Renate, Gavazzi andata e ritorno: "Qui con grande voglia, 13 anni dopo"
11 settembre 2005: il Renate esordisce in serie D al "Riboldi". Davide Gavazzi è lì, in mezzo a quel rettangolo verde che guarda, nelle giornate più limpide, un gradevole terziere di Brianza. Ha la maglia del Como: quella del Renate, avversario di quel pomeriggio settembrino, l'avrebbe indossata un paio di stagioni più tardi. E non sarebbe stata un'esperienza fugace. Dal 2007 al 2009 sarebbe stato un biennio nerazzurro intenso, 40 gettoni e 8 reti: due stagioni culminate con il secondo posto dietro la Pro Belvedere Vercelli e con un'appendice playoff convincente che portò la Pantera ad un passo dalla finale nazionale.
Una stagione di A (Sampdoria, 2013-14) e tante di B più tardi, Gavazzi torna nella piazza che, di fatto, lo lanciò verso un certo tipo di calcio, ossia Vicenza e un lungo percorso che racconta di blasone e tradizione. Come evidenzia l'edizione settimanale de Il Giornale di Carate, l'idea di un giocatore che viene in Brianza solo per chiudere un cerchio e stendere le ultime falcate verso la meritata pensione è quanto di più disallineata dalla realtà delle parole e dei (primi) fatti di queste amichevoli estive sempre più probanti.
E' lo stesso centrocampista (ma si può ridurre l'idea tattica di Davide Gavazzi ad una semplice denominazione?) a spiegare come il filo che riporta in questo lembo di Brianza non si è mai davvero spezzato: "Effettivamente mi è capitato in questi anni di tornare in zona per vedere qualche partita dei nerazzurri, l'affetto per questa società non si è mai spento ed ho voluto fortemente tornare ad indossare questi colori. Ora l'obiettivo mio personale è far rivivere a questa società altri bei momenti come quei playoff di tanti anni fa: la salute c'è e le motivazioni sono elevate, quindi finché la situazione non cambia non ha senso pensare a smettere di giocare. Sono qui con grande voglia, è bello vedere che gran parte dei membri della società sono gli stessi della mia prima esperienza. E' quasi come sentirsi a casa, darò tutto me stesso per aiutare la squadra a raggiungere il miglior traguardo possibile".
La stessa testata brianzola annota anche un intervento di Oscar Magoni a proposito di questo gradito ritorno: parole di stima, parole di affetto per questo professionista che proprio a Renate ha rischiato di mettere la parola fine ad una carriera che invece doveva ancora esprimere il meglio: "E pensare -ricorda l'ex direttore sportivo e all'epoca allenatore delle pantere in D- che voleva smettere di giocare a calcio dopo un biennio non così positivo a Como, avrebbe preferito mollare tutto per andare a lavorare nell'azienda del fratello. Siamo riusciti a convincerlo e i frutti direi che sono sotto gli occhi di tutti: già allora aveva una notevole fisicità. Preferiva giocare sull'esterno ma lo lanciai a sorpresa come seconda punta. Fu devastante, fece una stagione strepitosa che gli permise il salto in B. Ha avuto una buonissima carriera, ha esperienza e grande duttilità e pertanto credo che al Renate tornerà utilissimo sotto diversi aspetti. Lo reputo un grande acquisto, sicuramente".
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