Il fallimento del Trapani: caro Presidente Antonini basta scuse!

Questa la filastrocca ormai la conosciamo a memoria e ci sembra un po’ puerile. Sicuramente non all’altezza di un grande imprenditore come Valerio Antonini, che nel basket sta scrivendo pagine storiche con il Trapani. Nel calcio dopo la promozione scintillante dalla Serie D alla Lega Pro non è riuscito a ripetersi. Capita. Finora l’annata è del club siciliano stata disastrosa sotto tutti i punti di vista tra allenatori e dirigenti cambiati come fossero calzini alla mattina e una girandola incredibile di giocatori. Oggi il Patron granata ha scaricato tutte le colpe del flop di questa stagione sulle “teorie folli”, così le ha perlomeno definite lui, dell’ex ds Andrea Mussi. Chi scrive non è stato affatto tenero nei confronti di questo dirigente ai tempi in cui lavorava nel Pavia dei cinesi. Si può tranquillamente dire che non gli è stata risparmiata mezza critica e talvolta è stato pure bastonato, calcisticamente parlando. Bisogna però essere coerenti: il folle Mussi versione 24/25 è lo stesso Mussi che veniva considerato un diesse capace e illuminato dal suo presidente solamente un anno fa quando pilotava i siciliani dai Dilettanti alla Serie C? Pare di sì, a meno che qualcuno non si sia impossessato del corpo dell’ex attaccante e agisca sotto mentite spoglie. Che sul litorale trapanese sia andata in scena una versione Made in Italy e pallonara del film Space Jam? Scherzi a parte, serve pazienza ed equilibrio nel calcio per ottenere grandi traguardi. Doti che talvolta - per eccesso di passione ed entusiasmo - sembrano mancare al vulcanico Patron simpatizzante della Lazio. Già quattro allenatori si sono avvicendati sulla panchina siciliana: tanti, anzi troppi anche se a Coverciano ringraziano per aver fatto lavorare parecchi esponenti del settore tecnico. A monte c’è stato l’errore di confermare - come tra l’altro avevamo scritto in estate palesando più di qualche dubbio - al timone un debuttante in categoria come Alfio Torrisi per poi sostituirlo con un altro novizio quale Sasà Aronica dopo pochissime giornate. Già allora serviva un condottiero esperto e profondo conoscitore della categoria. Mussi nel frattempo sparisce e viene esonerato, ma il caos trapanese a suon di delusioni continua. E allora una domanda sorge spontanea: per una squadra ricca di calciatori offensivi e varata per giocare col 4-3-3 o 4-2-3-1 come mai è stato preso Eziolino Capuano il cui marchio di fabbrica è il 5-3-2 o 3-5-2 e fa un calcio organizzato ma speculativo e improntato sulla fase difensiva? Una mossa senza criterio logico, almeno in apparenza. Insomma, la persona sbagliata nel posto sbagliato. E difatti sappiamo come è andata a finire. Pure con Vincenzo Torrente la musica non sta cambiando più di tanto. Eppure sulla carta i nomi importanti non mancano, così come - e di questo gli va dato assolutamente atto - gli stipendi percepiti dai suoi calciatori sono da top player della categoria.
Soldi al momento scialacquati e buttati via. Il calcio non è il basket: serve più tempo per costruire e non bastano giocatori forti singolarmente se non si costruisce un gruppo all’altezza e affamato. Oltretutto con un budget da alta Serie A nella palla a spicchi si lotta per lo Scudetto in Serie A. Forse qualcuno dei suoi giocatori - come si sussurra a Trapani - ha la pancia piena, ma al tempo stesso diventa impossibile dimenticare come Antonini abbia avallato la cessione del suo miglior giocatore e in questo momento MVP del girone C Facundo Lescano a una diretta concorrente per la promozione (almeno sulla carta…) come l’Avellino. Errore sesquipedale. Sento già l’obiezione: il ragazzo voleva andare via e gli irpini hanno offerto tanti soldi per tutti. Club e calciatore. Eppure il progetto Trapani prevedeva la B e quindi Antonini avrebbe dovuto avere la forza e la capacità di dirottare altrove - se proprio doveva lo vendere - Lescano. C’erano altri due gironi della terza serie e la Serie B. Impossibile arrivare al salto di categoria se vendi il miglior elemento a tua disposizione. Potremmo andare avanti un’ora a elencare gli errori fatti, ma servirebbe a poco se non ad annoiarvi e farvi cambiare sito. Nessuno si disperi però. D’altronde Antonini è in buona compagnia, visto che pure grandi presidenti come il Cavalier Arvedi (Cremonese) e Oreste Vigorito ci hanno messo tanti anni prima di salire in B e poi fare il doppio salto in Serie A. Sbagliando si impara, diceva qualcuno. Caro presidente Antonini, impari soprattutto dai suoi di errori, invece di gettare le colpe sempre sugli altri. Anche perché - detto tra noi - i giocatori mandati via in estate erano dei big per la D, ma in carriera hanno sempre faticato nella terza serie e un motivo ci sarà. Detto questo saremo sempre e comunque tifosi di un presidente appassionato come lei e che non lesina sforzi ed investimenti in una categoria, che cade a pezzi e ha visto sparire già due squadre a campionato in corso. Una vergogna alla quale ormai siamo tristemente abituati da un decennio se non di più. Ma questa è un’altra storia…
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