Renate, Foschi: "Coerenti nel corso della partita, aggiunti altri mattoncini"

14.09.2024 11:00 di  Francesco Moscatelli   vedi letture
Luciano Foschi, Renate
TMW/TuttoC.com
Luciano Foschi, Renate

E ora sono quattro. Ancora troppo pochi, ma quattro non è uno, non è due, non è tre. La cifra stilistica è sempre quella: una difesa impenetrabile, un gol realizzato e ben custodito, un marcatore diverso da giornata a giornata. Egharebva, Di Nolfo, Delcarro e ora Plescia. Quattro marcatori diversi è un dato che già racconta bene un gruppo che vuole vivere di collettivo e non di grandi firme anche se, a ben vedere, ormai il Renate con i suoi Bocalon e i suoi Siega non sembra avere più molto da invidiare alle presunte corazzate nemmeno in fatto di "nomi".

Altro 1-0, dunque -è Foschi che va a lezione da Allegri o è Allegri che è sempre andato a lezione da Foschi?- altri tre punti e cominciano a non essere più quei punti commentati leccando un ghiacciolo alla menta. E' arrivato il freddo -un po' in anticipo- e forse anche il cambio di stagione suggerisce di cominciare a prendere sul serio questo Renate regolare come un metronomo.

Ma Luciano Foschi di partite e di campionati ne ha visti troppi, l'esperienza è sufficiente per non lasciarsi sedurre da una classifica ammiccante. Una concretezza che si è sempre sposata bene con il basso profilo dell'ambiente nerazzurro e non è un segreto che il tecnico originario del Lazio sia sempre stato considerato da queste parti uno di casa anche quando il destino aveva chiamato altrove. Infreddolito -come tutti coloro che si sono attardati in un "Mino Favini" già vestito con la collezione autunno-inverno- Foschi si presenta in sala stampa con la consueta misura.

"La sensazione che ho in questi giorni è di una squadra in crescita" spiega il tecnico tornato quest'anno a Renate dopo l'esperienza in cadetteria. "L'avevo detto fin dal primo giorno di ritiro: noi dobbiamo lavorare sui nostri errori e sulle nostre mancanze, cercando al contempo di replicare le cose buone. E, in ogni occasione, aggiungere un mattoncino per volta. In questo momento è importante il percorso, i risultati mi interessano relativamente poco. Oggi il dato che mi porto a casa è il fatto che non ci siamo fatti ingolosire da un avversario in dieci e siamo rimasti compatti anche dopo la loro espulsione, senza snaturare l'impostazione della nostra partita. Plescia e Bocalon insieme dal primo minuto è un altro tassello, è uno dei mattoncini che aggiungiamo e al quale stiamo lavorando da un po', ma mi piace rimarcare come chiunque vada in campo non fa rimpiangere chi è rimasto fuori: vuol dire che parliamo di gruppo e di attaccanti validi non ne ho solo due perché chi è rimasto fuori è bravo e merita. Perché non ho utilizzato i cinque cambi? Non bisogna farli per forza, bisogna leggere le partite e in quel momento la squadra aveva una sua compattezza. Cambiare, in quel frangente, significava rompere un equilibrio".