ESCLUSIVA TLP - Ancona, pres. Miani: "Il calcio dovrebbe essere patrimonio di tutti, il progetto Sosteniamolancona parte da questa idea. E sul campionato..."

28 anni fa fu Camillo Florini, braccio destro dell'allora patron Edoardo Longarini, oggi David Miani: e così l'Ancona torna ad avere un proprio dirigente nel Consiglio Direttivo della Lega Pro. Una figura importante quella del presidente dorico, anche ambasciatore, se così si può dire, di un club gestito dai tifosi, progetto nel quale crede fortemente anche il numero uno della Lega stessa, il dott. Gravina: per addentrarci meglio in questa nuova realtà del calcio, TuttoLegaPro.com parla in esclusiva con Miani. Partendo però anche da quella che è stata la gara di campionato pareggiata a Pontedera.
Posizione in classifica consolidata almeno per il momento, il girone B è ancora aperto a tutto. Comunque soddisfatto del pareggio che l'Ancona ha ottenuto a Pontedera?
“Le vittorie servono per guadagnare punti che danno risultati importanti e obiettivi molto interessanti che per noi erano comunque inaspettati, ci riteniamo felici, soddisfatti e orgogliosi del percorso che finora la squadra ha intrapreso. Contro il Pontedera, se si fosse vinto a fronte del secondo tempo, non avremmo rubato nulla, ma alla stessa maniera i granata potrebbero dire della prima frazione, quindi credo che il pareggio, dato l’equilibrio della gara, sia il risultato giusto. Il calcio è questo, se non si concretizzano le occasioni si rischia di perdere”.
Il quarto posto del girone centrale è però quello più in bilico in chiave play off: non c’è il rammarico per una mancata vittoria che avrebbe potuto impensierire le quarte degli altri due gironi?
“Un punto può far sempre la differenza, ed è vero che a noi le lunghezze conquistate servono non solo per il nostro campionato ma anche per vedersela con gli altri gironi: la nostra classifica ha una doppia valenza. Ma comunque siamo soddisfatti per questa stagione, anche se non dovesse finire come speriamo. Però mancano quattro giornate, vediamo come sarà”.
Per l’Ancona è stato una sorta di anno zero, anche a livello societario sono cambiate molte cose che si sono poi rivelate propizie per un nuovo percorso. Potrebbe essere questo un esempio per tante altre realtà?
“E’ vero, inizialmente il percorso di Sosteniamolancona era una grossa incognita, ci siamo confrontati molto anche in Lega prima di attuare tutte le varie strategie, ma di certo non è una soluzione per il calcio. E’ semmai un contributo importante per avere un punto di vista alternativo che serve anche a mettere a nudo le problematiche del calcio: ci auguriamo, almeno per quel che ci concerne, che possa proseguire, la strada è quella giusta, e lo dimostrano anche i vari progetti in essere. Si deve lavorare in quella direzione, come società abbiamo dato grande importanza anche al territorio dorico e all’etica che deve passare attraverso il calcio, vogliamo prima gli uomini e poi gli sportivi”.
Non sarà una soluzione per il calcio il trust di tifosi, ma sempre più società ricorrono al loro aiuto, più o meno direttamente...
“Indubbiamente serve un calcio più umano e sostenibile, non si può pensare che il calcio possa essere sostenuto dai ricchi e dai vari avventurieri di passaggio. Nel girone B in tanti hanno società già attive in questo senso, ma va detto che non sono discorsi o progetti semplici, però il fatto che la Lega Pro abbia voluto nel consiglio di Lega quello che fino a due anni fa era un tifoso (Miani si riferisce a sé stesso, ndr) significa che c’è sensibilità e interesse all’argomento, non è campato per aria”.
Venendo proprio al girone B: il campionato rischia di essere nuovamente decisivo anche lontano dal terreno di gioco, con corsi e ricorsi giudiziari che si protrarranno a lungo termine, e molte società rischiano poi di sparire dal calcio che conta.
“Questa è un po’ la problematica di fondo del calcio, anche in Seria A sono complessivamente 500milioni di euro i debiti delle società: trovo difficile che si parli di calcio come del paese dei balocchi, le società sono aziende che meritano rispetto, ma si sta smontando il tutto per l’interesse di pochi. Il calcio dovrebbe invece essere patrimonio di tutti, è lo sport più praticato di Italia, e può quindi dare sviluppo nelle generazione che verranno, anche in chiave di integrazione sociale. Penso vadano riviste molto cose, non dovrebbe essere sprecato tale patrimonio”.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore Responsabile: Ivan Cardia
© 2025 tuttoc.com - Tutti i diritti riservati