Padova, ecco la prima fuga, Crotone-Avellino il derby delle deluse. Salary cap e spese fuori controllo. Ternana, ma perché?
Signore e signori, ecco la prima piccola fuga della stagione. Tocchino ferro e legno in quel di Padova, ma la vittoria sul Vicenza rappresenta un allungo mica da poco. Non tanto in termini di punti, dal punto di vista tecnico: i patavini hanno semplicemente mantenuto il più cinque sul Renate secondo in classifica. È il più sei sul Vicenza, oltre al successo nel derby e nel confronto diretto, a fare la differenza. Difficile immaginare il Renate, che pure merita il posto occupato, alla stessa stregua di chi è costruito per vincere. Padova e Vicenza sono lì, e la volata per ora la lanciano i primi.
Questa sera Crotone e Avellino scenderanno in campo in quello che può definirsi il derby delle deluse. Da prospettive diverse e con soluzioni diverse. In comune hanno il fatto che avrebbero immaginato e sperato di trovarsi in altro punto della classifica. A divergere sono le soluzioni: fiducia in Longo da un lato, ribaltone totale dall'altro. Ne risalirà solo una? Può darsi, la distanza della vetta è forse già troppa per essere colmata sino in fondo. Utile monito: la piazza non ha mai vinto nessun campionato.
A proposito di piazze: le grandi, spesso e volentieri, vanno fuori controllo con le spese. In settimana abbiamo raccontato, com'era giusto che fosse, la meritata rielezione di Matteo Marani al ruolo di presidente. Ai nostri microfoni, ha ribadito l'intenzione di introdurre un salary cap ai club. Credo sia la strada giusta, perché in molti casi il contenimento delle spese va imposto ai club - a volte, è un discorso lungo e complicato, anche per spiegare le scelte alla piazza di riferimento - e perché indica la strada: riduzione dei costi, sono diventati eccessivi.
Non faccio nomi, né di tecnici né di club: mi ha colpito molto, in questi giorni, sentire che uno stipendio da 100 mila euro fosse considerato eccessivo per un allenatore top di prima squadra dalla società interessata. O che un club proponesse a un allenatore primavera 400 euro mensili. Credo sia il segno che in molti stiano iniziando a capire quanto sia determinante intervenire sul costo della forza lavoro, anche perché la crescita dei ricavi non è la soluzione a tutti i problemi e soprattutto non è infinita. Altro cosa che non mi stupisce più: con qualsiasi addetto ai lavori si parli, è sempre d'accordo nell'individuare l'addio alla separazione tra C1 e C2 come l'origine di molti mali. Verrebbe da chiedersi perché il calcio italiano non è mai tornato su quel passo.
In chiusura voliamo a Terni. Ci sarei andato prima, non fosse che la notizia non è più di strettissima attualità. Il campo di proprietà, in casa Ternana, ha portato a salutare il direttore generale Diego Foresti. Su TuttoC avevamo espresso, tra le righe, il dubbio che potesse accadere. Adesso che è successo, la domanda naturale è perché si vada a toccare un giocattolo costruito con attenzione e che sta filando alla grande. Senza nulla togliere, meglio chiarire, alla nuova struttura dirigenziale, sempre di alto livello. Ma è un passaggio avventato e immeritato.