Vincenzo Migliaccio ❤ Chiara Petruzzelli

Vincenzo Migliaccio ❤ Chiara Petruzzelli
© foto di TLP
venerdì 21 settembre 2012, 23:00Ho sposato 1 calciatore
di Valeria Debbia
fonte in collaborazione con Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Vincenzo Migliaccio, difensore classe 1980, alla prima stagione nell’Andria. Una carriera vissuta in Lega Pro, con una sola parentesi in Serie B nel Savoia e una in Serie D nella Puteolana; ma con ambedue le squadre ottiene la promozione: a Savoia in cadetteria dopo l’esordio tra i professionisti, con la Puteolana nella vecchia C1. Passa poi quattro stagioni consecutive al Giugliano, due al Teramo e approda in Puglia, per quattro stagioni al Taranto, una al Barletta e infine ad Andria. Ai lettori di TuttoLegaPro.com la moglie Chiara Petruzzelli racconta la loro storia d’amore.

Chiara, come vi siete conosciuti tu e Vincenzo? Ti ha corteggiata?
Sia io che Vincenzo siamo nativi di Mugnano di Napoli, ed essendo quasi coetanei abbiamo sempre frequentato gli stessi posti, la stessa comitiva che ancora frequentiamo e la stessa scuola, ero compagna di classe di suo fratello Giulio (centrocampista attualmente in forza alla Fiorentina, ndr), per cui ci siamo conosciuti da sempre. Quando poi io avevo 17 anni e lui 18 ci siamo fidanzati, passando tanto tempo insieme era diventato parte di me, il nostro rapporto maturava quotidianamente e questo ci ha permesso di andare avanti”.

È stato lui a chiederti di sposarlo?
Non c’è stata una proposta di matrimonio, ne abbiamo parlato perché comunque abbiamo sempre avuto molto dialogo. E il 24 giugno 2009 ci siamo sposati”.

Ci dici un pregio e un difetto di tuo marito come uomo?
Ti dico prima il difetto: a volte devo un po’ riprenderlo su piccole cose, specie sul calcio perché lui è un no-stop, legge giornali, Televideo, segue tutti i programmi…ma nella vita ci sono anche altre cose! Però nelle questioni importanti è sempre molto presente, è riservato a parole ma con i fatti dimostra davvero molto. E questo suo pregio compensa il difetto”.

Parlando con Vincenzo ho saputo che avete un figlio; che tipo di padre è?
Si, siamo i genitori di Simone, che ha 2 mesi, e devo riconoscere che Vincenzo è un padre molto presente e affettuoso. Ricordo che quando era a Coverciano per prendere il patentino da allenatore prima di firmare con l’Andria ha sofferto tanto nel non vedere il figlio nato da poco per quei 20 giorni. Quando è tornato a casa è rimasto sconvolto dai cambiamenti di Simone”.

Qual’è stato il regalo più bello che ti ha fatto?
Ogni giorno con lui è un bel regalo. Poi il più bel regalo, che ci siamo fatti reciprocamente, è stato proprio Simone”.



Segui il calcio?
Non sono appassionata di calcio. Seguo mio marito, ma chiedo solo dei rapporti interpersonali tra lui e la squadra, i tifosi…cose tecniche non le chiedo, tanto non le capisco (ride, ndr). Però forse il fuorigioco riesco a vederlo!”.

Come spesso accade ai calciatori, anche Vincenzo ha subito diversi trasferimenti per l’Italia; è stato difficoltoso seguirlo nei vari spostamenti?
Solo inizialmente, quando io studiavo e mio marito era a Teramo (stagioni 2005/2006 e 2006/2007, ndr), ma dopo il matrimonio siamo sempre stati insieme, ci siamo allontanati solo quando io ho frequentato un master a Roma. Poi comunque Vincenzo ha iniziato a muoversi quando eravamo fidanzati già da 6/7 anni, quindi il rapporto era consolidato”.

Qual è stato il momento calcisticamente più bello per tuo marito? E c’è un momento calcistico che invece ha influenzato la vostra vita di coppia?
Un bellissimo momento per Vincenzo è sicuramente stato la finale dei play off per la Serie B Taranto-Ancona nella sua prima stagione a Taranto (stagione 2007/2008, ndr), me ne parla sempre; io invece vivo grandi emozioni quando lui segna, cosa rara per un difensore. Però il calcio non ha mai influenzato la nostra vita di coppia, Vincenzo lascia la professione fuori dalla famiglia e fortunatamente è sempre rimasto abbastanza vicino a casa”.

Ti ha mai dedicato un goal?
Si, la prima volta a Giugliano, ma è datato (ride, ndr). Poi me ne ha dedicato uno anche a Taranto, un po’ più recente”.

Visto che secondo strane regole calcistiche Vincenzo inizia a essere “vecchiotto”, vorresti che, una volta appese le scarpette al chiodo, rimanesse comunque nel mondo del calcio?
Certo, io voglio che mio marito faccia ciò che desidera, se lui è felice delle sue scelte lo sono pure io. Sicuramente lui vorrà fare l’allenatore, e io sarà contenta di vedere che continuerà con la sua passione”.

C’è una cosa in particolare che vuoi dire a Vincenzo attraverso questa intervista?
Gli faccio un grande in bocca al lupo per l’annata, gli auguro di continuare a far bene”.