Le nuove chance di Avellino e Catania. In Irpinia due scelte intelligenti per presente e futuro. In Sicilia un nuova proroga fa sperare. Ma siamo sicuri sia un bene?

Le nuove chance di Avellino e Catania. In Irpinia due scelte intelligenti per presente e futuro. In Sicilia un nuova proroga fa sperare. Ma siamo sicuri sia un bene?
venerdì 18 febbraio 2022, 00:00Il Punto
di Luca Bargellini

Come tradizione vuole il Girone C, quello radicato nel Sud del Belpaese, è il più seguito dell’intera Lega Pro. Se poi ad aumentare l’attenzione più del normale ci pensano due piazze come Avellino e Catania, con società blasonate e un passato glorioso (anche se un po’ impolverato), ecco che tutto cresce in maniera esponenziale.



In casa dei Lupi irpini sono stati giorni intensi. Il ko nel big match contro la Virtus Francavilla ha portato a dieci i punti di svantaggio dal primo posto nelle mani del Bari. Troppi per una società e una squadra costruita per lottare ad armi pari proprio con i Galletti, grazie ad un investimento prossimo ai 5 milioni di euro. E così, dopo settimane di chiacchiere sul futuro, sono arrivati gli esoneri del tecnico Piero Braglia e del ds Salvatore Di Somma, considerati i responsabili del dissesto in classifica. Al loro posto sono arrivati Carmine Gautieri e Vincenzo De Vito. Il primo, tecnico protagonista di ottime annate fra Livorno, Latina, Pisa e, ultima, la Triestina dove, nonostante l’esonero, ha mantenuto per diverso tempo una media punti migliore dei suoi successori, mentre il secondo, legato a doppio filo alla realtà irpina sia per la vita personale che quella professionale. Un legame che, infatti, lo ha visto accettare una seconda avventura alla corte dei Lupi. Talent scout apprezzato non solo in Serie C, ma anche nelle serie superiori (lo dimostra la collaborazione con l’attuale ds della Sampdoria Daniele Faggiano in quel di Parma e non solo), con l’accordo di 18 mesi appena siglato avrà sicuramente l’opportunità di incidere sia nel presente che nel futuro, ricostruendo una struttura tecnica di alto livello. Una duplice scelta, questa, che sembra essere stata accolta in maniera positiva anche dalla piazza.

Scendendo un po’ più in basso sulla colonna vertebrale dello stivale dalla Campania si arriva velocemente alla Sicilia e a Catania. Qui la situazione è oramai nota a tutti. Il club rossazzurro è stato dichiarato fallito dal Tribunale del capoluogo etneo e posto sotto l’amministrazione dei curatori fallimentari con un esercizio provvisorio valido fino al prossimo 28 febbraio. Successivamente è stata fissata la data dell’asta per l’attribuzione del titolo sportivo. L’appuntamento dell’11 febbraio scorso, però, è andato deserto e con la scadenza di fine mese alle porte il rischio di dover chiudere definitivamente i battenti è apparso davvero grosso. Ecco perché la decisione del Tribunale stesso di prolungare l’esercizio provvisorio almeno fino al 7 marzo con una nuova asta fissata per il 4 dello stesso mese ha fatto tirare un sospiro di sollievo non solo alla piazza siciliana, ma anche a tutta la Serie C. Ci sono ancora altri 20 giorni di tempo per trovare una soluzione. O meglio: un acquirente. Che dia un presente e un futuro al Catania. Attenzione, però, al rovescio della medaglia. Il dubbio, infatti, è che l’esercizio provvisorio possa essere usato indirettamente come strumento per traghettare la squadra fino al termine della stagione a suon di rinnovi e aste deserte. Non sarebbe la prima volta. Alla fine, se oblio deve esserre che arrivi velocemente e con il minor dolore possibile. Di agonia ne abbiamo già vissuta a sufficienza.