La chance dell’Avellino, le regole sulle seconde squadre, l’Inter che prende spunto e il presidente del Trapani che si fa male da solo

Una stagione di rincorsa, e poi arriva l’occasione del sorpasso insperato. Che, in verità, non meriterebbero né l’Audace Cerignola né l’Avellino. Però questo è il calcio, baby. Stasera gli irpini ospiteranno il Potenza. In caso di successo, scavalcheranno i pugliesi. E poi ci sarà da fare attenzione, perché l’Avellino è costruito per la promozione e il Cerignola no, si è sudato sul campo la possibilità di crederci. Però i valori sono quelli lì e nella volata finale potrebbero emergere. Occhio al Potenza, peraltro con qualche ex tra dirigenza e campo: non farà da sparring partner.
In settimana, in maniera inevitabilmente polemica come sempre accade in Italia, il dg e ds della Pro Patria Turotti ha criticato le regole delle seconde squadre. Giocassero con i giovani, anziché rinviare per gli internazionali. Sportivamente, ci sta. Regolamento alla mano, meno: il rinvio vale per qualsiasi squadra abbia un tot di giocatori convocati dalle rispettive nazionali, non è chiaro perché non dovrebbe valere per le seconde squadre. Detto questo, che dopo diversi anni dall’introduzione le regole siano da ridiscutere e ricontrollare. Nessun caso: alla macchina si fa il tagliando annuale, un check non fa male a nessuno.
A proposito di seconde squadre, le ultime danno Stefano Vecchi grande favorito per la panchina della futura Under-23. Circolano altri nomi - Gallo, Diana, Zauli - un po’ per non far concentrare tutti i riflettori sul principale indiziato e un po’ perché effettivamente Vecchi corre con il Vicenza per la promozione in Serie B, per ora nulla è indeciso e insomma lo si può dare per favorito ma non per sicuro in panchina. Più che altro, il dato interessante è che l’Inter, in caso, prenda spunto dagli errori del Milan: Vecchi, che ormai la Primavera nerazzurra l’ha allenata un po’ troppo tempo fa, ha familiarità sia con l’ambiente nerazzurro che con la Serie C. Quella che non aveva Bonera - nulla contro di lui, sia chiaro - e ci fa piacere che i nerazzurri prendano spunto da errori anche altrui.
Chi non ha imparato dagli sbagli è il presidente del Trapani, Valerio Antonini. Non possiamo dedicargli un editoriale al giorno, ma su Twitter (pardon, X) se la prende con tutti e intanto la sua ottima squadra rischia di non fare nemmeno i playoff. E intendiamoci: mica perché sono state escluse Taranto e Turris, ma perché si è infilata in un vuoto pneumatico di risultati. Risultato: dopo essersela presa con Mussi, tra i fautori della promozione e poi di un mercato che ci pareva ottimo, nonché con tutti gli allenatori capitati da quelle parti, l’ultimo bersaglio è Vincenzo Torrente. Invitato a dimettersi dopo l’ultima prestazione. Suggerimento: chi vuole cambiare allenatore può sempre esonerare, senza pretendere dimissioni per nulla dovute. Forse di esoneri ce ne sono stati anche troppi, ma questa è una delle varie responsabilità per una stagione che poteva essere bellissima e invece è a un passo dal diventare negativa.
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