Top & Flop di AlbinoLeffe-Legnago Salus
"Gara scorbutica e forse anche brutta". Aveva pronosticato così il tecnico Donati (oggi squalificato) alla vigilia di questo AlbinoLeffe-Legnago Salus (risultato finale 0-1, Rocco al 25'). Così è stata: sicuramente scorbutica, brutta solo a tratti. Resta da definire e metterci tutti d'accordo sul significato di "brutta". L'allenatore del Legnago, d'ora in avanti, sognerà partite brutte come quella di Zanica: svarione difensivo degli avversari, capitan Rocco che raccoglie palla, ringrazia, scarta Marietta e spedisce in rete. E poi tanta grinta sui portatori di palla, tanti falli, tante interruzioni per spezzare il ritmo, alla fine anche un palo estemporaneo quando nessuno, a parte Buric, ci credeva davvero. "Brutta" è il termine, reale e veritiero, di questa prestazione che ha visto l'AlbinoLeffe regredire anche nell'atteggiamento. Una "Celeste" che aveva perso eppure comunque convinto nelle prime, impegnative gare contro avversari di pregio. Non è passato molto tempo da quelle prove volitive. In fondo, ancora per questione di alcune ore, è ancora settembre. E allora, se non è cambiato il mese, perché stasera è un diverso settembre?
Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato questo pomeriggio all'"AlbinoLeffe Stadium" di Zanica.
TOP:
Zanini (AlbinoLeffe): nell'AlbinoLeffe che non può più contare sulle iniziative solitarie di Manconi, è una mezzala (che fa anche l'esterno) a provare la via della rete con più frequenza. Il lodigiano classe '94 è una delle pochissime note incoraggianti di questo inizio di stagione, anche perché si vede la sua voglia di provare a prendere in mano la squadra. Soprattutto nel momento del bisogno e infatti è per un suo scambio con Arrighini, dieci minuti dopo il vantaggio ospite, che si evince che la creatura bluceleste è stesa ma respira ancora. Destro a giro poco fuori sul secondo palo, ma è questo l'AlbinoLeffe che si vorrebbe vedere decisamente con più frequenza: veloce negli scambi, propositivi nell'utilizzare tutta l'ampiezza del campo. E' forse stato l'unico vero bagliore bluceleste della partita, se parliamo di schema voluto, cercato, provato, riuscito. E' chiaro che una pedina sola al centro del gioco è troppo poco: basta ingabbiarla e il gioco è fatto. Qualche sprazzo da Gușu, altri da Zoma per il quale comunque rimane l'impressione che i suggerimenti preferisca farli che riceverli (o forse non si è mai capito davvero del tutto...) ma la somma tra disattenzione difensiva letale e la difficoltà a bucare la rete lascia in regalo lo stesso risultato. Di tante volte, di troppe volte. UN QUADRO COMPLESSIVO CHE PREOCCUPA
Rocco e una squadra che sa come salvarsi (Legnago S.): qualcuno, prima di noi, avrà senz'altro scritto di "Rocco e i suoi fratelli". C'è da giurarci, occasione troppo ghiotta. Ma qui a Zanica c'è poco da fare gli spiritosi, quindi avanti senza frizzi e lazzi. Rocco sicuramente prende tutto lo spazio, così come sul campo si è preso lo spazio per trovare la via rete da attaccante e da vero opportunista. E' una vittoria, quella del Legnago Salus, che rappresenta in tutto e per tutto un bel manifesto per una squadra che non vuole per nessuna ragione al mondo conquistare la C per poi ri-perderla come accaduto in un recente passato. E quindi non è casuale quella presenza di Rocco al posto nel momento giusto per inchiodare la difesa locale alle sue responsabilità, non è casuale il pressing continuo sui blucelesti nella ripresa a protezione del vantaggio (due nomi a far da rappresentanza: Martic e Viero). Bene anche Fortin, provvidenziale su Zoma ad un quarto d'ora dal termine. Un vantaggio coccolato in modo sanguigno, ruvido, quasi sul crinale della regolarità. Se non hai Lescano, se non hai uno stadio pieno, se di budget ragioni in migliaia e non in milioni, si fa così. E intanto i punti sono già 10. VINCERE "DI MISURA" E' UN'ABILITA' CHE DECIDE INTERI CAMPIONATI
FLOP:
Disattenzioni difensive, atteggiamento passivo e la stoccata che non c'è (AlbinoLeffe): non originale come osservazione, lo comprendiamo. Quando una squadra non "gira", o è la fase difensiva o è la fase offensiva o un "mix" di entrambe. Però la partita, di fatto, conferma questa verità apparentemente banale. Il pacchetto arretrato sembra veramente impacciato: è davvero strano, anche perché coloro che, a maggio, avevano fatto sparire dal campo i Mensah e i Guccione si chiamavano anch'essi Borghini e Marchetti, lo stesso cognome dei difensori scesi in campo oggi. E in più c'è Gatti, uno che in C ha già dimostrato piuttosto abbondantemente di poterci stare. E allora, cos'è che turba? L'altro aspetto è una difficoltà a segnare: la ripresa racconta di blucelesti dalle parti di Fortin in diverse occasioni, eppure quella palla non entra. Sfortuna solo in minima parte, c'è evidentemente dell'altro. I CV non mentono, Lopez non ha a disposizione bocche di fuoco. Ma è un'evidenza che si deve mettere da parte, una soluzione va trovata. Magari con una partecipazione più corale, magari con nomi sul tabellino che si alternano. Sicuramente con tanta cattiveria in più, perché deve essere chiaro che il finale della scorsa stagione resta un enorme debito con la Dea bendata per la "Celeste". CI SONO SCONFITTE PREVENTIVABILI E SCONFITTE...COME QUESTA
Troppi rischi sul finale (Legnago S.): va bene proteggere un gol di vantaggio (e consequenziali tre importantissimi punti in trasferta contro una diretta concorrente) ma forse la formazione veronese si è chiusa in area troppo presto. Praticamente è stato un (quasi) assedio partito all'ora di gioco, alleggerito solo da lanci verso il neoentrato Buric che, con il suo fisico, effettivamente ha contribuito a tenere palla lontano dalla porta di Fortin (cogliendo anche un palo su finale di partita). Qualche rischio di troppo per un atteggiamento difensivista applicato forse prematuramente: non è reato dire che il Legnago è stato anche aiutato da mire blucelesti non troppo raffinate, non è detto che, con altri reparti d'attacco avversari, sul pulmann possano prendere posto i sorrisi sfoderati in questi minuti. Però non è serata per mandare qualcuno dietro la lavagna: dopo Renate i veronesi fanno fuori un'altra provinciale lombarda e allora, se davvero non c'è due senza tre, il pensiero già corre a sabato prossimo (in casa contro la Giana Erminio) ancora prima di aver finito di leggere questi Top&Flop. L'ATTEGGIAMENTO GIUSTO DI CHI SA CHI E' E COSA DEVE FARE