INTERVISTA TC - Pagni: "Serie C fucina di talenti, gli esempi sono innumerevoli"

INTERVISTA TC - Pagni: "Serie C fucina di talenti, gli esempi sono innumerevoli"TMW/TuttoC.com
mercoledì 27 aprile 2022, 23:00Interviste TC
di Dario Lo Cascio

Danilo Pagni, direttore sportivo dal lungo curriculum, dalla prima categoria alla Serie A, di recente a Viterbo e Terni passando per le esperienze al ChievoVerona e al Milan, protagonista di alcune remuntade storiche, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per un commento sui temi caldi della Serie C

Qualche tempo fa Paolo Nicolato, tecnico dell'Under 21, con una battuta in parte strumentalizzata, ha accennato alla possibilità di pescare in terza serie, vista la mancanza di giovani promettenti. La Serie C può essere davvero un serbatoio di calciatori di prospettiva?
"Con Nicolato abbiamo lavorato al Chievo, chiacchierando durante le pause pranzo capii il suo acume. Lì portai Massimiliano Gatto, svincolatosi dalle giovanili della Reggina. Fu capocannoniere Allievi per poi passare in Primavera e ritagliarsi spazio nelle nazionali giovanili e in Serie B,aggiungo che al mio esordio in serie B da Direttore Sportivo della Ternana contro il Pisa di Gattuso lui segnò il gol decisivo dell'1-0. Sempre al Chievo pescai giocatori come Carretta dal Matera, oggi protagonista in B,  Domenico Franco e Falzerano dalla Salernitana fallita, oltre a tantissimi altri. Va citato anche Canotto, che visionai in Serie D, partita Rossanese-Mazara. Lo indicai al Chievo, poi andò al Siena e si fece notare al torneo di Viareggio. Quando andai alla Salernitana chiamai Marco Mezzaroma al fine di farlo arrivare in granata. Lì non era titolarissimo poichè avevo preso un altro under, Gustavo Vagenin, che poi mi ritrovai contro al Milan in Europa League".

Un altro giovane che ha fatto un bel salto dalla C e  che ora è protagonista in B è Alessio Zerbin. 
"Quando subentrai alla Viterbese di Camilli portai ll valorizzato Thiam , portiere della Spal,mentre Zerbin aveva un problema alla caviglia e  insistetti perché risolvesse, con la supervisione del Napoli. Quando arrivò mister Calabro e lui riacquisì la condizione, si impose sia da quinto di centrocampo che da attaccante esterno. Un altro giocatore che potrei citare è Immobile, che trovai in panchina in un Gallipoli-Sorrento. Il problema più grande del calcio italiano giovanile, è la conoscenza specifica, l'intuito nel pescare il giocatore e far valere il merito. Rivas, Pobega, Giraudo, Hristov, Bifulco e Gagno li presi tre anni fa a Terni, in parte su contribuzione economica Purtroppo non giocavano perché ritenuti troppo giovani, ma avevamo visto bene. Perché ora sono tutti protagonisti. Possiamo annoverare tanti calciatori, definiamoli vaccinati dalla serie C e sui quali qualcuno aveva anche delle remore: Insigne alla Cavese, Politano al Perugia. Feci tanti chilometri per vederli e recensirli così come per Acerbi all'epoca al Pavia, tre aerei e due noleggi e dopo la sconfitta dei play off me lo ritrovai da solo in un bar del centro scosolato e affranto per aver perso la finale. Poi le nostre strade si ritrovarono sempre nei miei taccuini  quando militava nella Reggina e lo promossi senza indugio".

In quale occasione lei si rimprovera di aver perso tempo nell'acquisire una giovane promessa?
"Con D'Ambrosio oggi all' inter, a Sorrento tentennai e lo prese la Juve  Stabia e mi segnò nel derby ma in un ruolo diverso, da quinto di centrocampo".

Salvatore Esposito, nazionale Under 20 e 21, è anche lui passato dalla C dopo che l'Inter lo ha ceduto alla Spal, conservandosi una percentuale della futura rivendita.
"Sì, andò al Ravenna ma primala Vibonese ebbe l'occasione di prenderlo attraverso una mia imbeccata al direttore Lo Schiavo, persona perbene e dirigente preparato, adesso alla Roma. Ma all'epoca non fu appoggiato per concretizzare il suo arrivo". 

Cosa pensa di quanto accaduto a Catania?
"Le istituzioni hanno fatto un gioco di squadra per provare a salvare il club. Per esprimere giudizi bisogna conoscere le dinamiche. Si può dire che forse i tempi non sono stati quelli corretti. Il problema del calcio in Serie C è la sostenibilità. I presidenti vanno supportati con iniezioni economiche certe, la ripartizione degli introiti non è equa. I presidenti, oltre ad essere scremati tramite un severo rating, devono ricevere sostegno dalla Serie A e dalla B e devono lasciare qualcosa a questa meravigliosa categoria. Sono finiti i tempi dei presidenti mecenati".

È risaputo che lei ha anche avuto intuizioni sugli allenatori come Gattuso, Lucarelli, Liverani, oltre ad aver lavorato gomito a gomito con Braglia, Auteri, Simonelli, guru della categoria; famoso il rifiuto di Sarri che proveniva dalla Sangiovannese quando gli offrì il Gallipoli preferendo il Pescara. Oggi chi si sente di reclamizzare o meglio profetizzare?
"Ho deciso di essere più geloso dei miei appunti (ride, ndr). Nel 2011 quando ero Direttore generale della Salernitana, Tare e Calveri mi presentarono Simone Inzaghi e mi dissero che era un predestinato. Così fu, da allora faccio tesoro di ogni intuizione; Inzaghi oltre ad essersi consacrato un grande allenatore, è un'ottima persona, umile, attorniato da uno staff molto competente. Recentemente ho incontrato Fabio Caserta in occasione della rifinitura del Benevento ospite a Castrovillari mio paese d'origine. Ottimo mister, da calciatore lo portai dal Locri all'Igea Virtus a parametro zero e poi si innescarono un susseguirsi di plusvalenze: Acireale, Catania, Palermo, Lecce, Atalanta. Persona sempre rispettosa che ancora mi da del lei".

Sudtirol e Modena hanno raggiunto il Bari in Serie B.
"La promozione del Sudtirol è l'apice di un ciclo. Un ambiente sereno, familiare, un'organizzazione snella e operativa, poche pressioni. Il Padova è arrivato secondo anche quest'anno, la fortuna non è dalla sua parte, visti gli investimenti anche ingenti forse qualcosa di più si poteva fare. La Reggiana invece, ha trovato davanti a sé un super Modena, ha fatto quello che poteva. Il Bari ha investito tanto dal punto di vista economico, ma la differenza l'ha fatta il pragmatismo di Ciro Polito. La società lo ha fatto lavorare. Il Catanzaro è arrivato ancora secondo ma nulla da rimproverare al presidente Noto. Nei playoff ora può succedere tutto, non faccio pronostici. È una grande incognita, chi si ferma ora due settimane potrebbe giovarne o esserne penalizzato, le variabili sono troppe".

Dopo tredici stagioni tra B e A, il Crotone torna in Serie C.
"Una favola per ben due volte. Partire dalla Prima Categoria e arrivare in Serie A, retrocedere e risalire nuovamente. Una favola agrodolce. Conosco la famiglia Vrenna, si rimboccheranno subito le maniche. Io comunque investirei sulle strutture e sul settore giovanile con altissime professionalità. Da Calabrese Mi dispiace sia retrocesso".

Il suo futuro?
"Credo nello studio, nell'aggiornamento continuo e incrociato ma soprattutto credo ancora nella meritocrazia".