Fabio Bazzani & Alessia Merz
Una classica notte d’estate, il clima rovente della Costa Smeralda e un torneo di tennis che si è rivelato galeotto. Era il 2004, lei bellissima, occhi verdi che incantano, sorriso abbagliante. Lui impeccabile, senza divisa e scarpini da calcio ancora più intrigante.
Alessia Merz si racconta a TuttoLegaPro.com per la nuova rubrica "Ho sposato un calciatore" e parla della sua unione con Fabio Bazzani, ex bomber di Spal, Perugia, Sampdoria e Lazio. Sei anni in cui il loro amore è cresciuto e continua a dare soddisfazioni. Il matrimonio, due splendidi bambini, Niccolò e Martina e poi, Alessia, che si descrive come una mamma e una moglie fiera di aver costruito una famiglia così.
Ciao Alessia, mentre parliamo sei in spiaggia con Fabio e i vostri due bambini a Milano Marittima, una vacanza a misura di famiglia dunque?
"Si, come ogni anno, il mese di Luglio, ci spostiamo qui a Milano Marittima e sia io che Fabio ci dedichiamo completamente ai nostri bambini. Un po’ di tempo tutto per noi lo prendiamo il mese di giugno, trascorrendo un po’ di giorni a Miami, ma ora che i bambini crescono e cominciano a sentire la nostra mancanza cerchiamo di stare con loro il più possibile. Poi tra poco Fabio inizierà gli allenamenti e dato che Milano Marittima e Bologna sono vicini io rimarrò qui al mare con i bimbi e mia madre".
Quando hai conosciuto Fabio, lui era all’apice della sua carriera e anche tu lavoravi molto nello spettacolo. Banalmente verrebbe da accostarvi al classico binomio velina-calciatore, ma tu, invece, cosa hai pensato in quel momento?
"Io e Fabio ci siamo conosciuti durante un torneo di tennis in Sardegna, nel quale tutto girava intorno al mondo dello spettacolo. Probabilmente c’erano tutti i presupposti per pensare che sarebbe stata la solita storia estiva. Ma il nostro è stato amore a prima vista. Sembrerà banale dirlo, ma è così. Binomio veline-calciatori? E’ la realtà, perché gli ambienti che si frequentano sono gli stessi, difficilmente si incontrano dottori. Il nostro legame, comunque, è stato potente da subito e i discorsi che si facevano non erano quelli di una banale attrazione tra due ragazzi. All’inizio, però, non è stato semplice, di lì a breve io sarei dovuta partire per “L’isola dei famosi” e non potevo immaginare come sarebbe andata a finire. Sinceramente la lontananza ha rafforzato ancora di più il nostro rapporto e quando sono tornata dall’isola abbiamo parlato subito di matrimonio".
Da quel momento non vi siete più lasciati, avete costruito una bellissima famiglia e tu hai deciso di fare la mamma a tempo pieno. Credi che sia stata fondamentale questa scelta per far funzionare il vostro rapporto?
"Credo che, per rimanere in piedi, un rapporto debba essere coltivato come una piantina di cui prendersi cura per farla crescere forte. E questo è possibile solo se si vive la quotidianità , se si capisce cosa significa avere vicino una famiglia e soprattutto i bambini. E’ pur vero che cambiare spesso città è stato penalizzante per il mio lavoro, ma non me ne pento affatto. Io ho sempre desiderato fare la mamma, la moglie e mi sento appagata. Porto avanti la mia famiglia senza l’aiuto di baby-sitter, anche se i nonni danno un grande aiuto. Sinceramente io non ho rinunciato alla mia carriera, se dovesse arrivare qualche proposta interessante ben venga, ma ne deve davvero valere la pena per togliere tempo a mio marito ed ai miei figli".
Tu sei sempre stata molto tifosa, segui tutte le partite di Fabio anche ora che non gioca più in Serie A?
"Si, è vero, sono molto tifosa e lo ero ancora prima di conoscere Fabio. Quando ci siamo incontrati la prima volta, infatti, già sapevo tutto di lui e dove giocava. A me il calcio è sempre piaciuto e da quando sto con lui cerco di seguirlo ogni domenica allo stadio. Non importa che sia uno stadio di Serie A o di Serie C, quello che conta è il pubblico. Non nego che il Marassi stracolmo di tifosi faceva un certo effetto, ma anche a Pescara mi sono trovata benissimo. Il pubblico seguiva sempre la squadra ed io mi lasciavo coinvolgere".
Negli ultimi anni Fabio ha cambiato spesso squadra, come è stato per te spostarti ogni volta in una città diversa?
"Ti dico subito che tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per piacere. E’ normale che cambiare ogni anno città significa anche dover riallacciare ogni volta i rapporti con persone diverse. Parlo proprio di questioni a livello pratico, come il pediatra per i bambini, il trasloco in una nuova casa ma, per il resto, ho fatto tante nuove conoscenze. Per esempio, nell’anno vissuto a Brescia ho conosciuto una cara amica con la quale adesso sono ancora in contatto. Poi, io adoro il mare per cui negli anni in cui ho vissuto a Genova e a Pescara mi sono trovata benissimo. Ora che i bambini crescono le cose stanno cambiando, però. Niccolò quest’anno frequenterà il primo anno d’asilo, per questo abbiamo deciso di rimanere a Bologna. Già l’anno scorso Fabio aveva scelto la Spal per riavvicinarsi, ora con il passaggio al Mezzolara è proprio a due passi da casa".
Per concludere, ora che lui è quasi alla fine della sua carriera, cosa ti auguri per il suo, anzi, per il vostro futuro?
"Innanzitutto mi auguro che lui si senta realizzato. Qualsiasi cosa faccia, se lui è sereno, anche io e i bambini lo siamo. Mi rendo conto che dopo una carriera come la sua, il distacco è sempre un po’ doloroso. Non è semplice per una persona, che da quando ha 13 anni tira calci ad un pallone, ritrovarsi, la domenica, senza scendere in campo. Non importa quale sarà la sua scelta, l’importante per me è che lui si senta gratificato. Adesso la sua idea è quella di poter, un giorno, allenare una squadra. A me il calcio piace e sinceramente pensarlo come allenatore non mi dispiace affatto".