Jimenez, Dagasso e Rao: i tre migliori under del Girone B

25.12.2024 22:00 di  Marco Pieracci  Twitter:    vedi letture
Jimenez, Dagasso e Rao: i tre migliori under del Girone B
TMW/TuttoC.com
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Alex Jimenez (2005, Milan Futuro)

C'era grande curiosità attorno alla seconda squadra rossonera per vedere all'opera Francesco Camarda, enfant prodige chiamato al primo test vero tra i professionisti. Beh, finora non si può dire che il 16enne abbia incantato: un solo gol segnato in 9 partite, un calcio di rigore fallito e una certa difficoltà nel reggere la durezza della categoria. Non si può dire altrettanto di Alex Jimenez, protagonista fino a inizio dicembre prima di spiccare il volo verso la prima squadra. Nelle 14 presenze oltre a segnare 2 reti e fornire assist lo spagnolo arrivato dalla cantera del Real Madrid ha mostrato un'attitudine da giocatore pronto, convincendo Fonseca a puntare fin da subito su di lui per farne il titolare della fascia sinistra relegando in panchina Theo Hernandez. Non esattamente l'ultimo arrivato.

Matteo Dagasso (2004, Pescara)

Ad un maestro di calcio come Zeman va dato atto di aver intravisto prima degli altri il potenziale ancora inespresso di questo ragazzo classe 2004 che potremmo definire tuttocampista, per la capacità di saper interpretare più ruoli nella mediana: che sia a due o a tre poco importa. Baldini gli fatto fare lo step ulteriore, cioè confermare quanto di buono aveva già mostrato lo scorso anno all'interno di un sistema di gioco perfetto per valorizzarne le qualità. Un po' play ed un po' mezzala, tanto che qualcuno ha già cominciato a scomodare paragoni pesanti. Per raggiungere il livello di Marco Verratti, partito proprio dal Delfino per arrivare sul tetto d'Europa con la Nazionale c'è tanta strada da fare anche se il club abruzzese sa di avere tra le mani una vera pepita.

Emanuele Rao (2006, SPAL)

L'unico raggio di sole in un campionato fin qui profondamente deludente per gli estensi. Pur tra i tanti alti e bassi dalla squadra il talento cristallino del giovane attaccante trentino è venuto fuori in tutto il suo splendore: il dribbling come pezzo forte, imprendibile nelle sue giornate migliori: sa creare superiorità numerica e di questi tempi non è così frequente vista la crisi generale di vocazione. La flessione nelle ultime partite può avere spiegazioni molteplici: in parte la stanchezza accumulata, visto che ha dovuto tirare la carretta senza riposare mai, così come il cambio di modulo che lo ha visto passare dal ruolo più congeniale di attaccante esterno del tridente offensivo a quello di seconda punta, con cui deve prendere ancora dimestichezza.