Benvenuto Milan, ma che ingiustizia per la Recanatese: queste regole sono da cambiare

17.06.2024 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Benvenuto Milan, ma che ingiustizia per la Recanatese: queste regole sono da cambiare
TMW/TuttoC.com

Che bella un’estate “normale”. Siamo a metà giugno e possiamo già ipotizzare i gironi della prossima stagione - lo ha fatto, ovviamente prendendoci, Luca Bargellini su queste colonne qualche anno fa - nonché pensare alla data di presentazione dei calendari, che ci aspettiamo in grande stile come la stupenda notte della Serie C organizzata a inizio mese a Milano. L’anno scorso, per capirsi, si dovette aspettare agosto; in passato, chi ci legge da tempo lo sa, si arrivava persino a settembre. E ci sembrava quella la normalità: estate di fuoco, ricorsi e controricorsi, rinvii e situazioni pericolanti. Non ci illudiamo che tutto sia sistemato, anzi crediamo che i problemi strutturali del nostro calcio restino belli intatti, ma nell’attesa di risolverli c’è da godersi questa insperata tranquillità e dare atto che la Lega Pro, anche grazie al lavoro della nuova governance, si presenta in splendida forma alla stagione del mercato e poi al prossimo campionato.

Ci sarà anche il Milan, la terza seconda squadra della nostra Serie C. Benvenuti rossoneri, che hanno tutto pronto da tempo per questa nuova sfida. La curiosità riguarda il girone: penso avrebbe senso - volendone trovare uno - inserire la Juventus nel C, dato il larghissimo seguito dei bianconeri nel Sud. Un abbraccio alle società meridionali che dovranno organizzare le trasferte in Piemonte. Che le tre squadre U23 siano tutte del Nord fotografa semmai la questione meridionale del nostro pallone, tutto sbilanciato come il potere economico del Paese. Ma non risolveremo la questione qui e oggi. L’arrivo del Milan, con buona pace di chi non ama le squadre B (siete molti, lo so), arricchisce il campionato, la lega e pure tutto il calcio in ottica futura. Prima o poi, ma mi sembra una questione ancora non urgente, si porrà il tema di un numero massimo di U23 nello stesso campionato: la normativa federale sul tema è quasi emergenziale, per come fu approvata, e dopo sei stagioni forse è arrivato il momento di ritoccarla in base all’esperienza maturata.

Il contraltare del Milan è la massima ingiustizia nei confronti della Recanatese, esclusa perché l’Ancona ha presentato una domanda palesemente destinata a essere bocciata. La differenza di lana caprina che spesso si registra tra riammissione (semplifichiamo: al posto di chi non ha presentato domanda di iscrizione) e ripescaggio (al posto di chi l’ha presentata, ma se l’è vista rigettata) è un argomento di cui ho già scritto in passato, non ci si sveglia oggi. Credo che, se proprio non si vuole annullare la differenza tra riammissione e ripescaggio creando un’unica categoria, queste regole siano quantomeno da ritoccare. La competenza, a scanso di equivoci, è ovviamente della Federcalcio. Un conto è una domanda di iscrizione completa e bocciata per aspetti tecnici, magari anche controversi (penso al primo anno post Covid in cui vi furono diffuse difficoltà nell’interpretazione delle normative fiscali); un altro è una domanda evidentemente non idonea a raggiungere il proprio scopo. Da questo punto di vista, dato che chi evidenzia un problema deve anche proporre soluzioni, si potrebbero tentare due strade per il futuro.

Una prima soluzione potrebbe essere ampliare gli elementi considerati essenziali della domanda di iscrizione, in assenza dei quali si potrebbe considerare nulla e quindi non presentata (per esempio, il pagamento degli stipendi o la presenza di una fideiussione). Una seconda ipotesi potrebbe distinguere i motivi alla base del rigetto, se attinenti alla stagione precedente (per esempio, il mancato pagamento degli stipendi di marzo-aprile) o a quella successiva (per esempio, l’assenza di uno stadio idoneo). Delle due proposte, mi convince più la seconda. In entrambi i casi, si eviterebbero casi come quelli dell’Ancona, che fa felice il Milan ma brucia come il sale su una ferita nella città di Leopardi.