ESCLUSIVA TLP - Lei non sa chi sono io : Roberto Chiappara (Ostia Mare)

ESCLUSIVA TLP -  Lei non sa chi sono io : Roberto Chiappara (Ostia Mare)TMW/TuttoC.com
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giovedì 18 settembre 2014, 10:20Interviste TC
di Daniele MOSCONI

Dopo due giornate di campionato al primo posto del girone G di Serie D troviamo la sorprendente Ostia Mare. Dopo le roboanti notizie dell'estate, ci saremmo aspettati il Terracina o l'Olbia, invece la squadra con i colori sociali bianco e viola ha sorpreso tutti, guardando le altre dall'alto in basso. 

Dopo la vittoria all'inglese sul campo del Palestrina, è arrivato un 6-2 contro l'Anziolavinio che ha messo la squadra diretta dal nuovo allenatore Roberto Chiappara (guarda caso un ex portodanzese, avendoli diretti la scorsa stagione, ndr) nelle condizioni di essere la protagonista di questo nuovo appuntamento con "Lei non sa chi sono io", la nuova rubrica di TuttoLegaPro.com che vuol dare spazio al mondo della Serie D, intervistando in esclusiva per questa seconda giornata l'allenatore dei romani.

L'Ostiamare, al terzo anno nel massimo campionato dilettantistico, ha perso Maurizio Alfonsi, storico capitano bianco viola, mettendo la fascia al braccio di Adriano D'Astolfo. Il resto della squadra si incentra sull'attaccante Christian Massella (trascorsi anche nel Bari, ndr), giocatore che ha già lavorato con Chiappara all'Anziolavinio la scorsa stagione (12 reti) arrivando quasi a metà campionato. Tra gli altri volti della capolista troviamo Orlando Fanasca e il terzino (ex Anziolavinio anche lui) Marco Angeletti.

Nella sua storia, la piccola realtà romana ha annoverato tra le sue fila Daniele De Rossi (passato poi alle giovanili della Roma) e Manuel Turchi, attaccante nonchè marito della Presidente della Virtus Lanciano in B, Valentina Maio.

Tra i risultati sportivi di rilievo, da segnalare l'unica partecipazione al campionato di C2 del 1989/90 e subito retrocesso l'anno dopo.

Roberto Chiappara ha accettato subito la proposta della società romana, rifiutando le altre offerte che gli erano giunte da club dilettantistici anche più blasonati dell'Ostia Mare. Il progetto e la sicurezza hanno messo l'ex giocatore professionista (oltre 500 le partite disputate) nelle condizioni di accettare l'offerta biancoviola. Con lui come allenatore in seconda c'è Daniele Beretta, ex centrocampista di Atalanta, Roma e Cagliari.

Dopo due giornate si aspettava di essere primo?

"Domenica abbiamo fatto una buona partita. Siamo riusciti a sbloccarla subito, mettendola subito in discesa e questo ha messo in difficoltà gli avversari. Abbiamo sfruttato tutto quello che potevamo, sapendo che sono due squadre con contenuti tecnici diversi".

Ci permetta una battuta al veleno: aveva il dente avvelenato nei confronti della sua ex squadra?

Ride: "Ma no! Mi sono trovato molto bene lo scorso anno. Vede, quando si gioca a calcio ci dev'essere il rispetto dell'avversario. La squadra sta bene fisicamente e quando la condizione fisica ti aiuta, provi anche delle giocate che in altri momenti non penseresti di mettere in atto".

Rispetto dell'avversario non è dare il massimo fino al novantesimo?

"Ho avuto la fortuna di aver giocato a calcio per tanti anni e so benissimo cosa significa rispettare l'avversario. Cosa ben diversa se chi hai di fronte lo prendi in giro, allora sì che viene a mancare lo spirito sportivo".

Nel 2010/11 è stato ad un passo dall'arrivare in B con l'Atletico Roma (ex Lodigiani e Cisco, ndr). Da giocatore ad allenatore: finale play off persa contro la Juve Stabia.

"Ci è mancato quel pizzico di fortuna per arrivare a coronare un sogno che in fondo ci saremmo anche meritati. Nell'arco dei centottanta minuti la differenza tra noi e loro era abbastanza evidente. Il calcio è fatto di episodi e questi come possono esaltarti, allo stesso tempo condannarti".

Dopo l'esperienza con i romani, c'è stato qualche club che l'ha cercata?

"Sì, c'era stato più di qualcosa con la Triestina, ma non si sono create le condizioni per andare oltre, anche per un problema di patentino. Ho smesso da giocatore e sono diventato allenatore fin da subito, metabolizzando alla fine di aver smesso con il calcio giocato. Dopo la delusione con la Cisco avevo voglia di mettermi nuovamente in gioco e il Fidene (stagione 2012/13 in D, girone F, ndr) mi ha dato l'occasione di ripartire subito. Qui ho preso una squadra che era terzultima e siamo arrivati ai play off". 

Lei ha detto: "Ho metabolizzato alla fine di aver smesso con il calcio giocato". Quando si è tolto di dosso i panni del calciatore?

"L'ho pensato da subito di togliermi i panni del giocatore. La domenica ho giocato e il martedì, grazie all'allora presidente della Cisco Roma (Mario Ciaccia, ndr) mi è stata data questa opportunità. Ero consapevole che sarebbe cambiato tutto e che da quel giorno avrei cambiato spogliatoio: non più con i compagni, ma in quello dell'allenatore. Nonostante questo cambiamento, ho intrattenuto dei rapporti professionali importanti con i miei giocatori, rimanendo me stesso. Parlavo con loro senza la presunzione del ruolo, fermo restando che dovevo comportarmi da allenatore".

Il fatto che sia passato da una quasi B ai dilettanti l'ha vissuto come un declassamento?

"No, anzi credo che sia giusto fare la gavetta e fare i passi giusti nei tempi adeguati. Un po' come ho fatto da calciatore: ho iniziato nelle giovanili dell'Inter, poi sono andato nell'allora Interregionale (nel Corsico, nel 1990) e mano a mano sono arrivato in A con l'Empoli (14 presenze nella stagione 1998/99), passando per il Vicenza e lo Spezia. Quindi penso che sia giusto imparare. Non penso che la categoria sia importante: quello che conta è lavorare in condizioni ambientali giuste per fare ciò che mi piace maggiormente".

Le sue squadre attuano uno schema di gioco ben delineato: il 4-3-3. 

"Non sono un integralista di moduli e in D gli schemi e la tattica devi modellarli sul materiale umano che ti mette a disposizione la società. A me piace trasmettere dei concetti, non un credo. Se c'è un credo è quello di giocare meglio degli altri. La squadra e i ragazzi meno dotati riesci a non personalizzarli, facendogli capire bene le cose, dopo un momento di difficoltà, se sono bravi, vengono fuori".

Lo sapeva che siete il miglior attacco della Serie D con otto gol?

"Siamo alla seconda giornata, quindi sono numeri ballerini. Però è una soddisfazione perché significa che stai lavorando bene. E' una gratificazione che prendiamo molto volentieri".

Prima dell'Ostia Mare l'ha cercata qualche altro club?

"Sì, sempre società di serie D, ma ho accettato da subito la proposta della società biancoviola, ravvisando le condizioni di cui le parlavo prima, per lavorare in maniera consona alle ambizioni personali e della società. Non aveva senso, per qualche soldo in più, andare da un'altra parte".

Domenica siete di scena al "Nazareth" contro l'Isola Liri.

"Li abbiamo affrontati in Coppa Italia e sono una buona squadra. E' vero che hanno giocatori tanti giovani, ma in casa è difficile da battere e vende cara la pelle. Hanno giocatori importanti per la categoria come l'attaccante Caira, il difensore Schettino e Carlini".

Parlando della sua squadra, si sta mettendo in mostra Christian Massella che lei ha già avuto alle sue dipendenze al Fidene e all'Anziolavinio. Tripletta per lui domenica.

"Massella è un giocatore importante. E' il terzo anno che lavoriamo insieme. E' un attaccante esterno che si sacrifica, lavorando per la squadra e riesce a far gol con discreta continuità. E' un classe '90 che sa benissimo quanto può crescere. Per come intendo il calcio è un giocatore da altre categorie".

Di giovani interessanti nell'Ostia Mare chi ci può segnalare?

"Abbiamo dei '95 interessanti come Palazzini, Maistrelli, Biagiotti, Cardella (quest'ultimo però è un '94). Anche il difensore centrale De Nicolò. Questi a prescindere dalle regole che impone la Lega Nazionale Dilettanti, giocherebbero nell'11 titolare".

Dove deve migliorare questo Ostia Mare secondo lei?

"Intanto stiamo crescendo in fretta e ho la fortuna di avere dei ragazzi in gamba. Se devo andare a cercare un difetto dobbiamo migliorare nelle letture della partita e cercare di non farci imporre il ritmo, ma essere noi a dettare i tempi, prendendo alla sprovvista l'avversario, gestendo la palla in maniera diversa".

Roberto Chiappara quando non allena cosa fa?

"Ho una figlia che adesso ha 14 anni e occupa una parte importante della mia giornata, essendo in un'età che necessita di essere seguita assiduamente. Pratico il calcio-tennis. Sono una persona normale che ama uscire con gli amici e chiacchierare di calcio. Amo confrontarmi con gli altri perché fonte di arricchimento, più di tanti libri sulle tattiche e schemi di gioco".

Per concludere: quale la sorpresa del girone?

"E' una delle favorite, ma vedo bene l'Olbia".

Le favorite?

"Terracina, lo stesso Olbia, la Lupa Castelli Romani e l'Aprilia. Il budget è importante in queste categorie, ma non è tutto. Il campo spesso ha smentito le certezze della vigilia. Per fortuna aggiungo io".

Prossima intervista per "Lei non sa chi sono io": giovedì 25 settembre