Giuseppe Rinaldi ❤ Nunzia Maravolo

Giuseppe Rinaldi ❤ Nunzia Maravolo
© foto di TLP
venerdì 8 marzo 2013, 23:00Ho sposato 1 calciatore
di Valeria DEBBIA
fonte In collaborazione con Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Giuseppe Rinaldi, difensore classe 1979, attualmente in forza alla Salernitana, un uomo schivo ma che in campo dà sempre il massimo anche per l’amore che lo lega alla maglia che veste. Ma la squadra granata non è il suo unico amore: fuori dal campo lo aspettano gli altri suoi grandi amori, il figlio e la moglie. Ai lettori di TuttoLegaPro.com è la moglie Nunzia Maravolo a raccontare la loro storia.

Nunzia, come vi siete conosciuti tu e Giuseppe?
Ci siamo conosciuti otto anni fa in pieno centro a Napoli, in Corso Garibaldi, tramite amici in comune. È scattata subito una simpatia reciproca, siamo usciti insieme qualche volta e poi è nata la nostra storia d’amore”.

È stato lui a chiederti di sposarlo?
Sì, me lo ha chiesto Giuseppe nel modo più classico possibile, da buon napoletano! Ci siamo sposati tre anni fa, il 28 giugno 2010, e 15 mesi fa è arrivato anche Mario, nostro figlio, che porta il nome del padre di mio marito”.

Che tipo di padre è Giuseppe?
Non posso assolutamente lamentarmi, Giuseppe è un padre molto bravo e presente, davvero un ottimo esempio”.

E adesso parliamo del Giuseppe uomo…ci dici un pregio e un difetto di tuo marito?
Di pregi mio marito ne ha veramente tanti, è un buon esempio come padre ma lo è anche come persona, non posso lamentarmi nemmeno in questo caso perché è molto presente anche come marito, mi aiuta in tutto. Forse l’unico difetto che ha è quello di essere un po’ riservato e poco loquace, ma sono cose che passano in secondo piano rispetto al resto”.

Quale è il regalo più bello che ti ha fatto?
Mi ha sempre fatto dei bei regali, ma se devo sceglierne uno dico l’orologio che mi regalò al mio 18esimo compleanno, il primo regalo importante che mi ha fatto. Era anche molto bella l’atmosfera in generale, i 18 anni sono uno dei tanti traguardi della vita e rimangono sempre nel cuore”.



So che non ti piace particolarmente il calcio, ma adesso che condividi la tua vita con un calciatore segui un po’ di più questo sport?
Sì, adesso sì, devo ammettere che da quando sto con Giuseppe lo seguo di più! (ride, ndr). Mi è sempre stato un po’ difficile andare allo stadio, prima perché non vivevamo insieme e io non potevo seguirlo in giro per l’Italia essendo un po’ più giovane, adesso perché con il bimbo piccolo è un po’ complicato; ma quando posso vado”.

A proposito degli spostamenti dovuti alla professione: Giuseppe, salvo un’esperienza al Nord (alla Pro Patria, stagione 2009-2010, ndr) è sempre rimasto relativamente vicino a casa, pur avendo girato un po’. È stato difficile per te seguirlo?
Come dicevo prima non mi sono mai trasferita, andavo spesso a trovarlo, ma di cambiare città non ne sentivo ancora l’esigenza; avevo poi mio cognato che mi accompagnava in trasferta, mi è stato di gran supporto, per cui non ho mai avuto difficoltà. Poi con il matrimonio tutto è cambiato, ora viviamo sempre insieme, e forse l’unico anno un po’ difficile, se così si può dire, è stato proprio quello del matrimonio, quando lui era a giocare alla Pro Patria e c’erano un sacco di cose da organizzare”.

Quale è stato il momento calcisticamente più bello per Giuseppe? E ricordi un momento particolare, ancora calcistico si intende, che ha influenzato la vostra vita di coppia?
Sicuramente mio marito ha passato dei bellissimi anni a Castellamare di Stabia (dal gennaio 2005 alla stagione 2006-2007, ndr), ma ha comunque avuto la fortuna di star bene ovunque. Il calcio però è sempre rimasto fuori dalla vita di coppia, le volte che ci sono stati problemi li abbiamo risolti insieme, per lui sono un appoggio e un confronto, ma non riflette nel privato gli umori lavorativi”.

Essendo difensore, Giuseppe ha segnato pochi goal: uno te lo ha dedicato?
Sì, un goal è riuscito a dedicarmelo (ride, ndr)".

Una volta appese le scarpette al chiodo, visto che per il mondo del calcio inizia a essere un po’ “vecchietto”, vorresti che tuo marito rimanesse comunque in quell’ambiente?
Sì, che rimanga legato al calcio è ciò che mi auguro perché a lui piace molto il suo mondo, ama il suo mestiere e di sicuro è ciò che vorrà fare. Non ha ancora preso il patentino, ma gli piacerebbe diventare allenatore. E spero che anche in futuro sia felice, perché se è felice lui lo sono anch’io”.

C’è una cosa in particolare che vuoi dirgli tramite questa intervista?
Vorrei dirgli di andare fino in fondo e non mollare mai, gli auguro davvero il meglio e spero finisca la sua carriera a Salerno, perché Giuseppe è molto legato a questa piazza e, dopo l’esperienza passata (dal gennaio 2004 al gennaio 2005, ndr), ci teneva a ritornare”.

© foto di TLP
© foto di TLP
© foto di TLP
© foto di TLP
© foto di TLP