Dal miracolo Matelica al disastro Ancona: ma perché?

Doverosa premessa: la colpa del disastro che ha portato l'Ancona a non iscriversi al prossimo campionato di Serie C (e a ripartire da non si sa quale categoria dilettantistica) è ascrivibile in buona parte a Tony Tiong. Ma le responsabilità, si sa, vanno sempre suddivise. Ed è per questo che dal banco degli imputati non si possono certamente sottrarre Mauro Canil e Roberta Nocelli, due figure che, fin dall'inizio, hanno caldeggiato l'arrivo di Tiong nel capoluogo dorico, grazie soprattutto alla mediazione di Roberto Ripa e Antonio Postacchini, altre due persone che dovrebbero spiegare cos'è accaduto davvero. È il caso allora di riavvolgere il nastro e tornare indietro di due anni, a quel 31 marzo 2022, quando l'imprenditore malese presentò alla stampa e alla tifoseria biancorossa il suo progetto: un progetto che prevedeva di portare il club in Serie B nel giro di pochi anni, ma soprattutto la realizzazione di una cittadella sportiva, il vero fiore all'occhiello del breve interregno di Tiong e che alla fine si è rivelata la cartina di tornasole del suo mega bluff. In quell'occasione, l'allora presidente Mauro Canil motivò il passaggio di consegne con una crisi economica mondiale senza precedenti e con il fatto che la società non sarebbe stata in grado di andare avanti soltanto con le proprie forze. Da lì, la scelta di puntare su un imprenditore con un ricco patrimonio e con ampie risorse economiche (solo in apparenza): "È una persona che a livello economico potrà far fare un grande salto ad Ancona, come squadra e come città. Quando la cosa si è concretizzata e abbiamo visto la genuinità del progetto, c'è stata molta attenzione nel ricercare chi fosse il signor Tiong: oggi posso dire che Tony Tiong ha le carte in regola per poter far fare il salto di qualità ad Ancona e alle Marche, non solo a livello calcistico. I treni passano una volta sola e penso che su questo sia il caso di salirci sopra: ritengo che questa persona possa darci delle garanzie tali da poter far bene". Parole che oggi, a distanza di due anni, fanno ancora più male: per tutti quei tifosi che ci hanno creduto, ma anche per chi scrive queste righe, che ha da sempre riposto grande fiducia nel duo Canil-Nocelli fin dai tempi di Matelica.
Le domande sono tante e legittime e non le pone solo la stampa: possibile che pochi giorni fa non c'era il benché minimo sentore di quello che sarebbe successo? I continui rinvii di Tiong non hanno mai fatto destare il minimo sospetto agli altri componenti della società? Perché continuare a programmare la nuova stagione con tanto di selfie e comunicati fino a due settimane fa? E soprattutto, perché ci si è fidati di Tiong? Quali sono le famose garanzie che lui e Ripa hanno dato al duo Canil-Nocelli due anni e mezzo fa? Sono quesiti che meritano di trovare risposta. Proprio noi, su queste colonne, scrivemmo nel febbraio 2022 (quando la trattativa per la cessione delle quote era ancora nella fase embrionale) che era troppo presto per compiere voli pindarici: troppi tifosi si erano fatti prendere dal facile entusiasmo e dal presunto portafoglio gonfio di un imprenditore che in realtà non ha mai avuto a cuore le sorti del club. Memori di quanto accaduto solamente un anno prima alla Sambenedettese (stipendi non pagati dal presidente Serafino e società fallita costretta a ripartire dalla Serie D, ndr), avevamo detto di prestare molta attenzione a certi personaggi di dubbia credibilità, provenienti dall'altra parte del mondo e che, per qualche strano motivo, decidono di investire su realtà della Serie C (e che, chissà come mai, adducono sempre come motivazione dell'acquisto, una tifoseria molto passionale): non tutti purtroppo hanno la stessa fortuna di Como e Cesena. Fa specie che tutto questo sia partito da una coppia che, partendo dal basso, si era conquistata il rispetto di tutto il calcio professionistico italiano.
Mauro Canil e Roberta Nocelli, almeno fino a due giorni fa, erano l'esempio perfetto di cosa volesse dire arrivare tra i grandi cominciando da una piccolissima realtà del calcio dilettantistico marchigiano. Un Matelica portato dalla Promozione alla fase nazionale dei play-off di Serie C nel giro di dieci anni, mantenendo sempre una società sana e presa a modello da tutti. Chi scrive queste righe è una persona che ha seguito la squadra fin dai tempi della Serie D e che era presente a Latina quel 18 maggio 2019 in cui conquistò la Coppa Italia di categoria battendo il più quotato Messina: un'avventura culminata con la promozione in Lega Pro e con il raggiungimento dei play-off, superando squadre molto più blasonate come Cesena e Sambenedettese. Ecco perché oggi fa davvero male scrivere queste righe.
Erano giunti ad Ancona in punta di piedi, riportando il club tra i professionisti senza grandi proclami: erano arrivati da eroi, ne escono con le ossa rotte e nel peggior modo possibile. Fidandosi di uno scanzonato che ha dimostrato di non avere mai a cuore le sorti di squadra e città e che se ne è scappato con la coda tra le gambe senza dire nulla nessuno: il 31 marzo 2022 si presentò dicendo che voleva rimanere il più a lungo possibile per costruire qualcosa di importante. Questo è il risultato. E qui veniamo alle altre colpe: in quella stessa conferenza, Canil disse che sarebbe stato sempre accanto a Tiong e che avrebbe fatto il massimo per non far sprecare nulla di tutto quello che era stato costruito fino a quel momento. Promessa purtroppo disattesa. Roberta Nocelli ha invece la colpa di non essersi accorta di quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi negli ultimi mesi: le mensilità non corrisposte non si scoprono certo il 4 giugno. La comunicazione, che negli anni scorsi era stata il suo punto di forza, quest'anno è terribilmente mancata: solo sporadici interventi per ricordarci che la proprietà era presente e una conferenza fiume all'ultima giornata con la salvezza acquisita. Troppo poco: quel "Noi e Voi" diventato un mantra nel suo triennio anconetano, è andato dissolvendosi assieme ai bonifici fittizi di due giorni fa. L'immagine di lei in lacrime davanti ai tifosi nel giorno in cui la cruda realtà stava venendo a galla, simboleggia lo spirito di una donna forte che si è improvvisamente scoperta fragile di fronte all'amara evidenza. In città sono già comparsi striscioni contro la società: uno dei più forti è situato nel cavalcavia del quartiere degli Archi, esattamente a pochi metri di distanza dalla Mole Vanvitelliana, lo stesso luogo in cui Canil annunciò il ritorno dell'Ancona tra i Pro nel giugno 2021 e dove illustrò alla città il progetto di Tiong nel marzo 2022. Come sa essere beffardo il destino.
Domani entrambi saranno inevitabilmente chiamati a dare spiegazioni al sindaco Daniele Silvetti nel corso dell'incontro che è stato convocato in Comune: ma prima o poi dovranno dar conto anche ai tifosi di ciò che è successo. Questa è la triste parabola di un binomio che aveva portato i piccoli tra i grandi e che ora, con l'evidente complicità di altre figure, è riuscito a distruggere quanto di buono aveva costruito. E allora sorge spontanea la domanda: ma perché?
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