Baldini: “Carrarese già nella storia. Tutta la città deve essere orgogliosa”

Durante l'appuntamento odierno con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Silvio Baldini. Queste le sue parole:
Per la Carrarese questa finale playoff rappresenta un appuntamento con la storia?
“Si, è normale. È la storia, dopo 70 anni la Carrarese si gioca la possibilità di andare in Serie B, si presenta la storia e i carrarini si sono presentati in quasi 2000 a Vicenza. Domenica servirebbe uno stadio da 20 mila persone, ma la magia del calcio è questa. In questo momento anche chi non segue il calcio è orgoglioso di quanto sta facendo la Carrarese e la città segue la squadra”.
Questa partita la gioca tutta la città?
“La cosa più bella e più affascinante è questa. I miei figli stanno seguendo tutte le trasferte, qui quando nascono i bambini lo fanno nell’ospedale di Massa ma si sentono tutti carrarini. Respiri la città fin da piccolo e fai parte di quella cultura. Io sono di Massa e ho avuto il piacere e l’onore di allenare la Carrarese, ma non sono carrarino. Non voglio andare sul carro dei vincitori, ma i miei figli sono carrarini e stanno già pensando a come festeggiare. Non credo alla scaramanzia, non vado alla partita proprio per evitare gli scaramantici. Non ho voglio di avere vicino queste persone, ma il popolo carrarino deve vivere questa sfida come se l’avessero già vinta. Le emozioni vissute sono state straordinarie, sono già nella storia perché la Carrarese non ha mai giocato una finale playoff per salire in Serie B”
Come ha fatto Carrara a convincerti a tornare in panchina?
“Ho molti amici carrarini ed è normale che mi sia sentito coinvolto in questa avventura e in questo sogno di portare la Carrarese non solo in Serie B, ma addirittura in Serie A. Se devo esprimere un desiderio voglio ottenere il massimo, non bisogna pensare in piccolo. Se non si capisce che la mia esagerazione è legata al fatto che i sogni non hanno limiti io non posso farci nulla. Non esistono i realisti, esistono i gufi. Se compro un biglietto della lotteria devo sognare il primo premio ed è uguale nel calcio”.
Cosa non ha funzionato a Crotone?
“Sono rimasto male perché a Crotone non manca nulla per fare calcio. Quando mi sono presentato ho detto che io lavoravo in un certo modo, poi a un certo punto si sono presentati capitano e vice dicendomi che non riuscivano a seguirmi e a quel punto bisogna fare un passo indietro. Non sono andato a vivere in albergo ma vivevo in una cameretta adiacente ai campi, ho dato tutto e se questo non viene capito io devo fare un passo indietro”.
La Carrarese non è favorita, come deve vivere questa finale da sfavorita?
“Deve pensare di essere la squadra più forte e che vincerà. Non deve avere paura che il sogno non si realizzi. Deve godersi con serenità questo momento, devi essere convinto di essere più forte. Se una città ti segue vuol dire che la società e i giocatori hanno fatto un qualcosa di straordinario. Come diceva Nereo Rocco le finali non si devono giocare, si devono vincere”.
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