Top & Flop di Novara-Renate
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Basta un gol di Agyemang a dieci minuti dal termine della prima frazione per lasciare i tre punti ad un Novara che ottiene i tre punti faticando il giusto. All'interno di una partita sostanzialmente da Terza serie, i piemontesi continuano la striscia positiva grazie ad una verticalizzazione tra Lorenzini e Agyemang bravo prima a controllare il pallone, poi ad eludere la guardia di Auriletto e infine battere a tu per tu Nobile. Il Renate, che prima dello svantaggio aveva colto un legno con Vassallo, ha provato la strada del palleggio, ma i guantoni di Minelli tornano a Novarello non troppo sporchi anche per la consueta sterilità offensiva dei nerazzurri. Che non sfigurano mai, nemmeno questa sera, ma che tornano a casa sconfitti ancora una volta. Allora è proprio vero che il derby è "una gara a sè". Nel bene e nel male.
Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nella partita disputata questa sera allo stadio "Silvio Piola" di Novara.
TOP:
Agyemang (Novara): tante volte il gol personale, per ogni calciatore, non nasce dall'episodio ma è figlio di un atteggiamente positivo e costruttivo. Così ha fatto Giuseppe, ventiduenne italo-ghanese nativo di Reggio Emilia già a segno contro AlbinoLeffe e Triestina. Un gol meritato perché Agyemang ha spremuto, anche in questa occasione, venti polmoni interpretando bene non solo la fase di spinta (il gol è un manifesto di velocità, destrezza e freddezza) ma anche quella di copertura. Un'attenzione che, a questi livelli, per un classe 2002 si acquisisce di solito un po' con il tempo, con generalmente una fase a prevalere sull'altra (quasi sempre meglio quella propulsiva, più trascurata quella difensiva), in attesa di trovare un equilibrio tra le due. Questo equilibrio Agyemang sembra già averlo e non è scontato trovare, in serie C, un ragazzo che si applichi così bene. Contratto fino al 2026, ma in estate, in casa Novara, ci saranno senz'altro delle notifiche, a tal proposito, nella sezione "Posta in arrivo". UNA SERIE C CHE SVELA NOMI, COME E' GIUSTO CHE FACCIA
Davvero troppo poco (Renate): è una serata di delusione perché la "Pantera" ha fatto una grandissima fatica a fare un passo in avanti sabato scorso scrollandosi di dosso tutto il fango di questo inizio 2025 e poi, questa sera, ha compiuto facilmente un passo indietro. Che non la riporta a dove era prima perché i punti sono 37 e non 34 (dunque ancora con un margine non trascurabile sulla quota salvezza) ma che rischia di svuotare di significato le prossime settimane. E' difficile trovare dei raggi di sole perché anche la traversa di Vassallo (sempre e comunque uno dei più incisivi, anche nelle serate negative) è arrivata da un'idea del siciliano, mentre è difficile parlare di azioni davvero corali. E' complicato, anche psicologicamente, invertire il trend e più volte si è detto che in quelle sei sconfitte consecutive c'era anche un po' di destino avverso e inclemente. Ma dopo una vittoria doveva esserci un cambio di "clima" e invece, nonostante una buona rosa, torniamo a parlare di un Renate ancora in parte inespresso. Soprattutto chiaramente in fase offensiva. UNA STAGIONE ANONIMA
FLOP:
L'impressione di accontentarsi (Novara): bravo a trovare la via del gol per primo e questa, si intuiva, era una delle chiavi per portare a casa l'intera posta in palio. Meno bene, relativamente ai piemontesi, giocare nell'ultimo terzo di gara un po' troppo ad abbassare esageratamente i ritmi, perché come passi in vantaggio in modo un po' episodico, così rischio di vanificare tutto sempre in modo un po' episodico. Vero che era importante un solo aspetto: vincere. Però l'impressione è che i novaresi abbiano rischiato relativamente "poco" solo per le proverbiali polvere bagnate renatesi più che per un atteggiamento così attendista, con una mediana consegnata spesso agli avversari. Ad ogni modo Novara pienamente in zona playoff e con il vento in poppa: ora i risultati, le prestazioni "belle" (forse) più in là. Da Graca oggi titolare, una chances forse non del tutto sfruttata. Ha giocato poco, deve trovare continuità e fiducia. POCO PALLEGGIO E TANTO "SPORCO"
19 (Renate): a guardare il bicchiere mezzo pieno è confortante pensare che i playoff siano tutto sommato a portata di mano avendo segnato 19 reti in 28 gare, una media di 0,6 gol a partita. Un dato che comincia a diventare pesante, forse più di ogni striscia negativa, anche quella più cruda. Ci sono senz'altro motivazioni che coinvolgono il gioco nel suo complesso, con una palla che pure viaggia abbastanza bene a centrocampo ma che fatica ad arrivare in zona d'attacco, però ci sono anche -e devono esserci, per non complicare quello che resta un gioco elementare- delle colpe individuali. Al di là dei nomi, anche oggi i due tiri più convincenti, più "di rabbia", più "di volontà" sono arrivati uno da Vassallo (traversa) e uno da Calì (a proposito: forse il classe '94 meriterebbe qualche minuto in più). Due che non sono attaccanti, sono centrocampisti. Dagli attaccanti tiri (pochi) ora alle stelle, ora comodi comodi. CON ZERO RETI BASTA UN SOLO ERRORE PER TORNARE A CASA CON NIENTE
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