Intervista TC

Di Costanzo: "Meno squadre in C? Non è la soluzione, servono criteri rigidi"

Di Costanzo: "Meno squadre in C? Non è la soluzione, servono criteri rigidi"TMW/TuttoC.com
© foto di Giuseppe Scialla
Oggi alle 16:00Interviste TC
di Raffaella Bon

Per parlare del rush finale di stagione in Serie C, con una promozione diretta ancora decidere nel girone A, TuttoC.com ha intervistato l'allenatore Nello Di Costanzo: "L'Avellino ha fatto una cavalcata entusiasmante, dopo cinque partite di campionato avevano solo tre punti e la società ha pensato di dare la squadra a Raffaele Biancolino e a Mario Aiello, che insieme a Giovanni D'Agostino, hanno rinforzato la squadra a gennaio con acquisti mirati come Palumbo, Lescano, Cagnano e Panico: con questi quattro acquisti hanno fatto una cavalcata vincente superando squadre che in quel momento erano più accreditate per la vittoria del campionato come Monopoli, Cerignola, Crotone, Catania, Potenza e soprattutto Benevento che era primo in classifica e aveva 14 punti in più ma ora è sesto in classifica e domenica dovrà giocare l'ultima partita a Giugliano che attualmente è decimo e deve fare risultato altrimenti rischia di essere scavalcato dal Trapani che pure aveva ambizioni a inizio campionato ma deve vincere con la Casertanta e sperare che il Giugliano perda. Anche quella gialloblù è una squadra costruita per arrivare ai playoff, la società ha fatto un ottimo lavoro a gennaio per rinforzarla".

Che stagione sta facendo il Messina?

"Dopo un girone di andata deludente e soprattutto una crisi societaria molto pesante, tenendo presente che non sono stati pagati gli stipendi alle scadenze previste, nonostante ciò c'è stata una metamorfosi incredibile nel girone di ritorno che la porta ad avere ancora la possibilità di salvarsi attraverso i playout mantenendo i 7 punti di distacco che gli consentirebbero di affrontare gli spareggi salvezza contro Casertana o Foggia. Io ho allenato il Messina sia in B che in C e immagino che domenica ci sarà una tifoseria che spingerà la squadra che sta dimostrando di mettercela tutta per mantenere la categoria".

Come si spiega le tante crisi societarie?

"Effettivamente in Serie C ci sono diverse squadre in crisi, è un problema endemico: quest'anno si è evidenziato in modo palese ma non è attraverso la diminuzione delle squadre che si può risolvere perché adesso sono 60 squadre ma in passato per cercare di evitare il fallimento delle società sono stati fatti dei tagli più volte ma questo non ha risolto il problema. Io penso che ci vogliono dei criteri di iscrizione più rigidi, in D ci sono ottime società che potrebbero fare tranquillamente la C. La fideiussione è passata da 300mila euro a 700mila euro, questo è già un primo passo, in più se andrà a regime ci sarà il Salary Cap che potrebbe essere un deterrente. In questo modo sono certo che il problema si risolverebbe definitivamente".

La radiazione di Taranto e Turris?

"Mi piange il cuore veder sparire delle società come la Turris, in cui ho giocato per tre anni da calciatore, o il Taranto dove sono stato due anni fa da allenatore e dove insieme al direttore sportivo Dionisio abbiamo individuato un giocatore come Antonini dalla Serie D sul quale è stata fatta un'ottima plusvalenza col Catanzaro. Per me è un grande dispiacere, quando siamo andati a Taranto due anni fa eravamo d'accordo nel fare minutaggio per avere i contributi della Lega, poi successivamente forse il presidente è stato consigliato male: sono stati fatti acquisti non alla loro portata e gli hanno fatto credere la luna. Insieme al problema dello stadio da chiudere per poter fare una ristrutturazione, ecco che la società è andata in crisi. Speriamo di rivedere presto questa piazza in Serie C".

Il campionato dell'Ascoli?

"Ad Ascoli purtroppo non vivono una situazione idilliaca, anche qui la tifoseria è molto calda. L'ho allenata in Serie B e so bene quanto i tifosi tengono a questa squadra che ha fatto anche la Serie A e ha dato il via alla carriera di un giocatore come Orsolini. Gli errori quest'anno sono stati tanti, è stata fatta una squadra un po' così senza un criterio logico, ma pur sempre una buona squadra. Forse l'errore è stato quello di mandare via Di Carlo, ma alla fine è riuscito a salvarsi".

Cosa c'è nel suo futuro?

"Aspetto con pazienza di avere una proposta che mi ispiri, con persone con le quali mi senta a mio agio con la mia filosofia di calcio e con un progetto che sia basato anche sulla politica dei giovani ma che sia serio e mi coinvolga. Ho rifiutato alcune squadre proprio perché non mi convincevano sotto questi aspetti".