Il DNA bianconero non basta: i numeri inchiodano Montero e costringono la Juve a un dietrofront. Per salvare il salvabile di una stagione terribile. E forse anche il progetto Next Gen

13.11.2024 00:00 di  Tommaso Maschio   vedi letture
Il DNA bianconero non basta: i numeri inchiodano Montero e costringono la Juve a un dietrofront. Per salvare il salvabile di una stagione terribile. E forse anche il progetto Next Gen
TMW/TuttoC.com

Il DNA bianconero non è bastato a Paolo Montero per riuscire nella sua avventura con la seconda squadra della Juventus dove è arrivato la scorsa estate dopo un percorso che lo ha visto prima allenare la Primavera bianconera e poi brevemente nel finale della scorsa stagione sedere sulla panchina della prima squadra per far da traghettatore fra il vecchio – Massimiliano Allegri – e il nuovo -Thiago Motta – conquistando quattro punti che servirono a chiudere al terzo posto.

L’approdo alla Next Gen sembrava essere il passo naturale nella sua seconda vita in bianconero dopo quella da calciatore che lo ha reso uno dei beniamini dei tifosi anche per quella fama da duro costruita in campo anche con gesti poco ortodossi. Ma alla fine dei conti l’azzardo calcolato non ha funzionato e l’uruguayano non è riuscito a replicare quelle qualità che aveva mostrato, in una situazione molto più complicata, fra il 2019 e il 2021 alla guida della Sambenedettese quando aveva conquistato un decimo e un nono posto in Serie C.

La sua Juventus infatti non è mai riuscita a decollare in quel Girone C che si immaginava molto complicato, sia per l’aspetto logistico sia per l’aspetto ambientale, per i giovani bianconeri. Una sola vittoria in 15 gare stagionali, ben dieci sconfitte e un ultimo posto in solitaria dietro anche a un Taranto penalizzato e che a lungo ha corso sul filo del rasoio (e non è ancora del tutto fuori dai problemi societari). Una squadra fragile soprattutto in difesa, quasi un contrappasso visto il ruolo in campo di Montero, che è la peggiore di tutto il girone con solo SPAL e Legnago che hanno fatto peggio in tutta la terza serie.

Numeri che hanno inchiodato il tecnico e costretto la società a dare una scossa allontanando il sudamericano per tornare sui propri passi e riaffidarsi a quel Massimo Brambilla salutato la scorsa estate dopo un biennio in cui era riuscito a portare la squadra ai play off venendo eliminato ai quarti di finale (eguagliando il miglior risultato societario) solo da quella Carrarese che ora milita in Serie B. A lui il compito di risollevare le sorti della squadra e traghettare la Juventus verso la salvezza per evitare l’onta di una retrocessione in Serie D che sarebbe più che dolorosa compromettendo il progetto della prima squadra ad aver creduto a qulle seconde squadre che in tanti faticano a digerire.