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Marani: "Sogno una stagione dei giovani. Abbiamo dato sentimento alla C"

22.08.2024 11:20 di  Redazione TC   vedi letture
Matteo Marani
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Matteo Marani
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Il campionato di Serie C è ormai alle porte, nella giornata di domani, infatti, prenderà il via la stagione 2024-25, che inizierà con una grande festa al 'Mazza' di Ferrara, con l'opening day affidato a SPAL-Ascoli. Per parlare dell'annata ormai prossima al via, graditissimo ospite - questa mattina - all'interno della trasmissione di TMW Radio 'A Tutta C', dedicata al mondo della terza Serie: il presidente della Lega Pro Matteo Marani.

"Voglio intanto ringraziare voi, che date un importante racconto della Serie C, da cui cerco sempre di trarre spunti per migliorare quello che è il percorso iniziato - dice il numero uno della categoria - Domani alle 20:00 partirà la stagione, è stata scelta SPAL-Ascoli del Girone B per la cerimonia di apertura, e sarà questa la prima delle 1200 gare che ci aspettano, inizierà una lunga e affascinante maratona. Personalmente sogno una stagione dei giovani, mi piacerebbe vederne anche uno solo in più rispetto all'anno passato, nonostante ci siano già numeri incoraggianti visto che si parla del 90% dell'impiego degli stessi, ma questo sarà il primo anno della 'Riforma Zola', e il nostro auspicio è continuare a valorizzarli: è la mission e la modernità della Serie C, i giovani sono il futuro. Hanno poi costi più sostenibili, possono creare plusvalenze sane, oltre a far crescere un campionato che sta comunque crescendo ogni volta di più, il dato è importante per tutti: aver avuto il 40% in più del pubblico è un ottimo traguardo, e anche il passaggio su Sky ha portato una visibilità strepitosa. Oltre a una miglioria agli impianti di gioco, sul quale son stati fatti investimenti importanti, anche da parte della Lega Pro stessa che ha a esempio offerto i pannelli pubblicitari gratuiti per dare un aiuto ai club. Abbiamo dato più sentimento alla C, non siamo più i brutti che hanno solo problemi e si spaccano all'interno, che si battono in aule di tribunali, adesso ci sono meno polemiche del passato, c'è più voglia di fare e costruire, e di questo ringrazio i club e le persone che lavorano con me a Firenze. Dobbiamo ora cercare di programmare più possibile, questo non basterà a togliere problemi ma è un inizio. Faccio un esempio: a luglio, con il campionato che sarebbe iniziato a fine agosto, avevamo già dato gli orari delle prime sette giornate per agevolare tutte le società nell'organizzazione. È un primo step".

Nella Juve, in Serie A, abbiamo visto ben quattro giocatori cresciuti nella Next Gen: quanto sono importanti e come si inquadrano le U23?

"Il tema Seconde Squadre va inquadrato bene e va detto intanto che non sono state una scelta della Lega Pro, ma della Federazione: nel 2018 venivamo da una mancata partecipazione al Mondiale e si doveva rispondere a una difficoltà del sistema, così, in situazione di commissariamento, Billy Costacurta, allora vice del Commissario Straordinario Fabbricini, le propose. La Lega Pro dette la disponibilità a ospitarle, in un sistema dove ognuno pensa al suo orticello, fu spiegato che il livello delle U23 era da Serie C ed effettivamente sul campo si è visto. Poi, per cinque anni non è successo nulla, il progetto è rimasto fermo, ma due anni fa parlai con Percassi che mi espresse la volontà di creare la Seconda Squadra e così il progetto è ripartito, tanto che il Milan si è reso conto che c'è un oggettivo riscontro. Nella Spagna campione d'Europa, dei 26 convocati all'ultimo Europeo, in 20 venivano dalle Seconde Squadre. In Italia non è detto funzionino, ma è un tentativo che si è voluto fare: l'effetto si capirà però tra 4-5 anni, non può essere immediato. Ad ogni modo, ci sono regole chiare, come quello delle divisione tra i gironi, che ha ovviamente portato a malumori e critiche, ma da subito si disse che le regole cui dovevano attenersi le U23 erano quelle della C, tanto che quest'anno abbiamo ottenuto che ai playoff ci siano solo calciatori militanti effettivamente della Seconda Squadra e non siano ammessi coloro che scendono dalla prima squadra: sì alla formazione, no alla competizione. Se una U23 deve competere per vincere, perde il senso del progetto. Chiarisco poi che non saranno ammessi i sovrannumero, la C ha una sua regolarità e non va alterata; non solo, in caso di retrocessione, le Seconde Squadre rimangono nello slot delle Seconde Squadre in caso di riammissioni e/o ripescaggi, non prendono il posto di altri club retrocessi o delle formazioni di Serie D".

Dalla Next Gen, però, sono usciti solo Fagioli e Miretti, per quel che concerne gli italiani: gli altri sono tutti stranieri. C'è la necessità di tutelare maggiormente, per così dire, il "prodotto nostrano"?

"Ci sono norme di natura giuslavorista sempre molto delicate ed è chiaro che quindi non si possono fermare certe cose, ma sono state messe delle regole e si può riflettere su tante ipotesi. Siamo comunque all'inizio della valutazione, io sono curioso di vedere, ad esempio, l'Atalanta, dove sta diventando molto forte la parte italiana. E voglio vedere come il Milan interpreterà questo campionato: in generale, la cosa importante, è mettere in movimento un certo progetto, in questo caso quello sui giovani. Poi l'augurio è che arrivino anche i giovani italiani. Vorrei cambiare soprattutto la visione e la cultura, perché i giovani sono importanti, non importa da dove vengono, anche se chiaramente con la 'Riforma Zola' verranno premiati coloro che creano i propri giovani, e quindi quelli del settore giovanile".

La C è anche il campionato dei grandi presidenti italiani, dove i sentimenti vanno anche oltre la logica: è per voi, come Lega, un orgoglio e una responsabilità?

"Io mi sono approcciato al mondo della Serie C conoscendolo solo per i risultati, ma in questi due anni ho imparato ad amare questo campionato, ho conosciuto gli uomini e le donne che ne fanno parte, l'ho conosciuto dal suo interno. È un mondo enorme, e spesso non se ne capisce il valore che ha anche dal punto di vista culturale, di questo tanti meriti vanno anche ai presidenti, che ringrazio per la passione e i sacrifici che mettono in tutto: spesso non si riconosce quanto fanno, anzi, sono spesso ostacolati nel loro lavoro, abbiamo un pubblico e degli impianti che non sempre li agevolano: quello degli impianti è un problema scandaloso. Dobbiamo lavorare per migliorarlo, accompagnando nel lavoro tutti i presidenti. Durante la presentazione del nostro nuovo logo, lo scorso giugno alla Triennale a Milano, un presidente mi ha detto: 'Ti voglio ringraziare perché hai dato dignità al nostro campionato'. Lì ho capito davvero cosa significa per loro: fanno vivere l'ultimo polmone italiano".