La Nocerina ricorda l'ex diesse De Caprio

Quando vola via un pezzo di storia, restano i ricordi. E di Giacomino De Caprio, scomparso sulla soglia delle 89 primavere, di ricordi in chiave Nocerina ne restano tali e tanti da poter riempire pagine. Arrivò nell’immediato secondo dopoguerra, giovane di talento cresciuto nel Napoli e svezzato dall’Avellino, centrocampista di qualità, con quell’elevazione aerea che gli valse il soprannome di Palummiello. Giocò nella Nocerina della prima Serie B. Incontrò Vera e da Nocera, pur spostandosi, mai più andò via. Calciatore e poi allenatore. Agli inizi degli anni sessanta guida la squadra che sale in D e vince lo scudetto Dilettanti. E’ padre di Teresa, Loredana ed Elvio. Poi allena squadre molosse di dignitosa D. Va e viene, lasciando sempre il segno. Anni ottanta, fa il direttore sportivo: costruisce con Orsini e Leonardi la squadra che sfiora la promozione in Serie B, negata a tavolino, da decisioni del Palazzo. Va via di nuovo, poi torna di nuovo: diesse della Nocerina di Cancian e di tanti talenti, partendo da Di Livio e Firicano. Anni novanta, è nonno ma il calcio gli resta dentro: responsabile delle giovanili rossonere. Muore Vera, il colpo più duro da incassare. Fa l’opinionista a Telenuova, dice la sua con vivacità e intelligenza. Spegne le candeline sulla torta centenaria della Nocerina, riesce a rivederla in B. Ciao Palummiello, istituzione del nostro calcio rossonero.
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