Top & Flop di Pro Sesto-AlbinoLeffe
Può un 2-0, rotondo, inequivocabile, privo di recriminazioni e proteste (anzi, poteva finire con un "tris") definirsi "deciso dagli episodi? Sì, se questo 2-0 è Pro Sesto-AlbinoLeffe, Stadio "Ernesto Breda", "una partita in un tempo". Perché è tutto nel primo tempo che si costruisce il tabellino. Ed è tutto in un botta (infruttuosa) e risposta (ah, queste -sono due- sì che hanno fatto male!). Doumbia incorna da pochi passi, Botti respinge e dall'altra parte Maurizii fa il bomber con una caparbia azione per vie centrali per l'1-0 Pro Sesto. Forse, per l'AlbinoLeffe, era meglio non timbrare quella traversa dello stesso Doumbia perché la sinistra correlazione si ripete: sessanta secondi più tardi, facciamo settanta per abbondare e Bussaglia ripropone l'antico adagio calcistico per un 2-0 (discesa sulla sinistra e destro sul secondo palo) che già dichiara di aver detto tutto. E così pure un rigore sbagliato (rigore un po' dubbio, a dire il vero) da Bruschi sul finale di gara rimane un dettaglio. Una riga anonima. Conta altro: non ci sono sconfitte isolate per la "Celeste", mentre la Pro Sesto torna, dopo un mese e mezzo, al dolce sapore di un calice pieno.
Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato questo pomeriggio allo Stadio "Ernesto Breda" di Sesto San Giovanni.
TOP:
Maurizii-Botti-Bruschi (rigore a parte) (Pro Sesto): se si dovesse dare un nome e cognome al primo tempo, questo leggerebbe senza dubbio il nome di Emanuele Maurizii, classe 2001 nativo di Sant'Omero cresciuto a pane e olive ascolane. Salvataggio sulla linea, gol da centravanti di sfondamento e tante altre chiusure su quella fascia (la sinistra per i locali, la destra per gli ospiti) in cui la formazione di Lopez era partita con un discreto piglio di Gușu. Ecco perché il marchigiano non ha mai perso un minuto di questo campionato. A proposito di Marche, è un tabellino interamente firmato dalla regione affacciata sull'Adriatico, visto che anche Bussaglia (bel gol: discesa sulla sinistra, pallone sistemato sul destro per la stoccata sul secondo palo) è nativo di quella terra. Ottimi e decisivi in almeno due frangenti gli interventi di Botti (no, lui non è delle Marche ma è nativo di Desenzano del Garda) mentre, soprattutto nel secondo tempo, si è fatto sentire il peso specifico di Bruschi, bravo a gestire i palloni facendo salire la squadra. Poi ha sbagliato un rigore, ma non sta lì il senso di una prestazione. Anche perché quel penalty fallito non ha ringalluzzito nessuno, nemmeno una "Celeste" che, negli ultimi minuti, sembrava non potere, vinta da un pomeriggio un po' sciocchino. UNA VITTORIA CHE MANCAVA DAL 29 SETTEMBRE
La costruzione di gioco nel primo tempo (AlbinoLeffe): ci sono sconfitte e sconfitte. Se quella di sabato scorso, contro un Padova proiettato ad altri orizzonti, ci poteva stare, questo nuovo stop è da accettare a denti ben più stretti. E' un rovescio che ripropone la combinazione, letale, tra incapacità nell'essere cattivi negli ultimi metri e leggerezza nei contrasti in difesa. Ma se ottobre aveva più che convintamente sostenuto che, su quest'ultimo punto, si potesse dormire tra due guanciali, questa fase di novembre pone qualche dubbio anche là dietro, escludendo Marietta anche oggi autore di diversi interventi pure significativi. Una partita può essere decisa dagli episodi anche quando finisce con un inequivocabile 2-0 (3-0, se non fosse stato per il rigore sbagliato): in questo senso non si può, a parziale discolpa, non annoverare un certo grado di sfortuna che si materalizza oggi in una traversa piena che avrebbe, senza dubbio, cambiato il "vento" della gara. Non disprezzabile quindi la costruzione di gioco del primo tempo, con il black power di Zoma e Doumbia a creare occasioni in serie (bravissimo il portiere dei milanesi Botti). A proposito di Zoma, il meratese in area piccola è spesso in buona posizione, è spesso in posizione di tiro, è creativo anche nella finalizzazione: però sembra che gli manchi sempre quel "qualcosa" per essere davvero attaccante. Nella ripresa, nella necessaria rivoluzione tattica, torna "quinto" come lo scorso anno e sulla sinistra le sgroppate sono quelle di sempre. QUALCOSA C'E', SOTTO LA CENERE DI GOL CHE MANCANO
FLOP:
Questa volta no (Pro Sesto): nessuna insufficienza, ci mancherebbe. Come si fa a parlare di valutazioni negative quando il pomeriggio consegna quel successo che mancava da ben sette turni? Nelle ultime uscite le prestazioni c'erano e, in effetti, è un pomeriggio che conferma anche come lo 0-0 con la Triestina fosse un pareggio di sostanza e non solo frutto (come si è inevitabilmente portati a credere) di una prestazione opaca dei giuliani. Le prestazioni in parte c'erano ma non i punti. Punti che sono arrivati oggi, con due-tre belle individualità e una prova corale che fa ben sperare i tifosi di Sesto San Giovanni. Anche se al "Breda", anche questo va ricordato, non è sceso quell'AlbinoLeffe compatto e concentrato apprezzato per tutto il mese di ottobre. Sempre zona-playout (i primi dei dannati) ma a 15 punti lo sguardo è naturalmente portato a posarsi davanti e non più (solo) indietro. UNA CONFERMA DOPO UN INSIEME DI IMPRESSIONI
Un passo indietro (AlbinoLeffe): vale quello già enunciato sopra, queste sono partite dove i punti di forza e di debolezza sono due facce di una stessa medaglia. E' una sconfitta che dispiace perché va a ledere anche le sicurezze che sembravano consolidate, tipo una buona tenuta difensiva dopo i record di ottobre. Però, in un campionato equilibrato come quello attuale, ci sta la disattenzione difensiva (settimana scorsa Gușu, oggi per esempio con il neo-laureato Gatti rivedibile in occasione del primo gol). Quello che non è sempre accettabile è che la disattenzione difensiva ormai segna irrimediabilmente il tabellino, perché è un AlbinoLeffe che continua da fare immane fatica a segnare. Sulla veridicità dei tre gol di Novara non bisognava crederci e, infatti, la media-gol a partita è tornata ad essere sui livelli consueti, cioè davvero ai minimi termini. Detto già dell'eterno equivoco tattico di "Momo" Zoma, va ricordato come l'ivoriano-lecchese non sia l'unico a giocare costantemente in una posizione storicamente non sua: qualche riadattamento ci sta se non ti chiami Padova, ma occhio a non esagerare. Qualche correttivo sul mercato andrà fatto: in alcune caselle c'è troppo poco (oltre all'attacco, anche l'esterno sinistro, dopo la partenza di Tomaselli, non è mai stato di fatto coperto se non con un casting permanente e poco convincente), in altre troppe alternative di pari qualità. Ottobre ha stabilizzato la barca, un'idea di gioco c'è e non è svanita. Ma il lavoro, dentro e fuori dal campo, non manca mai. CALMA E GESSO