Alessandria, Gregucci: “La classifica? Non è questo il momento giusto per guardarla”

Alessandria, Gregucci: “La classifica? Non è questo il momento giusto per guardarla”TMW/TuttoC.com
Angelo Gregucci
© foto di Marcello Casarotti/TuttoLegaPro.com
domenica 29 novembre 2015, 10:00Altre news
di Fabrizio Pozzi

Continua il momento positivo dell’Alessandria, che batte la Giana Erminio per 1-0, e continua la sua scalata in classifica. Al termine della gara contro i lombardi il tecnico dei grigi Angelo Gregucci analizza così, in sala stampa, il match.
Era una partita che temevo molto per quanto aveva fatto, finora, in trasferta la Giana. Dopo un buon inizio non abbiamo fatto benissimo nella seconda metà del primo tempo. Meglio nella ripresa anche se, per trovare il pelo nell’uovo, abbiamo sprecato in modo banale troppe opportunità per chiudere la partita. Il cambio di Nicco? Mi pagano per quello. Se ho cambiato vuol dire che, in quel momento, la mia mediana non mi soddisfaceva né per quantità né per qualità. A volte si cambia in meglio, altre in peggio, ma la gara si stava incanalando su binari pericolosi, senza contare l’occasione da rete che abbiamo regalato agli avversari. Il nostro portiere è stato bravo e ci ha tenuto in piedi, ma se la palla fosse entra avremmo visto un’altra partita. Abbiamo rischiato che la squadra si spaccasse in due, non c’era precisione, troppi portavano palla, mentre l’avversario aveva una sua identità. Non dimentichiamo che la Giana ha calciatori bravi tecnicamente, ha grande compattezza e grande gamba. La nostra gestione del secondo tempo è stata buona, ma una squadra che vuole ambire a qualcosa di importante deve saper chiudere partite come questa. Può sembrare una sfumatura ma, a volte, le sfumature fanno la differenza. Fischnaller? Non mi piace parlare dei singoli, ma credo che oggi abbia avuto buone opportunità per poter segnare, così come diversi suoi compagni. Il compito di un allenatore è mettere i calciatori nelle condizioni di rappresentarsi al meglio.

E, tra l’altro, noi cerchiamo di andare a giocare un calcio dove sulle magliette c’è anche il cognome, che è il massimo della rappresentazione per un giocatore… La classifica? Ho già detto, in tempi non sospetti, che ora non conta. Siamo al 28 di novembre, la classifica guardiamola dopo Pasqua, essere davanti allora avrà un significato diverso. Ora archiviamo questa partita, dovremo recuperare immediatamente dal momento che siamo attesi da molti impegni nelle prossime due settimane. Ho bisogno della completa disponibilità di tutti, non abbiamo tempo per allenarci e, in fasi come queste, il recupero è fondamentale. La gara di Palermo? Cercheremo di andare là per vincere, anche se ci sono due categorie di differenza. Metterò la miglior formazione possibile, e cioè sceglierò elementi freschi e motivati. Il calcio mi ha insegnato che la sana competizione all’interno della rosa aumenta inevitabilmente la competitività della squadra. Cosa è cambiato dopo il mio arrivo? I miei meriti sono minimi, credo che i meriti siano della squadra. Penso che il rapporto tra le persone debba essere basato sull’onestà, sul rispetto dei ruoli e sul merito. Non siamo abituati alla meritocrazia, ma il calcio è una delle espressioni più pulite in questo senso. Se vai in campo e dimostri di essere forte, allora giochi. Il calcio è dei calciatori. Anzi il calcio è stato, è e sarà sempre dei calciatori. Bravi, aggiungo io”.