ESCLUSIVA TLP - Antonio Piccolo: "A 23 anni ho chiuso col calcio giocato, ora faccio l'agente. Ecco perché..."

Da calciatore ad agente FIFA. Una strada che in tantissimi compiono, finita la loro carriera. L'ATA Hotel Executive, in queste sessioni di mercato, era pieno di gente di mezz'età, tutti protagonisti nella loro giovinezza con un paio di scarpe da calcio ai piedi. C'è chi, però, questo passaggio l'ha fatto da giovanissimo. Come Antonio Piccolo, portiere classe '90, che ha appeso i guantoni al chiodo già un anno fa. TuttoLegaPro.com ha intervistato l'ex guardiapali di Juventus e Milazzo (chiamato a metà stagione per infortuni e squalifiche dei due titolari, debuttò in maniera indimenticabile, parando subito un rigore), per capirne le motivazioni.
Smettere di giocare a 23 anni è sorprendente. Lo è ancora di più se inizi subito la carriera da agente...
"Sono rimasto legato al mondo del calcio perché non puoi frenare una passione. In pochi mesi sono passato dai campi da calcio ai libri, ho studiato sodo e sono riuscito a passare il fatidico esame per diventare agente FIFA. Perché ho smesso? Sono rimasto scottato dalla mia esperienza non felicissima di calciatore. Intendiamoci: ovunque sono stato ho avuto belle esperienze sul terreno di gioco, rimanendone sempre gratificato. A Milazzo, ad esempio, giocai solo 4 partite, dopo esser stato tesserato a metà stagione. Feci delle ottime prestazioni aiutando i rossoblù a disputare i play-off e i tifosi mi osannarono subito. Nella mia carriera, però, alcune situazioni fuori dal campo mi hanno deluso, allontanandomi dal calcio giocato. Adesso vado ai campetti con gli amici, rigorosamente da attaccante. E nel frattempo vorrei portare avanti questa mia nuova professione sfruttando i contatti avuti nella mia breve carriera".
Diciamo che un assistito di valore ce l'hai in casa...
"Mio fratello Felice, dopo le esperienze con Juventus ed Empoli, ha avuto una grande carriera all'estero, arrivando anche in Champions League col Cluj. Ora sono contento che mio fratello sia tornato in Italia. Non sono il suo procuratore, sia chiaro. Ma faccio parte del suo entourage e posso dire che meritava molto di più dal nostro Paese".
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