Lecce, Fabio Brini: ancora tu, ma non dovevamo vederci più

Era terminata con la disperazione sfociata in teppismo la finale di ritorno dello scorso campionato tra il Lecce e il Carpi che ha visto salire in B per la prima volta nella sua storia la piccola società modenese, al cospetto di una corazzata come quella salentina.
Sulla panchina dei biancorossi c'era Fabio Brini che aggiungeva alle promozioni di Ancona (1996/97 e 1999/00) e Salernitana (2007/08) quest'ultima, contro ogni pronostico.
Tecnico esperto e abituato al clima da "dentro o fuori", Brini ha condotto il Benevento a vincere con autorevolezza sul campo del Catanzaro, che in casa in tutta la stagione aveva incassato soltanto otto gol e in due sole occasioni con due gol subìti: Catanzaro-Salernitana 2-2 del 16 novembre 2013 e Catanzaro-L'Aquila 0-2 del 22 dicembre 2013.
In tutto il 2014 finora trascorso, i calabresi hanno preso un solo gol al "Ceravolo", contro il Gubbio il 30 marzo ad opera di Alessandro Radi su punizione velenosa dove neanche Giacomo Bindi è potuto arrivare.
Questi numeri danno il senso dell'impresa della squadra diretta dal tecnico di Porto Sant'Elpidio, che, arrivato in corsa (come a Carpi lo scorso anno) al posto di Guido Carboni a fine gennaio dopo il ko di Lecce (2-0), ha ridato smalto ad una squadra che, come ogni anno, patron Vigorito ha costruito per un solo obiettivo: la Serie B.
Quella serie cadetta che è sogno e dannazione dei sanniti da tanti anni. Domenica prossima al "Santa Colomba-Ciro Vigorito", Brini incontrerà nuovamente il Lecce: stavolta sulla panchina dei salentini non ci sarà Elio Gustinetti, ma Franco Lerda.
Domenica contro il Benevento, nonostante si giochi in un'ottica dei centottanta minuti con partite di andata e ritorno, c'è bisogno di qualcosa di diverso da quello visto contro il Pontedera. Lerda lo sa benissimo e conosce gli aspetti del calcio, soprattutto è conscio che non sempre trovi una squadra che ti grazia, non una, non due, ma cinque volte. Se i toscani hanno peccato di inesperienza, contro i sanniti non è permesso sbagliare: gente come Evacuo, Melara, Negro e lo stesso Mancosu, non aspettano altro. Più concretezza e meno fronzoli per il Lecce: è la logica dei play off a non ammettere tanti svolazzi.
Andando a guardare i precedenti, i due allenatori non si sono mai incrociati, nonostante nel 2007/08 l'attuale allenatore del Lecce era alla guida del Pescara in C1 e Brini è subentrato sulla panchina del Martina a marzo, essendosi già disputate le partite tra adriatici e pugliesi.
A Benevento sperano che sia l'anno buono, mentre a Lecce se ripensano alla finale pareggiata in casa (1-0 all'andata per il Carpi) che ha dato il pass per accedere alla B alla squadra allora diretta da Brini, qualche oggetto contro i sortilegi della malasorte lo toccheranno. Di nascosto, lontano da occhi indiscreti, sperando di non dover cantare il testo di Lucio Battisti "Ancora tu", che da adesso a domenica aleggerà nella loro testa.
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