Trapani, meno parole e più fatti: investire non basta. Benevento, si sostenga un progetto basato sui giovani e non sui nomi

Editoriale di oggi che si apre con un'altra riflessione sul Trapani. Non amo dire "lo avevo detto", ma chi legge quanto scrivo sa perfettamente che ero piuttosto scettico sin da agosto sulla possibilità che i granata potessero lottare per la promozione in serie B. Nulla contro il presidente Antonini, sia chiaro: in tempi di crisi economica va sempre sostenuto chi mette mano alla tasca e investe milioni e milioni di euro. Tuttavia il mancato passaggio al prossimo turno di coppa Italia (a proposito, complimenti al Rimini di Buscè) è un'altra macchia che si aggiunge ad una stagione fatta di esoneri, dietrofront, rivoluzioni tecniche, proclami e promesse che cozzano con quel profilo basso che ogni neopromossa dovrebbe mantenere soprattutto in un girone per antonomasia infernale e nel quale faticano ad emergere da lustri realtà anche più blasonate. E poi un umile consiglio: non aiutano tutte queste polemiche social. Piuttosto che battibeccare a distanza con un dirigente di grande esperienza come Lo Monaco o mettere in pubblica piazza i casi Lescano-Capuano, non sarebbe meglio lasciare spazio agli uomini di campo? In fondo i veri protagonisti sono i calciatori, troppe volte invece offuscati da conferenze fiume che a mio avviso hanno creato un pochino di confusione. Il progetto Trapani è validissimo, ce ne fossero presidenti facoltosi come Antonini. Gente che caccia i soldi partecipando allo stesso torneo di società penalizzate un trimestre sì e l'altro pure rischiando finanche la cancellazione con annesso stravolgimento della classifica. Ma ora è tempo di far parlare il rettangolo verde, unico giudice supremo che non sbaglia mai. Bellissimo, invece, il testa a testa tra Padova e Vicenza nel girone A. Proprio quando i ragazzi di Vecchi sembravano a un passo dal clamoroso sorpasso, ecco il famoso inciampo sulla buccia di banana contro l'ex Aimo Diana. La sensazione di tutti è che la mente fosse già proiettata al derby del Menti che vale mezza stagione, un errore gestionale che rischia di essere pagato a carissimo prezzo.
Il Padova, che ha battuto 3-1 una Pro Patria in caduta libera e che rischia la D, potrà giocare con maggiore spensieratezza e con due risultati su tre a disposizione. In coda, invece, non finiremo mai di rimarcare quanto debbano mordersi i gomiti a Trieste: visto con Tesser come gioca la squadra? Avete preso atto che la media punti è da playoff e che è stato sprecato troppo tempo tra esoneri, ribaltoni e polemiche interne che rischiavano di sfociare nel dilettantismo? Non è mai troppo tardi, per fortuna, e la piazza sta ritrovando un minimo di entusiasmo e fiducia dopo annate in costante apnea. Nel girone B l'Entella chiama e la Ternana risponde. I liguri rovinano l'esordio di Baldini e battono la Spal nel giro di dieci minuti, gli umbri ribaltano l'iniziale svantaggio casalingo e tornano al successo per 3-1 dimostrando d'aver tratto ulteriore forza dalla spiacevole vicenda Abate. Un plauso lo facciamo a Leonardo Menichini, il classico allenatore "tanti fatti e poche chiacchiere" che, in carriera, raramente ha fallito un obiettivo. Dopo il miracolo di Monterosi e l'ottimo lavoro a Reggio Emilia, Pisa, Salerno e Crotone, il trainer di Ponsacco ha portato a ridosso delle grandi un Pontedera che sembrava destinato a vivere un campionato di sofferenza. Certo, la rosa non è tale da sperare in qualcosa in più di una tranquilla salvezza, ma complimenti a chi forse, al netto di un'età adulta, dovrebbe avere ancora un'occasione in cadetteria. E' comunque la Lega Pro dei flop delle big.
L'Ascoli arranca, il Perugia continua a perdere colpi, Spal e Messina dovranno sudare per mantenere la categoria, il Foggia ha battuto l'Avellino ma pagherà a caro prezzo un girone d'andata troppo brutto per essere vero. A proposito dei lupi, ritengo che il tecnico Biancolino debba essere messo fortemente in discussione qualora non battesse un Crotone in grande forma e che va tenuto d'occhio in ottica spareggi. Il mister non ha alibi e il nervosismo post Foggia non è giustificato. Ha la possibilità, da neofita, di guidare una corazzata, con una società ricchissima alle spalle e un organico che non ha nulla da invidiare a nessuno. Bellissime le favole Monopoli e Cerignola, ci mancherebbe, ma non andare in B sarebbe un flop clamoroso e che non renderebbe giustizia agli investimenti fatti dal patron. Discorso analogo per il Catania che, da due anni, acquista calciatori abituati a palcoscenici di prestigio salvo poi vedere la vetta della classifica con il binocolo. D'altronde la Juve Stabia dell'anno scorso insegna che le idee contano più del budget. E infine un pensiero sul Benevento. Ha fatto bene Vigorito a scendere in campo e a fare chiarezza, rispedendo al mittente le voci che parlavano della volontà di vivacchiare in Lega Pro e rammentando agli scettici quanto abbia prodotto la sua virtuosa gestione. Quest'anno c'è un gruppo di giovani, senza prime donne a caccia dell'ultimo stipendio importante in carriera, e questi ragazzi sono comunque a ridosso di un primo posto lungamente occupato con merito. Ma il calcio, si sa, ha poca memoria e pochissima riconoscenza.
Il primo portale interamente dedicato alla terza serie.
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore Responsabile: Ivan Cardia