Scomparsa di Andrea Toccafondi: i ricordi di Califano, Esposito, Berti, Albino
Andrea Toccafondi ha rappresentato la storia della società A.C Prato. Una grande Presidenza che è durata 40 anni segnata dall’amore e dedizione. Abbiamo raccolto le voci di alcuni sportivi che sono stati protagonisti a Prato sotto la presidenza di Andrea Toccafondi, scomparso oggi.
Gianni Califano: “Andrea Toccafondi è stato il mio primo Presidente, con lui è nato un rapporto speciale. Mi sono sempre sentito uno di famiglia, è nato un rapporto fraterno con Paolo e le sue sorelle. Andrea è stata una persona di un grandissimo spessore, onesta e seria, che non si trovano più ai nostri giorni. La storia parla per lui."
Vincenzo Esposito: “La famiglia Toccafondi ha rappresentato un pezzo di storia vera, lunga, profonda della città e come tutti i pezzi di storia, ha avuto alti e bassi e soprattutto è stata piena di grande amore, passione e serietà. I ricordi personali sono tantissimi perché di fatto ero un ragazzino di 19 anni quando sono venuto qui e quindi praticamente non ho mai smesso di avere rapporti con il signor Andrea, ma soprattutto anche con tutta la famiglia quindi conosco tutti i fratelli e le sorelle e poi c'è Paolo, le sorelle, la mamma e conoscevo la nonna. Il ricordo è quello di una persona di spessore, “diverso”, amava la sua squadra, la città e la pratesità, io ho toccato con mano per 40 anni quanto fosse di un livello diverso il suo spessore, qualcosa che difficilmente si ripete. Sono stampi che nascono poche volte. Andrea Toccafondi e la sua famiglia, con la lunga proprietà di più di quaranta anni, avevano la maglia attaccata alla pelle, i colori della loro città bianco azzurro. Come Agnelli, Moratti ha condotto la sua azienda calcio con amore sacrificio e serietà, onorando e rispettando tutto e tutti”.
Gianluca Berti: "Io ho iniziato al Prato con lui, quando sono arrivato nel settore giovanile lui chiaramente era Presidente. Quando arrivai alla prima squadra mi disse queste parole che me le ricordo come fosse ora: “Ora tocca a te, tutti parlano bene di te ed ora sta a te”. Un Presidente di un calcio vero, un Presidente di vecchio stampo come la famiglia Agnelli, Moratti che vivevano la squadra in modo totalmente diverso di oggi, con un calcio differente. la serie C era difficile a quei tempi, Sempre stata una persona che era molto rispettata da parte dei giocatori, una persona di tutto un pezzo".
Marcello Albino: "Ero giovane, talentuoso, esuberante e avevo bisogno di "rilanciarmi". Lui mi disse: "sei il giocatore giusto per noi, non posso garantirti lo stipendio che meriti ma qui starai bene perché è come una famiglia". Mi piacque subito perché era autoritario ma divertente, ho percepito il suo carisma e che faceva sentire speciali suoi giocatori. Fu un anno bellissimo, mi piaceva parlare con lui e la sua bella famiglia. Ciao Andrea, ti porto nel cuore".
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