degli allenatori, non solo la domenica o leggere il curriculum. Lo stesso vale per i calciatori, vanno visionati durante gli allenamenti, capire se hanno la mentalità da professionisti o meno. Il cambio deve partire dalle società, in Lega Pro ci sono tanti allenatori giovani che stanno facendo bene e sono molto felice per loro".

Cosa ha impressionato di più dell'Avellino?
"Mi ha impressionato la tenacia, la voglia di andare a lottare ogni domenica. Una squadra testarda, in simbiosi con l'ambiente e questo li ha spinti in Serie B".

Il gruppo è stato determinante
"Quando si vince il gruppo funziona, ma ad Avellino ha sempre funzionato, altrimenti non avrebbero fatto questa scalata. In una piazza del genere, quando viaggi spedito si vive da Dio, quando va male ci vogliono gli attributi perché la piazza è difficile, ma è una delle più belle d'Italia".

Quali sono stati i giocatori più importanti della squadra?
"I due attaccanti, Patierno e Lescano. Sono due giocatori fondamentali, di grande qualità ma capaci di fare tantissimo lavoro sporco. Di fatto erano i primi due difensori, andavano a fare la prima pressione chiudendo tutti i varchi. Il loro lavoro è stato impressionante, è facile dare giudizi positivi nella fase di possesso perché parliamo di due grandi attaccanti, ma chi ha visto cosa hanno fatto in fase di non possesso, si è reso conto di quanto siano stati determinanti per i successi dell'Avellino".