Taranto, una favola senza lieto fine: Capuano la vera "vittima". Il blasone non basta: Perugia, Pescara e Spal devono investire di più

03.08.2024 00:00 di  Luca Esposito  Twitter:    vedi letture
Taranto, una favola senza lieto fine: Capuano la vera "vittima". Il blasone non basta: Perugia, Pescara e Spal devono investire di più
TMW/TuttoC.com


Tanto tuonò che piovve. E forse non eravamo disfattisti quando rimarcavamo che qualcosa non ci convincesse in pieno. A Taranto un vero e proprio terremoto calcistico mette a repentaglio il futuro del club a poche settimane dall'inizio del campionato. Le dimissioni del presidente Giove costituiscono quel fulmine a ciel sereno che mina la serenità di una piazza che, dopo la grande cavalcata dell'anno scorso, sperava finalmente di essere uscita dalle sabbie mobili dell'anonimato e che ora si ritrova a vivere un incubo incredibile. La principale "vittima" è il tecnico Ezio Capuano, uno che ereditò una situazione difficilissima riuscendo, con passione e senso d'appartenenza, a risollevare le sorti del club garantendo una salvezza tranquilla e un secondo posto sul campo invalidato soltanto da una beffarda penalizzazione. State certi che quel Taranto, quasi imperforabile in difesa e spinto da un pubblico meraviglioso, avrebbe disputato gli spareggi promozione con ampie possibilità di ritrovarsi in serie B. La lettera pubblicata dal mister è commovente, di fatto c'è la volontà di non mollare e di caricarsi sulle spalle il peso di un malessere generale che comporterà una rapida rivoluzione dell'organico. Tanti giocatori di spessore, convinti con nottate intere di telefonate e trattative sotto traccia, hanno già lasciato il ritiro, tanti altri sono in contatto col rispettivo procuratore e vogliono scappare. Legittimo, ci mancherebbe. Capuano, però, a norma di regolamento deve auspicare in un esonero per poter riprendere a lavorare in un'altra società. In caso di dimissioni, invece, resterebbe fermo al palo: la classica beffa dopo il danno. Del doman non c'è certezza, è proprio il caso di dirlo. Se in extremis Giove non farà un passo indietro o non si facesse avanti nessun imprenditore disposto a salvare il salvabile, c'è il rischio di vivere un'autentica agonia sportiva e di ritrovarsi fuori dal campionato in corso d'opera come accaduto ad altre realtà prestigiose nel recente passato.

La vicenda stadio è stata davvero determinante o c'era già la volontà di farsi da parte? Visto il budget messo a disposizione di Capuano, viene comunque da pensare che non ci fosse tutto questo desiderio di spendere soldi per puntare ancora alla promozione. Una favola senza lieto fine, una tristezza per tutti gli appassionati di calcio a prescindere dalla fede sportiva.
A proposito di brutte notizie, in settimana c'è stata la squalifica di Forte e Pastina per la famosa vicenda legata alle scommesse. Non vogliamo entrare nel merito, ci sono le autorità competenti che si sono pronunciate e che si pronunceranno ancora in base ai prevedibili ricorsi dei legali. Tuttavia vogliamo fare un in bocca al lupo a Pastina. Per un giovane star fermo due anni e pagare 15mila euro di multa è una bella batosta, sia comunque da insegnamento affinché in futuro si possa condurre una vita più serena e senza eccessi. Quasi inutile rimarcare che il Benevento sia parte lesa e che le società troppo spesso pagano per errori di tesserati profumatamente pagati e che dovrebbero sempre tener conto dei sacrifici dei presidenti e della passione della gente prima di cadere in tentazione. Tra le note liete, invece, c'è il Sorrento che, pur senza i budget faraonici di Catania e Avellino, si sta muovendo con intelligenza sul mercato. Bravo il direttore sportivo Amarante, abile a puntare su tanti giovani  e a porre le basi per un futuro importante e ricco di soddisfazioni e...plusvalenze. Dando uno sguardo a quanto accade nei vari gironi, possiamo dire che Vicenza, Catania, Avellino e Benevento siano superiori alle concorrenti. A Foggia, però, dopo il caos iniziale si sta muovendo qualcosa in tutti i reparti, stesso discorso per piazze come Chiavari e Terni che hanno l'obbligo morale di lottare per il vertice. Ancora troppo poco a Pescara, Perugia, Ferrara e Crotone, fa onore alla società dell'Ascoli aver chiesto pubblicamente scusa ai tifosi dopo la retrocessione promettendo di competere per la B nel più breve tempo possibile.