AlbinoLeffe, Baroni: "L'affiatamento del gruppo crea questi risultati"

Serie C crocevia di storie, sogni che si sovrappongono, carriere appena sbocciate e altre che chiedono un dignitoso commiato. E poi ci sono le rivincite, i secondi treni che non è vero che non passano, le faticose scalate per ritornare su una cima che già era lì a pochi passi. La serie C è molto di questo. Per fortuna, una volta tanto. Serie C è una nuova possibilità: serve una buona sorte, senz'altro, serve qualcuno che crede in te. Serve competenza in chi scommette, servono costanza e dedizione in chi è scommesso.
Riccardo Baroni, terzogenito del tecnico laziale, con la fascia di capitano di quella (forte) Fiorentina Primavera (anno 2016-17) aveva a quell'epoca probabilmente altri sogni per i suoi attuali 26 anni. Senza dubbio qualcosa di più di una serie C. Eppure è forse ancora più bello tornare ad essere un valore nel calcio professionistico dopo una sequela di infortuni che avrebbe scoraggiato definitivamente un buon numero di atleti. Dall'operazione all'anca a Siena fino ad un'intera stagione (2022-23) a guardare i compagni del Pontedera in tribuna con le stampelle per un legamento crociato in brandelli. Un triste déjà-vu, peraltro, delle sensazioni vissute a Frosinone due anni prima.
Riccardo, classe '98, titolare nel terzetto arretrato di Lopez, arriva a Zanica dal Modena nel gennaio dello scorso anno. L'infortunio è ormai alle spalle e Riccardo ci mette poco a prendere posto nell'undici iniziale. Quest'anno già 29 presenze, gettoni che tintinnano grazie ad un buon senso della posizione e anche a qualche sortita un po' più avanti, come si richiede ora ad un buon braccetto. Se Borghini avanza lui indietreggia, e viceversa. Si chiama equilibrio. Suo il cross che tradisce il valgobbino Pittino per il vantaggio dell'AlbinoLeffe contro il Lumezzane. E altri tre punti. E sempre più quarto posto. Continua la scalata dell'AlbinoLeffe, continua la scalata di poche parole e tanti fatti, e dunque proprio per questo esemplare, di Riccardo Baroni.
"La partita è andata come l'avevamo preparata in settimana" spiega in sala stampa il difensore mancino seriano. "Dovevamo insistere con i nostri inserimenti perché il Lumezzane è stato un avversario che tendeva ad aspettarci. Su questo approccio verso squadre che si chiudono dobbiamo ancora migliorare. Nel secondo tempo abbiamo avuto qualche spazio in più e avere giocatori come Momo (Zoma, ndr) in questo senso ci agevola. A livello personale mi serviva una stagione così, con questa continuità: è da un anno e mezzo che sono uscito dall'infortunio e ora qui a Zanica sento quella fiducia che per un giocatore è fondamentale. Dietro siamo tutti ragazzi bravi e più si gioca insieme più i movimenti in campo diventano naturali: inoltre il nostro tecnico da giocatore è stato un difensore e quindi ama curare il nostro reparto in modo particolare. E non trascurerei nemmeno l'affiatamento fuori dal rettangolo di gioco perché poi in partita aiutare il compagno diventa un'azione istintiva".
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