SPAL, Baldini: "Avevo biennale col Lecco, ma non ero motivato a rimanere"

SPAL, Baldini: "Avevo biennale col Lecco, ma non ero motivato a rimanere"TMW/TuttoC.com
Francesco Baldini
Oggi alle 15:45Primo piano
di Valeria Debbia

Lungo intervento di Francesco Baldini nella conferenza stampa di presentazione quale nuovo tecnico della SPAL. L'allenatore ha spiegato il perché ha scelto Ferrara, visto che avrebbe potuto accettare anche di tornare sulla panchina del Lecco, con cui era legato e che aveva appena esonerato Volpe: "Ringrazio la proprietà, il Presidente e i direttori per la fiducia. La SPAL è una piazza che avevo nel mirino da tempo e, quando si è presentata questa opportunità, non ho avuto dubbi. Avevo un contratto biennale con il Lecco, ma non mi sentivo motivato a rimanere. Non avevo più gli stimoli giusti e ho preferito risolvere il contratto. In passato sono stato vicino alla SPAL, in Serie B, e anche prima di andare a Perugia avevo incontrato Tacopina per un possibile approdo qui. Il Presidente l’ho conosciuto a Roma, dove con l’Under 17 ho vinto il Campionato, poi a Catania ho vissuto la stagione professionale più bella. Mi è dispiaciuto non essere arrivato l'anno scorso, ma ora sono qui con un obiettivo chiaro: riportare la SPAL dove merita. Non mi immagino questa squadra quintultima in classifica, dobbiamo lavorare per cambiare la situazione. L'anno scorso, a Trento, la situazione era simile a quella che trovo qui: lavorando bene, siamo riusciti a risollevarci. Io voglio queste sfide. Diverse squadre mi avevano cercato, ma quando mi ha chiamato Casella, dopo aver visto la situazione della SPAL, non ho avuto dubbi. Questa è una piazza che merita di più”.

Quindi le prime sensazioni sulla squadra: "Conosco i ragazzi e ho trovato subito grande disponibilità. Abbiamo lavorato sia sull’aspetto tattico che su quello mentale e ho visto segnali positivi. Tutti vogliono mettersi in mostra, tutti vogliono dare il massimo. Ho chiesto tre mesi e mezzo di sacrifici. Saranno mesi tosti, indipendentemente dal mio arrivo, ma voglio vedere una squadra con temperamento, con carattere. Prima della tattica, conta l’atteggiamento: voglio una squadra corta, compatta, che lotti su ogni pallone. Non giudico il lavoro fatto fino ad oggi, ma so cosa ci serve per arrivare fino alla fine della stagione. Stiamo già lavorando per migliorare alcuni parametri fisici, senza stravolgere tutto, ma intervenendo in modo graduale. D'ora in avanti, tutto si azzera: eventuali problemi o frizioni del passato non contano più. La formazione sarà fatta in base a quello che vedo in allenamento e in partita. La sfida con l’Entella è la partita perfetta per dimostrare ciò che voglio vedere in campo. Sarà una sfida dura, ma stimolante. Mi aspetto il massimo impegno da parte di tutti”.

Sulla disposizione in campo: "Il modulo non è la cosa più importante. Mister Dossena ha lavorato duramente per trovare la soluzione migliore e sono convinto che il problema non sia solo tattico. Dobbiamo diventare una squadra, lavorare sul carattere e sull'intensità. Possiamo giocare a tre dietro con due esterni o con due punte e un sottopunta, ma alla fine non sono i numeri a farci vincere le partite, bensì l’atteggiamento. Dobbiamo cambiare atteggiamento e non transigo su questo aspetto. Gioca chi sta meglio, chi corre di più e chi si sacrifica per la squadra. Ogni settimana valuterò chi merita di scendere in campo. Dobbiamo dare tutto per questa maglia. Per me il calcio è questo: sacrificio, lavoro e concentrazione”.

Sullo staff e sul metodo di lavoro: "Per me è fondamentale avere uno staff di fiducia. Quando mi ha chiamato il direttore, gli ho detto subito che volevo lavorare con le persone che conosco e che mi seguono da tempo. Non sono qui per passare tre mesi ad allenare lo staff, ma per allenare la squadra. Siamo già diventati un gruppo di lavoro molto unito. Se volete venire nei miei uffici, vedrete sei o sette persone a testa bassa, a lavorare dalle otto del mattino fino a sera. Questo è il nostro approccio, e faremo di tutto per riportare la SPAL dove merita".

Sui singoli: “Con Antenucci, in passato, abbiamo anche litigato pesantemente in un Bari-Catania, ma è un punto di riferimento importante per questa squadra. La sua storia parla per lui. È un attaccante da gestire con attenzione, ma in questi giorni si è allenato alla grande. Se continuerà su questa strada, sarà un giocatore fondamentale per noi. Radrezza lo vedo play, accentratore di gioco. Lo vedo bene come mediano a due, con un giocatore più fisico al suo fianco, o davanti alla difesa. Non me lo immagino mezz’ala o trequartista. Per quanto riguarda la fase di non possesso, deve essere un impegno collettivo. Dobbiamo essere più corti, stretti e compatti, alzando la linea difensiva e lavorando bene sulle due fasi”.

Chiusura sul mercato e sui nuovi arrivi: "Per fortuna il mercato è finito, così possiamo concentrarci solo sul campo. I nuovi arrivati sono propositivi come tutti gli altri: sono a disposizione e si sono già integrati bene. Ora dobbiamo unire tutte le forze e andare in campo determinati e convinti di poter fare una grande prestazione".