Latina, che errore mandare via Fontana! Disastro Liverani, Re Mida Menichini: e a Foggia è caos totale

Rispetto alle settimane passate, oggi vogliamo aprire l'editoriale parlando di calcio giocato. Perchè questo campionato ci sta regalando emozioni a ripetizione ed è un peccato che l'aspetto tecnico venga spesso in secondo piano a causa di vicende che non c'entrano nulla con il calcio. Partiamo dal girone settentrionale. Stavolta non cambiano le gerarchie in vetta alla classifica. Dopo settimane contraddistinte da risultati a sorpresa, ribaltoni e colpi di scena, il Vicenza fa la voce grossa e si conferma capolista battendo per 2-1 una Union Clodiense che, al netto della retrocessione ormai certa in serie D, ha provato fino alla fine a strappare il pareggio imbattendosi nelle parate decisive di Confente. La formazione di Vecchi, spinta da un pubblico eccezionale e di categoria superiore, ha regolato la pratica in 10 minuti grazie alla doppietta di uno scatenato Morra, favorito dalle giocate di un ritrovato Ronaldo e dalle continue sovrapposizioni di Costa e Della Latta. In attesa del derby con la Virtus Verona, i biancorossi mantengono un punto di vantaggio sul Padova: uno scenario oggettivamente impronosticabile sia alla fine del girone d'andata, sia dopo l'1-1 nel derby di ritorno. I biancoscudati, con un po' di sofferenza nel finale, vincono con il medesimo risultato contro un Lecco comunque rivitalizzato dalla cura Valente. Varas ne segna due e regala 270 minuti di speranza a chi, forse, ha mentalmente staccato la spina troppo presto sottovalutando il ritorno di fiamma di un avversario che sta facendo valere esperienza e blasone in questo testa a testa tale da appassionare migliaia di tifosi. Gran cuore, invece, per il Lumezzane: prima il pareggio acciuffato sul campo della FeralpiSalò al 90', poi la doppia rimonta nell'anticipo con un Novara comunque apparso più equilibrato da quando Mascara siede sulla panchina piemontese. Anche dal punto di vista atletico vediamo calciatori che corrono e va dato atto a gente come il preparatore Pasquale D'Antonio che, pur lontano dalle luci dei riflettori, sta offrendo un contributo importante.
Nel girone B appena 90 minuti separano l'Entella dal ritorno in serie B dopo 4 anni di attesa. La squadra di mister Gallo, dominatrice incontrastata nel girone di ritorno, fa la voce grossa in casa del Campobasso e si assicura i tre punti già nei primi trenta minuti; a sbloccare il match ci ha pensato il solito Di Noia con un missile da 25 metri, un gesto tecnico che raramente vediamo a questi livelli. Un capolavoro firmato da una società che non ha mai lesinato sforzi economici e che, nel tempo, ha capito che i cosiddetti "grandi nomi" contano meno di giovani affamati e di gente che conosce la categoria come le proprie tasche. Un plauso anche a mister Gallo, arrivato l'anno scorso con l'obiettivo di evitare una clamorosa retrocessione in serie D e oggi artefice di un'impresa sportiva che quasi certamente varrà il rinnovo per la prossima stagione. Deve rassegnarsi la Ternana, cui scelta di esonerare Abate continua a far discutere. Soprattutto perchè il suo sostituto, Liverani, è reduce da una serie di esperienze fallimentari culminate con gli esoneri di Cagliari, Salerno e Parma e con la retrocessione di Lecce con quasi cento gol subiti in una sola stagione. Lo 0-1 col Carpi (gol di Casarini all'87') ha acuito lo strappo tra società e pubblico, al punto che il presidente ha indetto una conferenza stampa per chiedere unità e compattezza in ottica playoff. Ma effettivamente appare insensato cambiare guida tecnica dopo un campionato in parte dominato e che dava ancora la possibilità di credere nel primo posto. Chi è crollato da tempo, invece, è il Pescara. Baldini dovrà dimostrare negli spareggi di avere ancora in mano le redini dello spogliatoio, chissà queste continue voci sul futuro societario quanto hanno pesato nel calo progressivo di una squadra che non valeva il primato, ma nemmeno tutte queste sconfitte in serie. Un plauso a Menichini che, col suo Pontedera, ottiene la salvezza e sogna i playoff. Stiamo parlando di un allenatore che ha quasi sempre raggiunto l'obiettivo richiestogli: Crotone, Pisa, Salerno, Monterosi, Turris e tante altre esperienze per chi, assieme a Mazzone, lanciava un giovanissimo Totti in A a Roma dimostrando di essere competente.
Nel girone C, infine, fa la voce grossa l'Avellino grazie al colpaccio di Catania che sa di promozione diretta. Biancolino, profondo conoscitore dell'ambiente, ha plasmato un gruppo caratterialmente a sua immagine e somiglianza, ma non è eresia nè un voler sminuire far notare che i lupi hanno comunque approfittato dei tanti stravolgimenti della classifica e del crollo del Benevento. Metaforica tirata d'orecchie al Latina che, dopo il ko col Trapani, manda via Boscaglia. In estate era proprio necessario troncare con Fontana, cui unica colpa era quella di aver fatto un pensierino alla Salernitana che era reduce dalla A e gli offriva una grande occasione professionale? A Gubbio il mister sta confermando di essere un valore aggiunto, in casa nerazzurra si staranno mordendo i gomiti. E chiudiamo con le dolenti note. La Lucchese continua a non capire quale sarà il suo futuro al netto di qualche mensilità finalmente corrisposta, acque agitate a Messina, a Foggia invece il presidente Canonico si è disimpegnato al punto che in trasferta a Crotone si va con i soldi degli sponsor. E' davvero così sbagliato pensare a una riduzione drastica del numero di squadre con criteri stringenti per l'iscrizione? Un caos totale che, come detto in apertura, sta rovinando uno dei campionati più avvincenti dell'ultimo decennio.
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