Calcio scommesse, l'ex Como Bressan: "Io non c'entro nulla"

Calcio scommesse: parla Mauro Bressan. Dopo una settimana trascorsa agli arresti domiciliari, nella sua casa di Cernobbio, l'ex centrocampista del Como ha rilasciato una lunga intervista a La Provincia di Como.
Mauro Bressan, 40 anni, era stato ritenuto uno dei fiancheggiatori del gruppo degli "zingari", capaci di comprare calciatori e alterare risultati per poi guadagnare somme elevate grazie alle scommesse.
"Io con gli "zingari" non ho nulla a che fare - ha detto Mauro Bressan -. Nelle intercettazione emerge che ho soltanto messo in contatto delle persone, mai avrei immaginato che lo scopo dei successivi incontri fosse quello di cercare di combinare qualche partita".
"L'ho spiegato anche al giudice di Cremona. Io non c'entro nulla con le presunte partite taroccate. Certo, conosco l'ex calciatore Bellavista, lui ha un punto di raccolta di scommesse e mi ha capitato che gli girassi qualche puntata. Tutte scommesse alla luce del sole, il giudice Salvini ha confermato di aver trovate tutte le certificazioni regolari delle mie giocate. Penso di aver dimostrato la mia estraneità ai fatti. Io scommettevo per gioco, mai somme elevate. Anche con l'amico Bettarini, al lunedì ci scherzavamo sopra...".
"Se ero a conoscenza di partite aggiustate da calciatori? No, anche se qualche dritta ci arrivava ma non erano informazioni segrete... Resta il fatto che con le scommesse non ho vinto nulla".
La vera preoccupazione di Mauro Bressan. "Sono sempre stato un calciatore pulito. Ho iniziato a fare qualche scommessa dopo che ho smesso con il calcio, più per diletto che per vincere. Ma questa storia potrebbe crearmi problemi per il mio lavoro, di direttore sportivo. Proprio in questi giorni dovevo incontrarmi con alcuni dirigenti per verificare la possibilità di un accordo. Ora tutto si è fermato. Ma sono fiducioso, chi mi conosce bene sa che persona sono, una persona pulita".
Bressan pone un altro interrogativo: "Il calcio sta attraversando un momento delicato, molti dirigenti sono giustamente preoccupati. Bisognerebbe rivedere l'articolo federale della responsabilità oggettiva delle società. Se un calciatore commette un "reato" per un proprio guadagno personale perchè deve pagare la sua società, anche con una retrocessione?".
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