11 anni fa scompariva Sandro Ciotti: il ricordo di TLP

 11  anni fa scompariva Sandro Ciotti: il ricordo di TLPTMW/TuttoC.com
Sandro Ciotti
venerdì 18 luglio 2014, 08:30Altre news
di Daniele MOSCONI

La sua voce ha smesso di raccontare calcio il 12 maggio del 1996. Sandro Ciotti, dopo oltre trent'anni di onorata carriera radiofonica e non solo, quel giorno era al "Sant'Elia" di Cagliari a descriverci, come solo lui sapeva fare, la partita tra i sardi e il Parma.

Le sue ultime parole in quella radiocronaca furono forti e a distanza di anni fanno ancora venire i brividi: "Scusa Provenzali, soltanto 10 secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai, un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno!".

Non è facile rimanere distaccati dinanzi ad uno come Sandro Ciotti. La sua professionalità è un esempio per chi si cimenta in questo mondo. E di fenomeni in giro non ce ne sono. La sua voce rauca, ci ha raccontato anni e anni di campionati, vissuti tra figurine e qualche immagine alla tv.

Sandro Ciotti ha rappresentato il meglio. Di un'Italia diversa.

Il 18 luglio del 2003 se n'è andato in punta di piedi, lasciando un enorme vuoto, soprattutto in chi almeno una volta l'ha sentito raccontare le gesta dei novanta minuti. Fortuna che la stessa Rai di radiocronisti in gamba ne ha, vedi Riccardo Cucchi, lo stesso Francesco Repice o Giulio Delfino.

Dicevamo: di un'Italia diversa.

Ripensando a Ciotti undici anni dopo la sua scomparsa, vogliamo immaginare di poterci fare una chiacchierata con lui e alla fine sapere il suo parere su ciò che gli abbiamo descritto.

Per far questo, lo immaginiamo con la sua immancabile sigaretta, seduto sulla poltrona, ci ascolta interessato e incuriosito, dopo qualche anno di assenza "giustificata".

Quando ci ha lasciato, il calcio italiano era al massimo del suo splendore, ma dietro il trucco e i sorrisi imbellettati, c'erano crepe che da lì a qualche anno sarebbero esplose con tutto il putridume che si portano dietro

Nel 2006, quello che sembrava essere la classica chiacchiera da bar, all'improvviso è divenuto reale: calciopoli ha spazzato via la dirigenza della società più importante d'Italia: la Juventus. Le cronache giudiziarie e sportive hanno riempito pagine e pagine di giornali, facendo venir fuori un sistema di malaffare che governava il calcio italiano. Tutto era deciso, tutti sapevano di questa organizzazione che decideva le sorti dei campionati. Questo ha fatto si che la Nazionale allenata da Marcello Lippi riuscisse a vincere il Mondiale in casa dei tedeschi nel 2006.

Quella vittoria avrebbe dovuto dare il la per un nuovo inizio. A distanza di tanti anni, caro Sandro, siamo ancora in fase embrionale e incapaci di ripartire. Se non da zero, almeno ripartire.

Lo sa Ciotti che, scendendo nel nostro mondo, la Lega Pro, per dare spazio ai giovani, si è creato un meccanismo di valorizzazione e contributi dalla stessa Lega per farli giocare? Idea lodevole se non fosse che, passato l'anno buono per la società dove il ragazzo gioca, lo stesso si ritrova a dover cercare squadra e sentirsi "vecchio" a 21-22 anni e inutile per un sistema, quello della serie C, alla canna del gas da parecchi anni.

Questo meccanismo, come dicevamo lodevole, ha creato dei prostituti, pronti a tutto pur di giocare. Ogni tanto vien fuori la storia di qualche (?) giovane che per giocare deve tirar fuori i soldi da sé (leggi la sua famiglia), con tariffe che vanno addirittura in base alle presenze: trenta partite giocate, tot soldi da tirar fuori.

E questo non avviene solo per i ragazzi, caro Sandro, ma invade tutti gli altri aspetti di un club: dai Direttori sportivi agli allenatori. Tutti pronti, pur di lavorare, a portare qualche soldo in dote, tramite uno sponsor importante. Più denaro hai e più possibilità ci sono di trovare una società disponibile a prenderti. Ci sono tecnici che nonostante svariati fallimenti, lavorano ogni anno. E ora sa anche il perchè.

Parlavamo di società alla canna del gas, ma ci sono anche imprenditori capaci di acquistare un club oggi, farlo fallire domani e, lindi e pinti come se nulla fosse accaduto, prelevare le quote di maggioranza di un'altra società come in una partita di poker, dove, come ben sa, bluffare è consentito. I tifosi piangono la scomparsa dei propri colori sociali, ma cosa importa.

Caro Sandro non vogliamo tediarti ulteriormente: questo è un sistema abominevole dove camminiamo con parecchio pelo sullo stomaco e dove tutti sanno tutto, ma tutti si indignano giorno per giorno, con qualcuno che ogni tanto se ne esce con qualche intervista atta solo a farsi pubblicità per la prossima avventura, tenendo alta la bandiera del "così fan tutti" non appena ha raggiunto lo scopo prefissato.

Da uomo libero qual è, possiamo immaginare le parole che utilizzerebbe, magari in maniera ironica, come è sempre stato solito fare, per dare un giudizio su questo mondo del calcio che invece di andare avanti torna indietro.

"Ha arbitrato Lo Bello davanti a ottantamila testimoni", così ha raccontato ai radioascoltatori quel Lazio-Cagliari di tanti anni fa, dove l'arbitro di Siracusa ne fece di tutti i colori contro i sardi. Forse userebbe le stesse identiche parole: "Sta crollando il tempio del calcio, davanti a milioni di testimoni".

Ciao Sandro!

Ps= Per la prossima stagione care Lega Pro e Rai, un pensiero per l'incontro più importante della giornata, in radio, noi ce lo faremmo.