il Punto sulla giornata Play off & Play out: la giostra del gol

30.05.2011 14:50 di  Daniele Mosconi   vedi letture
La Pro Patria vola in finale
TMW/TuttoC.com
La Pro Patria vola in finale
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Quest'anno i play off ci stanno regalando partite spettacolari e gioco frizzante. Il livello è molto alto e il pubblico sembra gradire e  ha risposto in maniera ottimale, arrivando, in tutte le partite, alla cifra record di 50 mila persone. Numeri da capogiro, con punte anche di 18 mila spettatori in una sola partita. La Lega Pro non è solo combine, presunte o reali, è anche e soprattutto questo.


> Girone A:

Il Verona dinanzi ad un pubblico commovente batte nella semifinale di andata il Sorrento per 2-0. C'erano quasi 15 mila spettatori al "Bentegodi". Verona sta pagando a caro prezzo le scellerate scelte delle vecchie proprietà. Questo può essere per loro l'anno buono, ma ci sono ancora novanta minuti da giocare. Il risultato non rende giustizia alla squadra di Simonelli, quando ad inizio partita ha avuto una grande occasione con Pignalosa, solo davanti a Rafael non riusciva a metterla dentro. Ma quanto è pesata nella partita di Verona l'assenza di Paulinho ... Al posto del suo compagno il brasiliano avrebbe già fatto esultare l'eroico centinaio di tifosi giunto fino in Veneto. Primo tempo chiuso sul risultato di parità, con un equilibrio difficile da spezzare. Nella ripresa si è visto un altro Verona, catechizzato a dovere da Mandorlini, gioca in maniera completamente diversa. Ferrari subito ha la palla dell'1-0 e la sfrutta alla grande facendo secco Generoso Rossi. Il Sorrento ci prova ma il Verona nel finale di partita trova il raddoppio su rigore, per un dubbio fallo di mano. Dal dischetto Ferrari non perdona e per il Verona è una seria ipoteca alla finale. A Sorrento basterà perdere anche con un solo gol di scarto per trovarsi in finale. Simonelli dovrà lavorare molto sulla testa della sua squadra. Ci è parso di vedere un Sorrento poco incisivo e quasi impaurito di giocarsi una posta così enorme. Ci vorrà un Sorrento formato extra per raggiungere la finale.
Nella partita dell'"Arechi" la Salernitana non sfrutta una grossa opportunità per andare settimana prossima in quel di Alessandria con più tranquillità.. Coreografia da brividi quella che accoglie i giocatori in campo, con un pubblico, come quello del Verona, merita davvero molto di più che i palcoscenici odierni. La Salernitana ha giocato male questa partita; la tensione e la posta in palio si sono fatti sentire e la squadra ne ha risentito. I grigi giocano una partita giudiziosa e ora hanno a disposizione due risultati su tre per arrivare in finale. Sarri dispone i suoi con il classico 4-2-3-1 che imbriglia una Salernitana arruffona, priva di pericolosità, quasi intimorita di giocare dinanzi al proprio pubblico. Dopo circa mezz'ora di studio, gli ospiti approfittano della confusione dei padroni di casa e passano in vantaggio con un gol di Martini. Un gol molto bello, perchè tutta l'azione si svolge di prima. La Salernitana reagisce e prima Pucino commettendo fallo da ultimo uomo lascia i suoi in 10, poi nella ripresa Barbagli, già ammonito nella prima frazione, lascia i suoi addirittura in 9. Nonostante la doppia superiorità la Salernitana continua a giocare in maniera pasticciata e solo un errore di Servili su un assist per Fabinho, permette ai granata di pareggiare. La Salernitana ci crede, cingendo d'assedio la porta di Sevili, ma il risultato alla fine non cambia più. Un'Alessandria maturo quello visto all"Arechi", che neanche in 9 si è mai disunito. Segno che il tecnico alessandrino ha preparato la partita in maniera perfetta. In questa stagione la squadra di Sarri contro le grandi ha sempre giocato ottime partite e ci vorrà una Salernitana diversa per vincere al "Moccagatta" (violato una sola volta, dalla Reggiana 1-0). Soprattutto ci si aspetta molto di più da Carrus, che questa volta non ha giocato come potrebbe.
Nelle partite di play out, successo importantissimo del Monza, con un gol nel finale di Alberti dal dischetto. Partita tesa con il Monza deciso a vincere e fa suo il primo round, ma al ritorno ci sarà da soffrire tremendamente perchè al Pergocrema basta un gol nei 90 minuti.
Il SudTirol vince contro il Ravenna. A decidere l'incontro è un gol di Fischnaller al 22°. Il Ravenna avrebbe anche l'occasione per pareggiare, ma Rosso sbaglia il rigore del possibile 1-1. Nella ripresa si è visto un altro Ravenna, ma non è bastato. Al "Benelli" farà molto caldo e al SudTirol mancherà Traorè, espulso nel finale.

 

> Girone B:

Al "Romeo Menti" di Castellammare di Stabia tutto era pronto per un pomeriggio che poteva essere l'inizio di un puzzle che se tutti i pezzi vengono messi in ordine può portare le vespe in B.
Dinanzi alla Juve Stabia c'era il Benevento, forte del suo secondo posto nella stagione regolare. Partita vibrante con le vespe che giocano una partita tutto cuore. Solo la bravura di Paoloni evita che il punteggio sia diverso dall'1-0 finale. Il portiere sannita para infatti un rigore calciato in maniera maldestra da Corona. La partita viene decisa da un gol di Molinari che sfrutta una punizione battuta dalla tre quarti. Il Benevento ha giocato di rimessa aspettando l'occasione giusta per pungere, ma questa gli è capitata raramente. Tattica errata quella decisa da Galderisi. Vero che al ritorno al Benevento basta un gol per passare in finale, però è l'atteggiamento che dovrà essere completamente diverso. Se sei secondo in classifica, devi dimostrare qualcosa di più se ambisci alla B.
Quel qualcosa in più che ha dimostrato l'Atletico Roma. Autentica bestia nera del Taranto la squadra romana. Due volte affrontata allo "Jacovone" due sconfitte. Questa però è più pesante. La prestazione dei ragazzi di Dionigi è stata deficitaria sotto tutti i punti di vista. Un Taranto bloccato e brutto, incapace in novanta minuti di ha creare pericoli veri per la porta di Ambrosio. A decidere la partita ci pensa dopo neanche un quarto d'ora di gioco è Babù, che sfrutta un rimpallo e batte Bremec sul palo lungo. L'Atletico Roma da quel momento in poi ha giocato la sua partita senza disdegnare di pungere in contropiede. Al Taranto è mancata la spensieratezza che l'ha contraddistinta nel girone di ritorno. A Roma ci vorranno due reti senza subirne per arrivare in finale. Dionigi ha il vantaggio che peggio di così il Taranto non può giocare. L'Atletico dovrà gestire questo capitale e giocando in maniera corretta, senza tanti fronzoli, può trovarsi dritto in finale.
Gli spareggi salvezza vedevano due squadre blasonate come Cosenza e Ternana, giocare in trasferta contro Viareggio e Foligno per la permanenza in Prima Divisione.
Protagonista assoluto della partita di Viareggio è Riccardo Bocalon. L'attaccante firma una tripletta che condanna il Cosenza ad una partita di ritorno tutta in attacco. Finisce 3-1 per i bianconeri di Scienza. Azzecca la partita della vita la squadra toscana e travolge un Cosenza che vuoi o non vuoi la testa ce l'ha altrove. Difficile giocare quando hai la società che non ti paga gli stipendi da mesi e la situazione ogni giorno che passa diventa sempre più compromessa. Al "San Vito" ci vorranno 2 gol al Cosenza per salvarsi; il problema è avere la testa giusta per segnarli i due gol.
Il Foligno vince per 1-0 (Falcinelli), ora domenica prossima al "Liberati" (dove in campionato ha già vinto) attenderà una Ternana che anche in casa dei falchetti ha denotato il problema cronico di questa stagione, il gol. Tozzi Borsoi Nolè e Sinigaglia, nessuno dei tre è riuscito a segnare lo straccio di un gol. Segnare in queste partite è importante, perchè si mette pressione all'avversario e gli si toglie sicurezza. Ternana e Cosenza sono chiamate ad imprese difficili ma non impossibili.


> 2a Divisione:

Qui siamo già alle prime sentenze. Le finaliste nel girone A sono Feralpi Salò e Pro Patria. Ora tutto si deciderà in 180 minuti. Gli ultimi, i più difficili, quelli dove dare tutto potrebbe anche non bastare. La voglia di vincere è la condizione basilare se si vuole salire in Prima Divisione. I play off sono un campionato a parte, dove le certezze del campionato divengono incertezze. In questo ritorno delle semifinali non è mancato lo spettacolo e i risultati sorprendenti.
La Pro Vercelli partiva da un 5-2 di Busto, contro la Pro Patria, costringendo i ragazzi di Braghin in condizione di giocare la partita perfetta. Le è quasi riuscita ma è mancato quell'ultima rete. Non era domenica che i piemontesi si giocavano la finale, ma allo "Speroni" si è vista una Pro Vercelli per certi versi imbarazzante, che ha compromesso tutta una stagione. La rete di Marconi sul finire del primo tempo aveva illuso i tifosi giunti al "Piola" nella speranza di assistere all'evento. Nella ripresa i ragazzi di Braghin ci provano e quando Santoni a 20 minuti dalla fine segna il gol del 2-0, sugli spalti si crea un'atmosfera magica che fa pensare davvero di assistere a qualcosa di indimenticabile. Gli ultimi minuti vedono la Pro Patria gettarsi a capofitto nell'area dei bustocchi. Novelli può esplodere tutta la gioia, sua e della squadra, per aver raggiunto una finale che sembrava qualcosa di impensabile fino a qualche tempo fa. Le vicissitudini di questa Pro Patria, comunque vada, andrebbero scritte su un libro, perchè il professionismo nel calcio non sono solo i miliardi dei giocatori di serie A o il calcio spettacolo del Barcellona, ma sono anche queste storie di club che sull'orlo del fallimento trovano 11 uomini che fanno di queste gesta sportive qualcosa di epico, da raccontare ai nipoti. Non ha importanza se nella finale di andata mancheranno Pacilli (espulso) Anania e Calzi, squalificati, la Pro Patria è in finale e ora le forze si centuplicheranno per rendere questa stagione da incorniciare.

L'altra finalista sarà la Feralpi Salò vincente nel ritorno, 1-0, decide un rigore di capitan Quarenghi. Ora i bresciani toccano con mano un sogno indescrivibile. Il Renate ha chiuso una stagione comunque fantastica. Alzi la mano chi a fine girone di andata avrebbe pronosticato che la squadra di Boldini a fine Maggio si sarebbe giocata la finale play off. Le è mancata quella convinzione per impensierire una Feralpi dura da affrontare. La Pro Patria si troverà di fronte un avversario che gli renderà pan per focaccia.

Sempre nel girone A si giocava l'unica partita di play out. All'andata la Sanremese vinse 2-1. A Sacile, i biancorossi friulani erano costretti a vincere. La condizione di avere un solo risultato a disposizione ha portato la squadra di Andretta a riversarsi nella metà campo ospite. Così facendo si dava spazio al contropiede della Sanremese. Miale segna e Araboni trova il pareggio per i padroni di casa. Nella ripresa Kabine ci prova ma a nulla valgono i tentativi dei friulani. La Sanremese si salva e condanna la Sacilese alla Serie D.

Il girone B ci ha regalato una di quelle domeniche che a confronto i libri di Stephen King sono letture per bambini delle elementari. A Carrara si stava per vivere lo psicodramma dei gialloblù. Del Sole e Gasparello (bellissimo il suo gol) facevano vedere i sorci verdi alla tifoseria apuana. La Carrarese come colpita da una tarantola si rende conto del pericolo che sta correndo e con Merini (altro gol alla squadra dei titani) evita che sia proprio il San Marino ad arrivare ad una clamorosa finale. Il San Marino deve dire addio al sogno promozione anche quest'anno. Le basi per una rifondazione, senza smantellare ci sono, la conferma di Petrone è un segnale forte in questa direzione. La Carrarese ora dovrà giocare le due finali cercando di evitare gli errori che l'hanno fatta soffrire così tanto contro il San Marino.

L'imprevedibile comunque si è vissuto a Prato. Qui tutto ciò che non poteva accadere si è condensato in pochi minuti. Il recupero è stato avvincente e da solo è valso il prezzo del biglietto. Il Prato contro L'Aquila doveva vincere con qualunque risultato, ma doveva vincere. Novanta minuti di gioco e il risultato non si sbloccava, con i padroni di casa che subivano due espulsioni, prima De Agostini per un brutto intervento, seguito a stretto giro di posta da Lamma per proteste, avveniva ciò che nessuna mente più immaginava. Quando ormai anche l'ultimo tifoso stava ammainando l'ultima bandiera, Schenetti, dal dischetto gli regalava il gol che significava la finale. Scoramento e rassegnazione nell'ambiente aquilano. Subire un gol al 92° quando senti già la finale in tasca è una di quelle mazzate che avrebbero ucciso un toro. Non L'Aquila, che non demordeva. Troppa la voglia di far giustizia di un gol nel recupero. Stamilla, minuto 95° faceva secco Pazzagli, capovolgendo la situazione. Sembrava tutto finito. Il gelo cadeva sui tifosi pratesi, la dirigenza già era pronta a gettare la spugna e iniziava a maledire il destino. Sull'altra sponda, i tifosi dell'Aquila sentivano ormai loro l'ambita finale Non sapevano che il calcio è lo sport più bello del mondo anche per questi episodi così memorabili. Siamo al minuto 97°. Vieri parte per all'ennesima sgroppata sulla sinistra, mette in mezzo nella speranza che qualcuno dei suoi la butti dentro. Il pallone assume una strana traiettoria. Il tempo pare fermarsi in quei pochi secondi. Tutti, sugli spalti in panchina e in campo, guardano con il fiato sospeso questo pallone che arriva sui piedi di Varutti (si parla un gran bene di lui), 21 anni a Giugno, elude anche l'arbitro, facendo esplodere un sinistro al volo così velenoso che batte Testa e regala al Prato la più rocambolesca delle finali. Barcellona-Manchester è stata la finale di Champions più bella degli ultimi anni, ma questi 7 minuti di Prato sono qualcosa che a pathos si avvicinano molto a questa partita tra marziani.

Al Prato e all'Aquila va il nostro applauso e il nostro ringraziamento, perchè queste due partite (all'andata decise un gol di Franciel al 91°) ci hanno regalato emozioni che resteranno negli annali del calcio di Lega Pro, producendo uno spot meraviglioso per tutto il sistema.

Nel girone C Avellino e Trapani partivano con i favori del pronostico dopo i risultati dell'andata. A Milazzo gli irpini si conquistano la finale vincendo grazie ad un gol di De Angelis. Milazzo che in queste due partite ha gettato alle ortiche tutto il credito che si era conquistato facendo un campionato oltre ogni più rosea aspettativa.
Vullo sta costruendo un gruppo che lo segue per filo e per segno. La sua venuta ha permesso all'Avellino di crescere, domenica dopo domenica. La finale contro il Trapani, che batte 2-0 un Neapolis ormai al disarmo (gol di Madonia e Perrone). La stagione della squadra partenopea rimane comunque esaltante. Al primo anno di professionismo, arrivare nei play off è qualcosa di molto onorevole. Ora bisogna ripartire per non gettare al vento ciò che si è fatto di buono in questa stagione.
Si incontrano in finale le squadre più blasonate che hanno dimostrato di essere superiori alle avversarie di turno. Sarà tutte delle finali che ci lasceranno un segno indelebile. Finora tutto è andato per il meglio. Speriamo che il trend non si inverta proprio sul più bello.

Un consiglio a chi decide: le finali giochiamole alle ore 18. Il sistema ha bisogno di rispetto e anche i giocatori che scendono in campo devono essere messi in condizione di offrire uno spettacolo degno di questo nome.