TuttoLegaPro.com ... in rosa: Ines Bellia (institore Chieti)

Addette stampa, direttrici sportive, segretarie, responsabili a vario titolo e anche...institori. Le donne, ormai, hanno colonizzato la maggior parte dei ruoli in Lega Pro. Anche quelli meno conosciuti: Ines Bellia, nel Chieti, è proprio institore e responsabile della segreteria amministrativa. TuttoLegaPro.com ha intervistato la dirigente teatina per la sua rubrica settimanale sull'universo femminile.
Il suo, nel Chieti, è un ruolo particolare...
"Da tre anni sono institore: è una carica molto simile a quella dell'amministratore unico con delega di poteri. Mi occupo quindi di tutto ciò che riguarda il reparto amministrativo: dallo stipulare i contratti al gestire i conti e i pagamenti. Non mi occupo, invece, di ciò che inerisce alle mansioni sportive-tecniche".
Si sente una predestinata, visto che suo padre è il patron del Chieti?
"Diciamo di sì. La mia non è stata una scelta per passione, ma lo è diventata col tempo. Ho cominciato ad aiutare mio padre, in quanto era superimpegnato con l'azienda e non riusciva ad occuparsi a tempo pieno del Chieti. Da tempo mi sono innamorata di questi colori, di questa società e del ruolo che ora ricopro. Credo fermamente che se mio padre non fosse stato il presidente del club non mi troverei oggi qui: il calcio non era un mondo che mi affascinava di per sé, anche se lo vedevo da esterna, con papà sul divano di casa o con mio marito che è un appassionato".
Quindi non c'era da parte sua un amore pregresso per questo sport?
"No, da piccola non lo seguivo. Lo è diventata da grande, con l'esperienza maturata in questi anni e che mi piacerebbe continuasse anche in futuro: il sogno è che il Chieti possa ambire a categorie superiori".
Com'è relazionarsi ad un padre presidente?
"A me piace molto lavorare con lui e per lui, visto che già mi occupavo dell'azienda di famiglia. Quest'avventura nel calcio è anche più bella perché non è solo un lavoro, ma ci permette di toglierci qualche sfizio, gioendo per le vittorie. E' bello poterlo condividere col proprio padre, rendendolo orgoglioso e felice".
Questo significa che anche in famiglia il calcio è il pane quotidiano?
"Diciamo che si parla spesso di calcio. Mio padre oltre che essere presidente è anche tifosissimo: fin da ragazzo nutre una forte passione per il Chieti e spesso ci troviamo seduti a tavola a mangiare parlando della squadra. Anche se poi si parla anche di altro (ride, ndr)".
Una vittoria o una sconfitta influisce sulle dinamiche familiari?
"Riusciamo a scindere le cose, anche se al termine di una partita persa per una buona mezz'ora abbiamo un confronto dove facciamo il punto della situazione, ma il malumore passa in fretta e si pensa subito a come vincere la partita successiva".
Come riesce a conciliare la sua vita privata con gli impegni professionali?
"E' impegnativo per una donna che lavora portare avanti la famiglia e i figli, però l'importante è avere i tempi giusti. La mia vita è quindi tutta organizzata nei minimi particolari dalla mattina quando mi sveglio alla sera quando vado a letto. Io ho tre bambini piccoli, ma riesco a fare il mio lavoro nel migliore dei modi ed essere presente quotidianamente nella loro vita".
A proposito di bimbi: sono già innamorati del calcio?
"Li rendo partecipi, portandoli con me anche in trasferta. Vanno già alla scuola calcio e nonostante siano piccoli, sono già innamoratissimi di questo sport. Se nel corso del tempo paleseranno una passione particolare per il calcio, io non li ostacolerò. Ma deve essere un loro desiderio, non deve dipendere da altri fattori".
Che differenze ha riscontrato nell'amministrare una società di calcio rispetto all'azienda di famiglia?
"Io nell'azienda di famiglia non ricopro ruoli amministrativi, ma mi occupo del settore logistico. Mentre nel Chieti ho questo ruolo di responsabilità che mi porta ad essere sempre sul pezzo, dato che è un lavoro basato principalmente sulle scadenze: tutti i giorni ne ho e devo programmare tutto nel dettaglio anticipatamente, senza mai improvvisare nulla".
Come sta vivendo il suo essere donna in un mondo prettamente maschile come quello del calcio?
"Sono molto contenta che ci sia uno spazio per le donne in questo settore, che precedentemente ci era un po' proibito. Credo che le donne sappiano lavorarci molto bene: sono contenta che ci siamo conquistate anche il calcio.
Stimo molto le donne all'interno della Lega Pro: trovo giusto che ci sia uno spazio per loro in questo mondo. Nella provincia di Chieti siamo ben rappresentate da Valentina Maio (presidentessa della Virtus Lanciano, ndr): per me è un esempio da seguire. Io infatti vorrei diventare un'imprenditrice di categoria superiore, potendo dire un domani che ho fatto parte del calcio che conta".
Nel vostro organigramma è presente anche un'altra donna, siete quindi una società aperta al mondo femminile...
"Non abbiamo pregiudizi: Valentina (Gammieri, ndr) è la nostra segretaria amministrativa ed è una ragazza che ho portato con me appena ho cominciato questa avventura. Mi affianca e delego lei nelle questioni meno prioritarie. E' molto volenterosa e - a detta anche di altre società - fa bene il suo lavoro. Sono molto contenta di avere una figura femminile accanto a me".
Cosa ne pensa invece delle donne che ricoprono ruoli più tecnici, come quello del direttore sportivo? Trova che ci siano mansioni più femminili e mansioni più maschili?
"Non credo che ci siano ruoli da uomini o da donne. Credo che la natura sia innata: ci sono donne molto più brave di uomini a svolgere determinati compiti e ben venga tutto questo. Spero in futuro di avere un direttore sportivo donna: mi piacerebbe molto".
Magari potrebbe essere proprio lei?
"Non lo vedo come un compito adatto a me e alle mie conoscenze, però mi piacerebbe avere in organigramma altre donne".
Le è mai capitato di essere vittima di pregiudizi?
"Sinceramente in questi anni non mi è mai capitato di avere questo tipo di problemi sul lavoro: credo che anche se sono una donna so far rispettare bene il mio ruolo e comunque a svolgerlo nel migliore dei modi. Non mi è mai capitato di vivere pregiudizi dovuti al fatto che sono appunto donna e spero non mi capiti mai".
Trova quindi che oramai sia percepita come normale una donna che lavora in questo mondo?
"Sì, è naturale che si possano trovare donne in ruoli che precedentemente erano ricoperti solo da uomini. A questo punto il sesso maschile si è rassegnato e ha capito che le donne possono e devono lavorare come loro".
Suo padre fu protagonista di uno spiacevole episodio, venendo inibito a causa di alcune frasi poco carine nei confronti dell'arbitro Silvia Tea Spinelli. Fu un'incomprensione dovuta ad uno sfogo post-partita?
"E' stato uno sfogo a caldo. Non c'è alcun pregiudizio da parte di mio padre nei confronti delle donne. Anzi ha due figlie femmine che lavorano con lui e se mai avesse avuto pregiudizi, non avrebbe delegato me come amministratore della Chieti calcio. Nei giorni successivi a quell'episodio, si scusò prontamente.
Anzi, è molto attento alla tematica femminile, tanto da promuovere un convegno sulle donne nel calcio. Un'iniziativa che mi rende orgogliosa, pensata insieme alle ragazze del calcio femminile di Chieti e portata avanti dal nostro Direttore di Gestione Biagio D'Aniello e dal nostro addetto stampa Gianluca De Rosa".
Siete molto attivi anche sul piano della solidarietà...
"Siamo molto attenti alle iniziative sociali ed ogni anno programmiamo le nostre visite nei centri di accoglienza per i bimbi meno fortunati e negli ospedali. Cerchiamo di essere sempre molto presenti. Essendo io una mamma sono molto attenta a queste cose e sto già programmando le iniziative per la prossima stagione proprio con i bambini. Con la Lega Pro, invece, abbiamo adottato un bambino a distanza".
In chiusura le chiediamo una battuta su uno dei tanti vostri progetti: la "CHIETI CALCIO TV", la prima Web Tv interamente dedicata alla vostra società...
"E' una iniziativa che abbiamo voluto creare per avere un canale di comunicazione più esteso con la nostra tifoseria, con la città di Chieti in generale e con tutte le persone che ci seguono anche da lontano. Noi abbiamo infatti tifosi che provengono anche da altre regioni, sono sparsi ovunque dal Lazio fino alla Puglia. Siamo l'unica squadra in Lega Pro che ha creato questo progetto: vogliamo avvicinare la tifoseria e renderla più partecipe. Potrà tornarci utile affinché venga compreso che questo è il calcio odierno, che dalla Tessera del Tifoso non si può tornare indietro e che la necessità di tesserarsi è reale se si vuole seguire la squadra in trasferta".
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