Nicola Binda a TLP: "Basta accuse inutili: occorre rivolgersi alla Procura e denunciare i fatti"

In un mondo del calcio sempre più popolato da individui loschi e meschini, è necessario provvedere alla sua guarigione denunciando progressivamente fatti e sospetti alla Procura: ne è convinto Nicola Binda, responsabile, tra le tante altre cose, della Lega Pro per la “Gazzetta dello Sport” al quale TuttoLegaPro ha deciso di affidarsi per conoscere, in un’intervista esclusiva, il suo parere qualificato circa i recenti fatti incresciosi che stanno mettendo a dura prova la credibilità, o meno, di questo sport.
Nuovo capitolo calcio-scommesse: verrebbe da dire, ci risiamo…
“Purtroppo sì. Noi come “Gazzetta dello Sport” siamo stati i primi a sollevare questo aspetto. Va innanzitutto operata una distinzione tra le chiacchiere, i sospetti e le denunce varie che si leggono e si sentono dire in giro dai fatti che noi, effettivamente, abbiamo documentato in maniera dettagliata. Questa inchiesta ricalca molto gli aspetti da noi segnalati in tempi non sospetti. Mi vien da ridere quando mi accorgo che le società, puntualmente dopo una sconfitta, si appellano alla stampa contestando la regolarità del campionato: non è questo il comportamento da tenere e non sono queste le modalità di agire”.
Quali, allora?
“Bisogna appellarsi alla Procura per chiedere e pretendere chiarezza dei fatti. Prendiamo come esempio Sandro Turotti (amministratore delegato della Cremonese, ndr): lui l’ha fatto. Animato da strani presentimenti, si è rivolto alla Procura denunciando i comportamenti su fatti sospetti intorno alla squadra. Voglio citare anche Fabio Pisacane (giocatore del Lumezzane, ndr) che ha avuto il coraggio di denunciare il tentato illecito: l’Italia ha bisogno di gente come loro“.
Anche il fatto di arrivare persino a somministrare calmanti dimostra che non c’è veramente limite al peggio…
“Ecco, spero veramente si tratti di un caso isolato, figlio della disperazione di un giocatore (Marco Paoloni, ndr) che versava in condizioni critiche alla luce dei debiti e della malattia del gioco che l’avevano progressivamente portato ad agire in quella maniera”.
Prevale maggiormente la sensazione di delusione oppure è il caso di parlare di vera e propria rassegnazione dinnanzi a questo scempio?
“Personalmente, in quanto giornalista operante in questo settore, mi sento profondamente deluso e offeso in quanto io parto dal presupposto di raccontare partite vere e mi sento preso in giro da chiunque cerchi di ingannarmi sul lavoro. Non escludo che non ci siano stati match truccati, spero che certi comportamenti vengano riconosciuti e giudicati come tali, in modo che i colpevoli vengano puniti a dovere. Rassegnarsi è sbagliato”.
Come possono agire le società per arginare questi giri loschi, sempre che non siano anche loro parte integrante del sistema, come il recente caso Buffone insegna…
“Mi auguro che non esistano al mondo dirigenti coinvolti in tutto ciò e che le società siano ignare di tutto. Bisogna ritornare come una volta, a quando cioè i calciatori rappresentavano la parte sana del calcio. Oggi non è più così. A maggior ragione, certi fatti vanno denunciati: occorre che chiunque abbia sospetti di qualunque tipo si rivolga alla Procura e fornisca loro tutte le prove che possiede. Come abbiamo visto a Cremona, quando una Procura si muove, può smascherare i truffatori”.
Le promozioni di Atalanta e Siena si possono considerare a rischio? Ed in Lega Pro quali scenari possono verificarsi?
“Atalanta e Siena non mi sembrano a rischio. Questo perché entrambe le società non sono coinvolte in questo scandalo, quindi non esistono delle responsabilità dirette; semmai, ci potrebbero essere delle responsabilità oggettive di tesserati ancora da verificare. Tra l’altro, anche in Lega Pro, non parliamo di giocatori disperati e senza stipendi da mesi quanto invece di professionisti regolarmente pagati: dunque, c’è un problema generale di persone disoneste che vanno denunciate e condannate”.
I tifosi dicono: il calcio di oggi non è più credibile. Sarà dura smontare queste convinzioni, specialmente in questi tempi…
“Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Sono convinto che delle migliaia di partite giocate, stiamo parlando di un numero veramente ridotto. I presentimenti li puoi avere verso la fine del campionato quando magari vengono meno le motivazioni ed una squadra può anche accontentarsi di un pareggio. Più che altro, questo è un discorso fisiologico: un conto è la finalità sportiva, ossia accettare un risultato che può andar bene all’una e all’altra squadra; un conto, invece, è accettare partite decise a tavolino solo per gonfiare le tasche di qualcuno e guadagnare soldi facili. Prima di generalizzare, dunque, starei molto attento. I tifosi, dinnanzi a tutta questa situazione, hanno la facoltà di agire: pertanto, qualora abbiano il sospetto di sentirsi presi in giro, dovrebbero anche loro denunciare alla Procura eventuali illeciti”.
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