ESCLUSIVA TLP - HinterReggio, Venuto: "Play-off? I conti alla fine. Nel calcio tanti raccomandati"

ESCLUSIVA TLP - HinterReggio, Venuto: "Play-off? I conti alla fine. Nel calcio tanti raccomandati"TMW/TuttoC.com
Antonio Venuto
© foto di Anto.Abbate/TuttoLegaPro.com
venerdì 8 febbraio 2013, 16:00Interviste TC
di Sebastian DONZELLA

Attraversato lo Stretto, il "vizietto" non è cambiato. Antonio Venuto, da Milazzo all'HinterReggio, non ha portato solo i bagagli ma anche i risultati. Quelli che stanno permettendo ai calabresi di provare l'ebbrezza, attualmente, della salvezza diretta. Ultimi con soli tre punti in sette giornate, da quando hanno conosciuto (e seguito) il loro nuovo "condottiero", i reggini hanno radicalmente cambiato il proprio campionato. Mantenendo, negli ultimi mesi, una media da play-off (LEGGI QUI).TuttoLegaPro.com ha intervistato in esclusiva per i suoi lettori il tecnico dell'HinterReggio, Antonio Venuto. Con lui abbiam parlato di mentalità, raccomandazioni, tifosi, lavoro e coraggio.
 

Una sensazione bella ma strana per un mister che, dopo aver portato per la prima volta in Lega Pro e ai play-off tra i Professionisti il Milazzo e aver guidato la Primavera della Reggina, si era ritrovato senza una squadra a inizio stagione.
 

"Quanto è strano questo mondo del calcio. Dopo aver lasciato la Reggina, perché volevo tornare a cimentarmi con una squadra di "grandi", ho avuto grosse difficoltà a trovare un ingaggio, nonostante i risultati ottenuti nelle ultime stagioni. Purtroppo ci sono tanti allenatori raccomandati. Io sono fiero di poter dire di aver fatto tanta gavetta e di essermi conquistato, sul campo, tutte le categorie in cui ho finora allenato. Mi dispiace perché tanti mister di ottimo livello, con campionati Primavera vinti alle spalle, sono a spasso. E questo è grave perché ne risente anche il livello del calcio. Devo ringraziare il presidente Pellicanò per avermi concesso questa opportunità. Credo di star ricambiando la fiducia sua e della società nel migliore dei modi".


Una cavalcata, quella dei calabresi, che li ha portati non solo dall'ultima piazza alla salvezza diretta ma anche a nove punti dagli spareggi promozione. Venuto, però, non vuole che si perda la concentrazione.

"Play-off? Ho preso questa squadra ultima in classifica e siamo arrivati, al momento, fuori da retrocessione diretta e play-out. Considerando il fatto che volevamo salvarci attraverso gli spareggi credo di stare andando oltre le aspettative. Quello che dico sempre è che i conti si fanno alla fine. Il 12 maggio si vedrà chi avrà raggiunto il proprio obiettivo e chi no. Se in quella data saremo stati così bravi da raggiungere una posizione in classifica che non oso nemmeno nominare, allora sarò ancora più felice. Sono convinto che la distanza tra l'ultima ammessa ai play-off e la prima salva dai play-out sarà al massimo di 3-4 punti. E' un campionato equilibratissimo in cui non si possono fare passi falsi: credo che una decina di squadre debbano aver paura. Retrocessa non c'è ancora nessuna squadra. Ogni team le proverà tutte: le squadre in fondo al gruppo come Aversa e Fondi hanno cambiato allenatore per tentare di raggiungere la salvezza. Chi invece è vicina all'obiettivo è la Salernitana. Per me ha già vinto questo campionato: sono una corazzata per questa categoria".

Ma qual è il segreto del tecnico siciliano?

"Il lavoro, l'abnegazione e la serietà sono tutto. Da quando sono arrivato qui, ho lavorato molto sulla testa dei giocatori: sono convinto che la mentalità sia la parte più importante per esprimersi al meglio. Poi, sul piano tattico, ho adottato il 3-5-2. A Coverciano (dove il tecnico ha conseguito il Master per allenatori di Prima categoria, per poter allenare anche club di massima serie, insieme a personaggi del calibro di Roberto Baggio, Devis Mangia, Emanuele Filippini e Valerio Bertotto NdA) si è parlato spesso di questo modulo, che usano grandi squadre in Serie A come la Juventus e che avevo utilizzato anch'io con ottimi profitti la passata stagione nella Primavera della Reggina".

Un tecnico preparato e allo stesso tempo coraggioso che ha deciso di lasciare una comoda posizione in un prestigioso settore giovanile per ritornare sui campi di Lega Pro.

"Ho deciso di mettermi in gioco, di fare questo salto nel vuoto. Sono rimasto senza contratto per alcuni mesi e dopo è giunta questa chiamata. Quello alla Reggina spero sia stato un arrivederci, non un addio. La loro è una società modello che tiene molto ai giovani. Io però sentivo di voler allenare squadre professionistiche non a livello giovanile. Chi mi conosce sa che amo il contatto con il pubblico. Qui purtroppo, con il fatto che c'è già una squadra in Serie B, non sono in molti a seguire l'HinterReggio: i tifosi sono circa 200. A loro, però, devo fare i complimenti: sono affezionatissimi, ci seguono anche durante gli allenamenti, ci appoggiano anche nelle situazioni più critiche. Il peccato è che, giocando al Granillo in uno stadio di 20mila posti, questa componente si perde".

Il pensiero del tecnico, parlando di tifosi, corre subito a Milazzo, dove è considerato una star, avendo portato, in due anni, la squadra rossolù dall'Eccellenza a un passo dalla Prima Divisione.

"Spero che il Milazzo, anche se guardando la classifica sembra una missione impossibile, riesca a salvare il proprio titolo di Lega Pro. Io sono un ambasciatore di Milazzo. La sento come la mia città, mi è rimasta nel cuore. Le più belle pagine calcistiche le ho scritte lì. Non posso dimenticarmi la storica promozione in Lega Pro e il terzo posto al debutto tra i professionisti. Lì i tifosi hanno reso possibile tutto: da vero dodicesimo uomo in campo, ci hanno sospinto anche durante le difficoltà. Latina, Trapani, Avellino? Sono convinto che se si fosse data l'occasione al Milazzo di continuare a crescere, a quest'ora a lottare per la B ci sarebbero stati i mamertini. Mi dispiace che tanti ragazzi, con me nella cavalcata alla Lega Pro, non abbiano avuto chanches tra i Professionisti e adesso si trovino tra Dilettanti ed Eccellenza. Avevano conquistato sul campo la categoria, meritavano di provarla. Non solo i giocatori, ma anche alcune componenti dirigenziali come il DG Benedetto Bottari. Il mio addio a Milazzo? Avevo già pensato che si stava chiudendo un ciclo e che era giunto il momento di andarmene, da vincente. I segnali non erano più positivi. E la nuova società non ha cercato in alcun modo di trattenermi".