Capuano: "Non ho mai allenato in A e in B perché vengo ritenuto ingestibile"

10.11.2024 19:45 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Ezio Capuano
TMW/TuttoC.com
Ezio Capuano

Eziolino Capuano, anni 59, professione allenatore. Ha lasciato il Foggia per il dolore umano non risarcibile della morte di tre tifosi. E si è raccontati ai colleghi dell'edizione foggiana di corriere.it: "Cosa é il calcio secondo Ezio Capuano? Credo sia vendita di emozioni con commozione. E il mio è un calcio divertente e sentimentale, anche se oggi è un pallone diverso, cambiato con l’evoluzione della vita. I social hanno migliorato forse la quotidianità ma il calcio no. Durante la settimana si dà valore a espressioni di massimo egocentrismo. Si bada ai voti che vengono dati dai giornali, all’assegnazione degli assist. Io non ho Facebook o Instagram. Ho solo whatsapp. Basta e avanza".

Emozione e commozione contro business: "Penso alla morte dei tre ragazzi di Foggia. Non c'è stato minuto di raccoglimento, la gara non è stata rinviata perché era programmata sul canale 201 di Sky. Da qui deriva la scelta di rinunciare a un contratto. Ho visto il padre di uno dei ragazzi morti, che ha portato un mazzo di fiori per il figlio sul campo di Potenza. Era un uomo distrutto dentro e non mi sono arreso, ma mi sono sentito colpevole nell'animo essendo padre di figli. Il giorno dopo, anche alla luce di situazioni che non ho condiviso, sono andato via".

Ci vuole coraggio a essere coerenti, fin quasi a essere reputati ingestibili: "Cosa significa gestibile? Se vuol dire essere offeso nella dignità di uomo, preferisco essere ingestibile a vita. Al contrario, se essere ingestibili è sinonimo di coerenza, meglio essere così. Nel calcio sono tutti yesman. Ma mi trovi un allenatore che in Europa per 35 anni non è mai stato fermo. Eziolino Capuano non ha mai saltato una stagione".

Però non ha mai allenato in A o in B: "Perché sono sempre stato considerato ingestibile. In realtà ho allenato in serie A in Belgio, all’Eupen, salvo entrare in rotta con la società perché preferivo schierare Espinal e non un giocatore pagato molto di più. Sono stato vicino ad allenare l’Empoli in B e la Salernitana mi aveva praticamente preso, con tanto di presentazione del presidente Aliberti. Poi il direttore Longo, qualche settimana dopo, ufficializzò Pioli. Ecco, posso dire una cosa: sono sempre stato scelto dai presidenti e non dai direttori sportivi. E questo è tutto dire".

Sull'esperienza di Taranto precisa: "Se ho presentato quei certificati medici, è perché sono davvero stato male. Avevo costruito qualcosa dal nulla, contribuendo all’allestimento di una squadra che avrebbe lottato per il vertice, spendendo poco. Poi cambia tutto: disimpegno di Giove, mancato pagamento di emolumenti di agosto, mi si smonta una squadra e io che dovevo fare, rimanere a Taranto? Dovevo rimanere per difendere un contratto? Sarei stato incoerente. Ho subìto un trauma e quel certificato medico è frutto di questo. Di certo non ho mai abbandonato la nave. Non lo feci neanche a Potenza, pur sapendo che la società sarebbe stata radiata".