Giuseppe Perrone scalpita dopo l'operazione: "Torno a settembre e chiudo la carriera a Trapani"

E’ un Giuseppe Perrone più sereno dopo l’intervento chirurgico effettuato al suo ginocchio destro dal professor Mariani presso Villa Stuart di Roma in seguito all'infortunio occorsogli nella finale di ritorno dei play-off contro l‘Avellino. “Mi è stato ricostruito il crociato anteriore e suturata una parte di menisco - dichiara il bomber granata, che ha iniziato la fase di riabilitazione da pochi giorni - Dovrò adesso continuare nella capitale questa fase per almeno quindici giorni per poi riprenderla a Trapani sotto la guida del fisioterapista della società Chinnici“. L’attaccante pugliese scalpita: “Non vedo l’ora di trovarmi in ritiro il 24 luglio assieme ai miei compagni per proseguire l’altra fase di rieducazione. Soprattutto il mio grande desiderio è quello di trovarmi in campo con la maglia granata. Il professor Mariani mi ha espresso a chiare lettere che dovrei farcela entro il mese di settembre. Se fosse così sono pronto a metterci la firma. Ho grande voglia di tornare. Per tale motivo mi sacrifico tanto. Sono nove, dieci ore al giorno di pesante fisioterapia ma per la società, i compagni ed i tifosi faccio questo ed altro". E intanto brillano gli occhi del calciatore che a Trapani ha ritrovato stimoli ed entusiasmo. Magari si vede già sotto la curva ad esultare assieme alla tifoseria con la quale ha instaurato uno splendido rapporto.
Al momento dell’infortunio ti sei reso conto della gravità?
"Purtroppo si. Avevo capito che c’era qualcosa di serio e non riuscivo a capacitarmi. L’esperienza mi ha insegnato certe cose. In effetti avevo ragione“.
E’ certamente meglio cambiare argomento. Chiediamo ad uno dei leader della squadra quale fosse l’arma in più di questo Trapani targato Boscaglia ai fini della vittoria del campionato.
“Noi siamo un gruppo omogeneo. Formiamo un blocco indistruttibile. Determinato e grintoso. Magari altre squadre possono avere fior di giocatori ma un gruppo come quello nostro è difficile trovarlo da qualsiasi parte ti giri. Tutti uniti assieme a società, città, tifoseria“.
Secondo te questa squadra con qualche nuovo innesto può far bene anche in Prima Divisione?
“Non ho dubbi. Mantenendo la stessa ossatura ci sono tutte le premesse per disputare un campionato interessante. Quel che conta è come se ripartissimo da zero. Dovremo farci trovare sempre pronti a far bene con grande umiltà e voglia di lavorare sodo. E’ in questo contesto che devono soprattutto calarsi i nuovi. Vivendo sugli allori non si vince nulla“.
A proposito di nuovi: al Trapani viene spesso accostato il nome della punta Clemente, ex Benevento, addirittura sembra cosa fatta.
“Lo conosco abbastanza bene. Ci ho giocato contro. E’ un ottimo giocatore che in questa categoria fa la differenza. Mi auguro che venga con noi".
Tu hai militato in numerose società di serie superiore, in quale posto collochi questi due anni in maglia granata?
“A Trapani finora ho vissuto due anni straordinari. Ho conosciuto tante altre realtà ma Trapani la colloco al primo posto. A 36 anni stò vivendo un’altra giovinezza. Un grande affetto mi lega a questa città“.
Eri abbastanza emozionato in occasione della festa per la promozione.
“Per questa gente vorrei dare sempre il massimo perché lo merita. Non mancherò di impegnarmi a fondo affinchè i tifosi granata abbiano sempre di più le soddisfazioni che si aspettano. Sono felice che questa città mi abbia molto apprezzato oltre che da calciatore anche come uomo. I calciatori passano ma gli uomini restano“.
A parte tutto, come ti definisci? Quali sono i tuoi pregi e difetti?
“Sicuramente un difetto lo lego al passato. Se da più giovane avessi avuto la testa che mi ritrovo adesso avrei sicuramente potuto fare e dare molto di più. A venti anni non pensi a certe responsabilità. Il mio pregio credo sia legato alla grande passione che ho avuto per il calcio. Questa passione è diventata il mio mestiere. Un obiettivo che mi sono sempre prefissato. Fare il calciatore. E ci sono riuscito“.
Vorrei che definissi mister Boscaglia e il presidente Morace.
“Il mister mi piace perché non da mai nulla per scontato. Non vuole mai che i giocatori si accontentino. Cerca il massimo anche nelle minime cose pure in allenamento. Ti sprona sempre a far bene. Il Presidente Morace non so come definirlo. Basta solamente dire, senza offendere nessuno, che non ho mai trovato gente corretta come lui. Un gran signore”.
A proposito, sei in scadenza di contratto.
“Anche se non ho contratto mi sento un giocatore del Trapani a tutti gli effetti. Con persone come il presidente Morace i contratti servono a poco. Basta guardarsi in faccia e con uno sguardo si risolve tutto. Ripeto voglio presto tornare a lavorare con i miei compagni. In quell’ambiente sto bene. Concludo dicendo 'Forza Trapani', a tutti gli effetti. E per me sarà sempre 'Forza Trapani'. Mi auguro con tutto il cuore di chiudere la mia carriera in questa città“.
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