Ds Gubbio: "Ereditiamo 10 contratti. Di Massimo? Punto certo da cui ripartire"

07.07.2024 17:00 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Alessandro Degli Esposti
TMW/TuttoC.com
Alessandro Degli Esposti

Alessandro Degli Esposti, direttore sportivo del Gubbio, ha parlato in conferenza stampa delle strategie di mercato dei rossoblù: "Noi ereditiamo 10 contratti e vogliamo fare un'espressione di calcio in cui l'utilizzo dei giovani per noi è una condizione essenziale per raggiungere quello che era il nostro obiettivo. All'interno di questi 10 contratti abbiamo solo un ragazzo che rientra nella quota che è Tozzuolo per cui questo sarà la gran parte del mercato che andremo a fare da qui al 31 agosto. Sarà un mercato lungo e calmo. Sicuramente quelli che sono i nostri obiettivi riusciremo ad analizzarli, almeno sulla carta, al termine dell'ultimo giorno di mercato. Se pensate che da qui a 15 giorni la squadra possa partire a ritiro completo, dimenticatevelo. Ci sono dei tempi sul mercato e noi assorbiamo una situazione che comunque è incompleta. Io voglio reperire giocatori che siano funzionali, ma funzionali nel tempo. Mi preme ringraziare e fare i complimenti sia a Davide (Mignemi, ndr) che a Braglia che hanno fatto un grandissimo lavoro in questi due anni, però penso che in questo momento il Gubbio debba ripartire con un progetto tecnico totalmente diverso, anche perché ci sono giocatori sì di grande valore all'interno della categoria ma sono in scadenza di contratto. Per cui se vogliamo pensare di costruire qualcosa che ci possa dare solidità, ambizione e continuità, dobbiamo cominciare a ragionare in una certa maniera".

"Alessio Di Massimo? Lui è un capitale per noi da un punto di vista tecnico, è un giocatore le cui capacità non le scopro di certo io, è uno dei giocatori che lo scorso anno si è reso protagonista di una grandissima annata insieme ad altri. Per noi rappresenta assolutamente un punto certo da cui ripartire".

"Giacomo Venturi? Lo conoscete anche voi. Secondo me l'idea è quella comunque di spezzare la quadratura dei portieri, nel senso che vorremmo fare un under e un over perché tendenzialmente ti può dare l'opportunità di poter fare dei ragionamenti diversi, considerando poi il fatto che sono un po' all'antica da questo punto di vista. Poi, al di là di quelle che possono essere ovviamente le decisioni dell'allenatore, però io ho fatto sempre un calcio in cui il portiere uno è il titolare e uno è il secondo. È un ruolo estremamente emotivo e la fiducia in cui si ripone in lui deve essere totalitaria".