INTERVISTA TC - Capuano: “Avellino, ti vorrei portare in Serie A”

05.05.2020 07:30 di  Francesco Marra Cutrupi   vedi letture
INTERVISTA TC - Capuano: “Avellino, ti vorrei portare in Serie A”
TMW/TuttoC.com
© foto di Nicola Ianuale/TUTTOmercatoWEB.com

Istrionico. Puro. Figlio di un calcio, fatto di amore e passione che oggi forse non esiste più. Stiamo parlando dell’attuale allenatore dell’Avellino, Eziolino Capuano. Il mister, nativo di Salerno, con una carriera trentennale alle spalle, ha parlato ai microfoni di TuttoC.com. Mai banale, ha commentato così la situazione attuale:

Hanno fatto discutere le proposte relative alla quarta promozione.

“In questo momento di quarantena, oltre a studiare calcio sto leggendo moltissimo. Mi sembra che tanti personaggi, anche quelli di caratura abbastanza importante cambino versione in base a quelli che sono gli interessi relativi alla propria classifica. Io rimango sempre della mia posizione: andando contro i miei interessi, il sorteggio potrebbe portarmi in serie B. Ma essendo uomo di campo non potrei mai condividerlo. Per me in B deve andare l’aspetto meritocratico. Non ho mai cambiato opinione, portare la quarta cristallizzando la classifica è impossibile: chi parla di media punti, chi parla della migliore seconda ma poi potrebbero rivendicare un diritto tutte le altre 26 squadre aventi diritto di partecipare al playoff. Il Carpi, come la Reggiana o il Bari hanno fatto un lavoro straordinario. Ci sono una serie di situazione da sbrogliare, ci tengo a complimentarmi con il presidente Ghirelli che ha la mia stima illimitata. Per me il bussolotto, pur andando contro i miei interessi, non è un argomento da proporre per portare la quarta promossa. Non sono uno YesMen, esprimo tutti i miei pensieri con la schiettezza che mi ha sempre contraddistinto.”

La Serie C potrebbe riprendere?

“E’ impossibile. Il campionato andava chiuso qualche settimana fa. Prima si chiude e prima si può programmare la prossima stagione al meglio. La prossima stagione non sarà facile e non lo sarà per altri 3 o 4 anni. Consentitemi, sento che ad alcuni ragazzi che giocano in Serie C e in Serie D si voglia tagliare lo stipendio. Qui non si parla di stipendi da Serie A, si parla di stipendi da poco meno di 2000 euro netti al mese. Tutti parlano, ma molti non sanno che molti calciatori di C prendono stipendi con cadenza trimestrale, quel poco che hanno da parte lo hanno consumato. Quindi per questi ragazzi sarà drammatico. Alla Lega cosa dico? Prima si chiude il campionato e meglio è per tutti. Non c’è più la possibilità di andare avanti. Prima si pone fine e meglio è, questo è un qualcosa che io avrei fatto con qualche settimana d’anticipo.”

Quante squadre rischiano di scomparire?

“Io leggo e do ragione al presidente Ghirelli, lui è un padre che deve gestire sessanta figli. Il covid ha portato delle conseguenze da guerra, molti imprenditori hanno perso l’inverosimile. In questa pandemia, più è forte l’imprenditore e più è grossa la perdita. Pensate che alla ripresa di penserà a salvaguardare le proprie aziende o le società di calcio? Ma per quanto posso amare ed essere tifoso non posso distruggere il lavoro di una vita. Quindi confido negli auguri del governo, si era pensato a 600 euro per i calciatori dilettanti. Ma questi soldi ancora non si sono visti. In C si parlava di cassa integrazione, ma ancora non si è visto nulla. C’è gente che non ha stipendi da capogiro, cosa racconta ai figli e alle proprie mogli? Qui deve intervenire il governo, ma in maniera massiccia. Sono sempre stato convinto che il debole vada aiutato. Non è una cosa detta a mio tornaconto, parlo in generale a difesa di quelle che possono essere le conseguenze di questo verme che ci sta continuando ad attanagliare.”

L’Avellino vorrebbe alzare l’asticella il prossimo anno: ancora Capuano alla guida?

“L’Avellino quest’anno ha toccato il fondo. Ci sono stati tre cambi di proprietà, tutti dicevano che avremmo fatto la fine del Pro Piacenza o del Matera. Si è vissuta una situazione drammatica. L’Avellino è tutto ciò che un allenatore cerca. Sono arrivato qui tra incoscienza, presunzione e coraggio. Sono arrivato nel momento tecnico più difficile, nelle ultime cinque partite aveva fatto un solo goal e aveva davanti un calendario da brividi contro le più forti della classe. Penso che nessun allenatore ci sarebbe andato. Ho portato con me collaboratori facendoli firmare a costo zero perché non c’era un euro. C’era quella voglia di prendersi una città intera. Sono arrivato contro il volere della piazza per quell’episodio di 14 anni fa, dove battemmo con la Juve Stabia l’Avellino. Mi trovai ad esultare senza offendere nessuno. Oggi facendo dei risultati impensabili, dove il valore dell’uomo supera il valore dell’allenatore oggi sono amato. Penso che ad Avellino la gente riponga in me una fiducia illimitata. Ad oggi abbiamo una delle società più forti d’Italia: io ho un contratto ancora lungo. Adesso sarà la proprietà a decidere. Ho un gran rapporto con la società, in primis con l’amministratore unico Giovanni D’agostino. Sento la grande fiducia che ripongono nella mia persona. E’ ovvio che il coronavirus ha impedito di vederci fisicamente, aspettiamo la decisione del consiglio federale e poi ci vedremo. Per me al momento esiste solo ed esclusivamente l’Avellino. Ribadisco, non è la forza di avere un contratto ne il consenso popolare. Io debbo tanto alla gente che oggi mi ama. Se ci dovessero essere le condizioni io sarei fiero ed orgoglioso, su questo non c’è dubbio. Mi debbo confrontare con la società e vedere se ci saranno le condizioni.”

Tante squadre iniziano ad apprezzare il suo lavoro: richieste da più parti?

“Qualche squadra che mi ha cercato con più insistenza non è venuta fuori. Ci tengo a ringraziare quel presidente e quei dirigenti che mi cercano costantemente. Fa piacere essere accostato a panchine importanti. Io sono sotto contratto con l’Avellino, ho tutto l’interesse e la voglia di non tradire un popolo che oggi mi ama. Non è facile aver conquistato la stima e la fiducia di tutta l'Irpinia e della sua provincia. Avellino, non si deve limitare alla serie B, ha un potenziale di 30.000 spettatori con una facilità inaudita. Nel giro di quattro cinque anni può ambire alla serie A. Voglio ringraziare le squadre che mi hanno cercato, in particolare una che con grande caparbietà mi fa sentire la sua vicinanza. Da parte mia non c’è nessuna intenzione di andare via.”