Piero Robertiello ❤ Annapaola La Mura

Piero Robertiello, portiere classe 1989 attualmente in forza al Chieti, consolidata la sua carriera sportiva con grande impegno e dedizione, non sempre comune in ragazzi così giovani, sta pensando ai progetti di vita privata con la fidanzata Annapaola La Mura, che ai lettori di TuttoLegaPro.com racconta la loro storia d’amore.
Annapaola, come vi siete conosciuti tu e Piero?
“Pur abitando nella stessa città, io e Piero ci siamo conosciuti nel 2010 tramite amici in comune che avevano organizzato una cena. E’ stato amore a prima vista perché lui è molto brillante, ci ha saputo fare nel corteggiamento, ma le cose non sono andate subito bene perché lui era in procinto di partire per Giulianova, dove avrebbe giocato quella stagione, e la lontananza ci spaventò parecchio, tanto che allentammo il rapporto. Quando però ci siamo rivisti durante un weekend in cui è tornato a Salerno abbiamo capito di non saper stare lontani e tutti i problemi si sono superati, e da allora non ci siamo più lasciati”.
Poi hai avuto la fortuna di averlo sempre abbastanza vicino a casa. Quest’anno a Chieti, da quando state insieme, è la prima esperienza di lontananza: come la state vivendo?
“Sì, alla fine è questa la prima esperienza di lontananza, al tempo di Giulianova non eravamo ancora consolidati. Io sinceramente avevo messo in conto che prima o poi si sarebbe potuto allontanare, e non ho mai ostacolato la sua carriera perché vederlo felice rende felice anche me. Certo, non è semplice, all’inizio ho sofferto tanto ma poi mi sono abituata: è che questo anno è un po’ particolare perché io, oltre a lavorare, mi sto per laureare e quindi non posso muovermi da Salerno, ma sono sicura che presto abbatteremo anche la distanza. Però è anche giusto coltivare ognuno il proprio lavoro”.
Ci sono quindi progetti in vista?
“Sì, di progetti ne facciamo molti perché sentiamo che la nostra storia è importante, ma facciamo un passo per volta. Ci siamo dati un anno di tempo per conciliare e organizzare al meglio alcune cose e poi parleremo di convivenza”.
Parlavi prima del lavoro: quale pensi sia stato il momento più bello della carriera di Piero?
“Questo anno a Chieti è per lui molto speciale, oltre a essere titolare si sente molto amato dalla piazza, e questo lo sprona a far sempre meglio perché credo che sia quanto di meglio un calciatore possa desiderare. Però anche gli anni a Pagani sono stati importanti, soprattutto il primo dove ha vinto i play off raggiungendo la Prima Divisione (stagione 2011-2012, ndr)".
Ma il calcio ha mai influenzato la vostra vita di coppia?
“Forse solo la lontananza fisica è stata portata dal calcio nella nostra vita, ma come dicevo prima lo avevo messo in conto. Comunque tutto passa perché ci diamo sempre tanta forza reciproca”.
Tu segui il calcio?
“Sì, mi è sempre piaciuto, anche da molto prima di conoscere Piero. In casa mia siamo tifosi della Salernitana, i miei portavano sempre me e i miei fratelli allo stadio e guardavo spesso anche le partite in tv di altre squadre. Poi stando con Piero mi sono appassionata ancora di più, mi piace proprio vedere le partite”.
Quindi il calcio è sostanzialmente una cosa che vi accomuna…
“Sì, il calcio è effettivamente una delle tante passioni che ci lega, e mi piace molto anche la sua serietà nell’affrontare il lavoro: Piero è sempre attentissimo allo stile di vita, all’alimentazione e agli orari, e devo dire che spesso è stato ripagato dei sacrifici fatti. Io sono sempre riuscita ad assecondarlo, anche regalandogli la concentrazione e la tranquilla che spesso richiede”.
La serietà emerge come uno dei pregi del tuo compagno. Ce ne dici altri? E poi anche qualche difetto…
“Sì, la serietà è una delle sue doti, e di pregi ne ha tanti, ma non lo dico perché sono di parte. Piero è davvero un ragazzo molto solare, positivo, riesce a darti sempre la giusta carica. Allo stesso tempo però è permaloso, spesso si impunta sulle cose e se poi non vanno come dice lui si isola per riflettere da solo, anche se io vorrei aiutarlo”.
Veniamo a un altro lato di Piero, quello romantico: essendo portiere è difficile che riesca a dedicarti un goal, ma ci sono state altre dediche?
“Verissimo, per i portieri è impossibile dedicare goal (ride, ndr). Però qualche dedica devo dire che c’è stata, l’ultima giusto domenica (il 19 gennaio 2013, ndr), quando è riuscito a parare il rigore nella partita contro l’Ischia”.
Tante dediche…regali invece quanti?
“Tanti (ride, ndr). Uno a cui tengo particolarmente è il primo che mi ha fatto, una collanina con una pietra rosa di Swarovski che per me è un portafortuna: anche prima di ogni partita la baciavo sempre, e devo dire che è stata di buon auspicio. Adesso ne indosso un’altra che mi ha regalato lui, ma la prima la porto comunque sempre con me”.
Adesso però è il tuo “turno”: c’è qualcosa in particolare che vuoi dire al tuo fidanzato attraverso questa intervista?
“Voglio augurare a Piero e a tutta la squadra un buon finale di campionato, sperando che tutto possa finire al meglio”.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
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