Bentornato Padova! Ingiusto che la Casertana debba giocarsi tutto con chi rischia di non iscriversi

Il terzo verdetto è stato emesso. Qualcuno dirà che ormai era solo una formalità, ma il girone A ci ha abituato a clamorosi ribaltoni in questo "folle" girone di ritorno e, dunque, non ci siamo sbilanciati fino a quando non è arrivata la famosa matematica. Al termine di un testa a testa entusiasmante, ricco di colpi di scena e capovolgimenti di fronte ecco che il Padova torna in cadetteria 6 anni dopo una mesta retrocessione. Ed è un successo che vale doppio, visto che parte della tifoseria ha deciso di disertare per tutto il campionato e che la società ha puntato su un allenatore come Andreoletti che a Benevento era stato esonerato forse troppo frettolosamente. Un plauso alla società che, dopo aver sfiorato il grande salto con tanti nomi teoricamente top per la C, ha saputo formare un mix tra giovani affamati e gente di categoria che ha trasmesso a tutto l'ambiente una mentalità vincente. Nel contempo, però, non possiamo non fare i complimenti anche al Vicenza. Certo, buttare alle ortiche una rimonta epica con la sconfitta al 97' nel derby con la Virtus Verona è un qualcosa che lascia il segno, ma non si può non tener conto del grandissimo girone di ritorno di una squadra presa singolarmente forse anche superiore al Padova e che, per diversi mesi, non ha avuto a disposizione due titolarissimi come Ronaldo e Ferrari. Con il pubblico del Menti e l'esperienza di Vecchi sarà possibile tentare il grande salto dalla porta secondaria, ovviamente sarà essenziale fare un certosino lavoro sul piano mentale per non portarsi indietro scorie che potrebbero essere pericolose. In coda tutto come previsto.
Spareggeranno ai playout Pro Patria-Pro Vercelli e Triestina-Caldiero Terme, con i biancorossi di Tesser che sono invischiati nella lotta per non retrocedere a causa della penalizzazione in classifica. Il 6-0 tennistico sul Novara è comunque un segnale evidente lanciato alla concorrenza: finale di stagione amarissimo e tremendo per i piemontesi, ormai da anni caduti nell'anonimato dopo aver assaporato finanche la serie A e proprio con Tesser in panchina. A proposito di penalizzazioni e inadempienze, dispiace davvero tanto che lo spettacolo offerto dal girone C sia stato offuscato da una serie di vicissitudini che pare abbiano finalmente portato i vertici del calcio a inasprire le regole per le iscrizioni. Detto ampiamente di Taranto e Turris registriamo il passo indietro di Canonico a Foggia e le difficoltà ormai croniche di un Messina che non riesce a garantire serenità alla propria tifoseria. E, in questo quadro così complesso, riteniamo eticamente non corretto che la Casertana, in netta ripresa, debba rischiare di retrocedere affrontando chi non sa nemmeno se potrà iscriversi in futuro. E' tempo che venga esteso il concetto di merito sportivo, tenendo comunque conto che il calcio italiano è in crisi e ha bisogno di club economicamente ok, con bacini d'utenza importanti e che possano fornire garanzie a lungo termine che vadano oltre la fideiussione a copertura degli ultimi stipendi.
E nel girone B le cose non vanno meglio. Vi sempre possibile che un squadra professionistica, in più storica come la Lucchese, vada in trasferta con i soldi degli sponsor, dei tifosi o del presidente avversario? Per fortuna c'è un gruppo di persone serie guidate da un allenatore come Gorgone, ma chi tutela chi sta onorando la maglia rischiando di ritrovarsi in strada perchè mancano i soldi per l'affitto? Chiudiamo rinnovando i complimenti all'Avellino. Società seria, ambiziosa, che non ha badato a spese e che ha saputo farsi "perdonare" qualche annata molto negativa allargando i cordoni della borsa fino ad assicurarsi le prestazioni di Lescano pur avendo già Patierno nel reparto offensivo. Brava la dirigenza, bravo il traghettatore Biancolino che merita di proseguire il proprio lavoro anche in B. E bravo il pubblico: se gli irpini sono stati perfetti nel finale di stagione lo devono anche alla spinta di un popolo che ha voluto fortemente ritrovare la cadetteria e che ha rappresentato il dodicesimo uomo in casa e in trasferta. E' di queste piazze che il grande calcio ha bisogno.
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