Intervista TC

Giovinco: "Taranto, grande rammarico. Ho firmato per ultimo la messa in mora"

Giovinco: "Taranto, grande rammarico. Ho firmato per ultimo la messa in mora"TMW/TuttoC.com
© foto di Sinisa Erakovic/Foto Olimpia
Ieri alle 15:10Interviste TC
di Raffaella Bon

Giuseppe Giovinco, ormai ex attaccante del Taranto, è intervenuto esclusiva ai microfoni di TuttoC.com per raccontare il suo punto di vista sulla vicenda che ha coinvolto il club rossoblu, escluso dal campionato di Serie C:

Come ci si sente visto il legame che avevi e hai con Taranto?
"Delusi, rammaricati, arrabbiati. Perché comunque me l'ero immaginato diversamente. All'inizio sapevo che sarebbe stato difficile ma non pensavo che si potesse finire in questa maniera qua. Sapevo che c'erano delle difficoltà ma credevo che magari con le prestazioni in campo, con la voglia di rappresentare la città, di rappresentare questi colori, si potesse creare un legame insieme ai tifosi e fare qualcosa di speciale anche nelle difficoltà come sta succedendo ora a Lucca. È un esempio di come nonostante le difficoltà stanno andando avanti per cercare di rappresentare al meglio la città, il proprio lavoro, ed è quello che ho sempre detto io di fare, ma quando sei da solo rischi di passare per quello sbagliato. Ecco in pochi secondo me la pensavano come me. Infatti le cose sono andate in questa maniera".

Quando si è accorto che si era arrivati al punto di non ritorno?
"Me ne sono accorto a gennaio. Sono stato l'ultimo a sottoscrivere la messa in mora e quando sono successe determinate cose che non c'entravano più con il calcio giocato ho fatto anche io quella scelta, sebbene per ultimo. Adesso mi è arrivato lo svincolo d'ufficio. Io però ero talmente innamorato della città, della squadra, che ho sperato fino all'ultimo che le cose si potessero sistemare. Quando uno crede pensa 'adesso ce la fai, è il giorno buono, magari la prossima settimana si risolve'. sono andato avanti con questa speranza, che qualcuno potesse sistemare la situazione, comprasse il club e lo facesse ripartire. Ma non è stato così".

Torniamo al suo legame speciale con il Taranto.
"Fin da subito mi hanno fatto sentire importante, mi hanno amato, coccolato e stimato, ma indipendentemente non solo come calciatore ma soprattutto come persona, come uomo. Hanno accolto la mia famiglia, i miei bambini in una maniera straordinaria, ho conosciuto delle persone meravigliose. La città ha tanto da offrire e non viene sponsorizzata nella maniera giusta, anzi viene solo legata a cose brutte e cattive, ma non è solo quello. C'è tanto altro e solo chi c'è stato e chi la vive come l'ho vissuta io può può capire. Al di là della dello stadio della tifoseria, conosciute ormai in tutta Italia, la città ha tanto da offrire e mi dispiace che si trovi in questa situazione, ma sicuramente nei prossimi anni sarà una delle città più importanti del Sud, anzi lo è già. Spero che si parlerà di Taranto per le persone fantastiche, il mare stupendo, il cibo, tutto quello che c'è di bello, non solo la parte brutta. Ripeto: mi hanno fatto sentire a casa".

La situazione poteva essere risolta in un altro modo?
"Non sono io a poter dire se si poteva risolvere in un'altra maniera, di sicuro è difficile avere un comportamento giusto in questa situazione ed è difficile andare avanti. Ma più che altro perché non c'era una un'idea comune, per esempio come stanno facendo a Lucca, di andare avanti e cercare di finire il campionato nel migliore dei modi e quindi fare gruppo tra squadra, città e tifosi. Da noi questo non c'è stato, quindi diventava anche problematico fare gli allenamenti, diventava anche problematico andare avanti, era problematico giocare perché comunque quando ti manca tutto diventa difficile anche andare in campo e cercare di fare quello che si è capaci di fare. Il mio rammarico è anche quello che comunque siamo risultati scarsi, incapaci, che per carità magari le persone possono anche pensarlo ma io so quello valgo, è normale che in questa situazione dove non prepari le partite, dove non c'è nulla di organizzato sia difficile. Penso che determinati tipi di giocatori facciano fatica a venire fuori ma è forse il rammarico più grande quello che si poteva fare magari qualcosa per salvare il salvabile, mi dispiace per come sia andata".

Cosa si sentirebbe di dire alla città?
"La città sa già tutto quello che io penso. Mi dispiace che per l'ennesima volta debbano soffrire, ma sono sicuro che una volta toccato il fondo come si è toccato quest'anno, l'unica cosa che si possa fare è ripartire, perché una volta che tocchi il fondo puoi avere lo slancio per cercare di ripartire nella maniera giusta, indipendentemente da quello che sia la categoria. Spero ci sarà presto una nuova una società, una nuova politica e che insieme possano ripartire nel migliori di modi e cercare di rappresentare una città perché meritano tanto. Taranto ha tanto da offrire quindi gli auguro un nuovo inizio e che sia ricco di soddisfazioni, ma più che altro che sia orgogliosa di ciò che la squadra, la città rappresenterà per tutta l'Italia".

Rifarebbe le stesse scelte?
"Tre anni fa non volevo andare via, volevo stare, era lì che volevo giocare. Ho deciso io di tornare, mi son fatto avanti io, pur sapendo che la situazione era difficile ma speravo che la società la potesse rilevare qualcuno e che da lì si potesse cercare di fare le cose fatte bene. Nella mia testa avevo pensato 'va bene sarà difficile', ma se questo è l'unico modo di tornare sono disposto a farlo e poi mi gioco le carte per poter rimanere con la nuova società. Questo è quello che sognavo sarebbe stato ma non è stato così. È una scelta che rifarei perché era lì che io volevo stare, era lì che io volevo giocare, quindi lo rifarei assolutamente".

Che nuovo inizio si augura per il Taranto?
"Mi auguro un nuovo inizio dove tifosi e città creino qualcosa che li renda orgogliosi, a prescindere da qualsiasi categoria perché comunque rappresentare Taranto, una città, deve essere un vanto. In questo momento c'è poco da vantarsi per la situazione che si sta attraversando, invece è giusto che chi rappresenterà Taranto, la città e i suoi tifosi debbano vantarsi di rappresentarla nel senso essere orgogliosi di rappresentare Taranto a 360°".