Marco "Nippo" Nappi a TLP: "Vi racconto la mia prima volta alla guida di una prima squadra. Lega Pro, avanti così contro la crisi. Sacrificio? I ragazzi pensano ad altro..."

Dopo 100 partite in Serie A, 84 gol in Serie B e una finale di Coppa Uefa, avrebbe il sacrosanto diritto di "tirarsela". E invece ti assale con la sua disponibilità, ti disorienta con la sua passione e ti mette KO con il suo senso del dovere. Un po' come faceva in campo, da attaccante simpatico ma letale qual era. Marco, o meglio Nippo, Nappi, in esclusiva a TuttoLegaPro.com racconta la sua nuova avventura alla guida del Montalto, formazione di Serie D, al debutto sulla panchina di una prima squadra.
Dalla Liguria alla Calabria. Come mai?
"Mi ha entusiasmato subito la cosa, ho visto che dentro al Montalto c'è gente che ha voglia di far bene, proprio come me. Dopo aver lavorato nella mia scuola calcio e due anni a Savona negli Allievi Nazionali, con buoni risultati, ho deciso di prendere in considerazione l'offerta dei calabresi. E ho fatto benissimo: il presidente Francesco Candelieri, il direttore sportivo Francesco Molina e il consulente di mercato Antonio Palermo si sono dimostrate delle ottime persone. Non ci conoscevamo, hanno creduto in me e nel mio entusiasmo: in due giorni sono riuscito a convincerli, nonostante si tratti della mia prima esperienza in una prima squadra. Faremo un grande campionato, c'è la carica giusta.
La società è stabile e forte. Prova ne è il fatto che si sta interessando a giocatori di Lega Pro. Sarà un bel gruppo, con giocatori trentenni che cercheranno di dare il loro contributo importante in mezzo a numerosi giovani. Credo molto nei ragazzi e nella loro crescita.Con il Savona cercheremo di vedere se si può instaurare un bel rapporto, sarebbe una gran bella cosa".
Obiettivi?
"Io vado per gradini. Si parte con la salvezza, in seguito, se tutto va bene, si punta ai play-off. E' normale che se ogni settimana vinci e ti trovi nelle zone alte un pensierino al primo posto lo fai. Ma ribadisco, il mio primo obiettivo è il mantenimento della categoria".
Magari con un bel modulo offensivo...
"Inutile nasconderlo, ho fatto la punta per più di vent'anni: la miglior difesa è l'attacco. L'importante, comunque, in queste categorie, non è il modulo ma il saper motivare. Lavorerò per rendere la squadra divertente ma sempre badando al sodo.
Spero che i miei ragazzi seguano l'esempio di Nappi non per le mie qualità da calciatore ma per la voglia di centrare gli obiettivi. Da piccolino volevo giocare in Serie A e ci sono arrivato dopo tanto lavoro. Lo devono capire i ragazzi di oggi: serve rinunciare a qualcosa per arrivare a certi livelli. Adesso purtroppo si pensa più al divertimento che al sacrificio. Un'idea per me inconcepibile, visto che proprio sacrificio è la parola che mi ha sempre accompagnato in tutta la mia carriera.
Chiusura sul professionismo che cambia: addio a Siena e Padova...
Spiace tantissimo nel vedere due piazze del genere fuori dal calcio che conta. Mi viene tanta tristezza se ricordo la bolgia infernale dei loro stadi quando ci giocavi contro. D'altro canto, però, tali esclusioni devono far riflettere: il pallone italiano rischia di fare una brutta fine.
A tal proposito la Lega Pro sta cercando di porre rimedio al malessere generale, muovendosi in maniera efficace: pensa al settore giovanile e non solo ai soldi. Una scelta coraggiosa ma necessaria, soprattutto guardando l'ultimo mondiale e le ultime coppe europee. Complimenti alla Terza Serie, è un esempio".
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