Top & Flop di Benevento-Carrarese

Niente Sud, niente girone C al gran ballo finale. E non è la prima volta. Cosa manca? E se incidesse, tra gli altri, l'aspetto dell'emotività? A vedere il frizzante 2-2 tra Benevento e Carrarese, verrebbe da pensarlo. Perché è un Benevento che aveva indirizzato la partita sui binari giusti, con quella rete di Lanini deviata. Ma c'è qualcosa da rivedere nelle dinamiche emotive se nell'azione successiva ti scopri sbilanciatissimo per un Finotto che brucia Meccariello e ti costringe a rifare tutto daccapo. E la aveva indirizzato sui binari di un probabile Vicenza (passato a quell'ora in vantaggio) anche una seconda volta, con quel Talia che fa e disfa in pochi minuti, prima con una prodezza balistica e poi con una manata in faccia a Schiavi. Con il senno di poi più disfa che fa, perché che sia 4-3-2 o 4-2-3 i conti non tornano mai. Non fa undici. E il secondo tempo lo urla ogni minuto. A urlare è la Carrarese, è Schiavi con un bellissimo calcio di punizione, sono 450 spettatori giunti in Campania e un migliaio allo "Stadio dei Marmi". Stasera a letto subito, uno sciroppo per la gola e vita morigerata. Da qui a mercoledì. Solo cammini lastricati di sofferenza portano alla vera felicità.
Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nella partita disputata questa sera allo Stadio "Ciro Vigorito" di Benevento.
TOP:
Il primo tempo, l'idea di potercela fare, Improta (Benevento): se il Benevento fosse stato oggettivamente inferiore agli avversari sarebbe stato senz'altro meno doloroso. Invece così fa male. Fa male perché la prima frazione aveva detto che i sanniti avevano un'onda d'urto difficilmente sostenibile per i toscani sul lungo periodo. Il 2-1 avrebbe rappresentato uno snodo importante, anche perché la Carrarese aveva già rincorso il risultato una prima volta e non è detto che ciò che si raccoglie una prima volta lo si possa ottenere sempre. Fa male perché la sfida complessiva è stata quasi più persa dal Benevento che vinta dalla Carrarese. Che passa meritatamente perché, semplicemente, ha sbagliato meno. Ma è stato un Benevento che in finale ci sarebbe potuto andare. E poi si sa quanto strane e matte siano le finali. La voglia di Improta di ribellarsi alla verità dei minuti che passano è commovente: è significativo che sia proprio una bandiera a mollare per ultimo. Pregevole la lucidità di Perlingieri in occasione della seconda rete: classe 2005 e tanti attaccanti di lungo corso a guardarlo dalla panchina. No, non è stato un azzardo. SERATE CHE FANNO CRESCERE
Schiavi, l'esperienza nella gestione, un sogno meritato (Carrarese): la serata del "Vigorito" conferma un dato sempre più incontrovertibile. Il termine "favola" coniugato alla Carrarese ci può stare nella misura in cui ci si riferisca ad una piazza oggettivamente non abituata negli ultimi anni a volare così in alto, nelle prestazioni e nei sogni da realizzare. "Favola" è un termine improprio, invece, se si volesse rendere l'idea di una squadra tutto cuore e coraggio ma oltre le possibilità. La Carrarese è una squadra costruita negli anni con grande razionalità, mattone su mattone, rinunciando di fatto nell'ultimo anno alla linea verde (l'unico "giovane", si fa quasi per dire, è Zuelli, già ventitreenne) per scommettere su uno zoccolo duro di buona esperienza. Per gestire appuntamenti come questi. E così è stato fatto anche questa sera, con una prova realmente complicata e un controllo di un risultato di vantaggio che avrebbe potuto scivolare dalle mani in più fasi del match. Nel primo svantaggio e nel secondo svantaggio serviva personalità. E la Carrarese questa personalità l'ha messa in campo tutta, evitando tra l'altro troppi cartellini gialli che avrebbero penalizzato i marmiferi in una eventuale finale. Questa si chiama gestione. La punizione di Schiavi manda in copertina questo argentino che è vera anima di questa compagine, equilibratore tattico e anche grande piede. Ma ancora dobbiamo spiegare quanto sia forte questo ragazzo? Non basta un anno intero di traccianti neo-rinascimentali e grinta da coprire l'intero manto erboso? Finotto ancora nel tabellino: che acquisto, davvero un giocatore che in C c'entra poco. Ma bravi tutti, al di là di una prestazione odierna il cui valore in sè, in questi casi, riveste un valore relativo. E così è finale. Tutto bello, tutto vero. TUTTO MERITATAMENTE POSSIBILE
FLOP:
L'inferiorità numerica ha deciso tutto (Benevento): l'episodio che decide. Sempre lì si torna. Perché è inutile sviscerare i temi tattici di una gara se basta un uomo in meno per far saltare ogni considerazione. Il primo tempo ha visto un Benevento oggettivamente superiore con una Carrarese un po' alle corde: 2-1. La ripresa, con Talia espulso poco prima dell'intervallo, avrebbe dovuto teoricamente vedere una compagine toscana quasi prudente a difesa di un equlibrio (perché il computo totale diceva 2-2) da procrastinare ad oltranza: non scontato, ma scenario senz'altro probabile. E invece quel doppio giallo ha cambiato la direzione del vento, con la Carrarese a prendersi gli ampi spazi che una coperta giallorossa sempre troppo corta lasciava. E così è nato, tra i tanti pericoli, il fallo che ha portato Schiavi a lucidare il suo destro. E sul 2-2, sono stati quasi titoli di coda, al di là di un indomito Improta. E' un Benevento che è mancato nei momenti topici. Un peccato per i tifosi sanniti, perché per come si è svolto il primo tempo l'impresa era alla portata. UNA MANATA SULLA FACCIA E' UNA LACRIMA SUL VISO
E' l'ora della concretezza, non della beltà (Carrarese): In queste occasioni bisogna saper soffrire. In questi playoff quasi mai abbiamo visto una "bella" Carrarese, ma è proprio questo il motivo per cui è finale. Nella sorpresa dei tanti là fuori, non per chi la Carrarese la segue nella gioia e nel dolore. E' finale perché è un gruppo che, tra stagione regolare e playoff ha saputo cambiare registro, ha capito come nei playoff non si deve giocare come si gioca a ottobre o a marzo. Stasera i marmiferi hanno anche sofferto davvero tanto nella prima frazione, diciamo che quel doppio giallo rappresenta anche un pizzico di buona sorta che aiuta gli audaci. E forse, in altre annate, a finire anzitempo sotto la doccia sarebbe stato un giocatore con una ruota gialla stampata su una maglia azzurra. Gli anni, l'esperienza, le cicatrici, le battaglie perse e chi vede la Carrarese delle battaglie perse può scrivere un libro: tutto è tesoro, tutto è utile. A livello di singoli qualcuno (Cicconi, Panico, Capezzi tanto per citare alcuni) sono sembrati battagliare nel gruppo anziché lanciarsi nell'inziativa personale. E se fosse un buon auspicio? PROSSIMI IMPEGNI: LIMITARSI A RESPIRARE, DA QUI AL 5 SERA
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