L’altra faccia della medaglia dei due casi di stagione. Milan, manuale su come non si fa una seconda squadra

Il Taranto è stato estromesso, la Turris quasi. In settimana arriverà il verdetto sui campani, mentre i pugliesi annunciano improbabili ricorsi e in giornata la Lega Pro si riunirà in consiglio direttivo. Il tema, ovviamente, è a monte e riguarda soprattutto la Federcalcio: dalla Serie C è già arrivata la disponibilità ad anticipare i tempi per la stretta sui controlli iniziali - peraltro resta un tema: fatte le dovute proporzioni, iscriversi in A sarà più semplice che in B o C - ma le soluzioni non le può certo trovare la Lega.
L’altra faccia di questa medaglia è che i controlli, per quanto fastidio possa dare un campionato pregiudicato (falsato è termine abusato e che non ci piace troppo) dalla riscrittura della classifica a poche giornate dalla fine, hanno in qualche modo funzionato. Non a inizio stagione, evidentemente, quando la FIGC ha ammesso i due club al campionato, ma in corso d’opera: a differenza di molti casi del passato - da ultimo quello del Catania nel 2021 -, Taranto e Turris non sono fallite. In altri tempi avrebbero continuato il campionato non pagando nessuno, falsandolo a nostro giudizio ancora di più. Poi, si torna a quanto sopra (ma se n’è scritto tanto, quasi troppo, in queste settimane): i controlli possono essere più rigidi e le idee - aspettando di vederle messe in pratica - ci paiono utili.
Forse non si parla abbastanza del Milan dei giovani, che ha problemi ancora più grossi di quello dei grandi. Dopo il pareggio a reti bianche con il Perugia e la contestuale vittoria del Sestri Levante sul Campobasso, il Milan Futuro è ufficialmente - sebbene momentaneamente - ultimo in classifica. Il club rossonero in questa stagione sembra aver stilato un manuale su come non si debba gestire una seconda squadra: ha chiamato dall’estero un dirigente che non sapeva nulla della Serie C; ha preferito Daniele Bonera a Ignazio Abate (che aveva lavorato con lo stesso gruppo e guida la Ternana seconda); ha evitato di dare qualsiasi tipo di certezza ad alcuni elementi in rosa (uno su tutti: Camarda sta con i grandi o con i piccoli? Non si è capito e nel frattempo ha giocato pochissimo con entrambi, segnando 4 gol); l’operazione legata a Samuele Longo è tutto quello che non si dovrebbe fare sul mercato. Per evitare lo sprofondo ha cambiato allenatore chiamando Massimo Oddo - nulla da dire, ultimo dei responsabili, ma in C ha una ventina di panchine - e adesso rischia la retrocessione in D. Con annessa possibile beffa: a sottrarle il posto in terza serie sarebbe proprio l’Inter. A cui converrà prendere spunto dal manuale dei “cugini” per evitare di ripetere gli stessi errori.
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